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CAPITOLO 2

ASHLEY'S POV

Di solito mi piace correre nella foresta di mattina presto quando il sole sorge ma questa mattina c'è qualcosa di strano e insolito, sento chiaramente dei rumori di sottofondo molto intesi. Il problema è che non riesco a capire né da dove provengano né chi ne sia l'artefice: sono troppo pesanti per essere uomini ma sono troppo veloci per essere di cindiali o altri animali del bosco. Potrebbero essere solo altre specie demoniache.

Sinceramente non credo che ce ne siano perché Velca non è nei paraggi . Mio padre le ha chiaramente ordinato di uccidere, divorare o distruggere qualunque persona, cosa o animale che provi a entrare da qualsiasi parte che non sia la porta principale. Per permettere ad Velca o a Margot di riconoscere gli intrusi abbiamo attuato un semplice ma furbo stratagemma. L'accesso alla tenuta è stato organizzato in modo molto particolare: ci sono tante entrate quanti i membri della famiglia e ognuno può aprire senza fatica la porta a se destinata ma non quella degli altri membri in quanto riconosce il potere della persona che la apre. Queste porte sono locate in vari punti della recinzione e non sono apparisceti. La porta centrale invece è diversa dalle altre, è molto spessa e può essere aperta solo da una chiave, che è messa in bella vista all'interno di un gabbiotto vicino alla porta principale sempre vuoto. Mio padre appassionato della storia umana, con un senso dell'umorismo pienamente discutibile ha attaccato un biglietto ad ogni chiave con su scritto "cave canem" che in una lingua arcaica umana tramandata di generazione in generazione significa "attenti al cane". Ricordo un periodo in cui Velca mangiava tranquillamente due o tre volte al giorno fuori orario.

Inizialmente penso che sia la mia immaginazione ma presto affinando l'udito sentto uno strano frastuono. Qui non si trovano taglie molto alte a parte le nostre, Neverland è una città mercantile affacciata sul mare abbastanza tranquilla; solo un folle attaccherebbe un nemico così pericoloso nel suo territorio no? L'aria si riempie di starne vibrazioni, Meg è agitata e alza le orecchie in segno di allerta. Improvvisamente mi ritrovo a correre nella direzione opposta il più velocemente possibile, chiunque fosse, l'aura che emanava era molto forte e stava aumentando a dismisura.

Finalmente raggiungo l'entrata dell'enorme tenuta dei miei genitori .

Mi ritrovo a fissare le mura massicce rinforzate a più strati. Vedo il resto della famiglia che è riunita davanti al maestoso cancello d'entrata. Mio padre Edward River vedendomi si alza da terra e mia madre Catherine Brown si alza dal tronco d'albero sulla quale era seduta. Ho preso la mia resistenza e gran parte delle mie abilità da mio padre ma nell'aspetto sono proprio identica a a mia madre. Abbiamo gli stessi occhi verdi che sia in inverno che in estate cambiano colore e sfumature. Lo stesso portamento nelle spalle e una struttura fisica che inganna l'occhio facendo sembrare il mio corpo fine e delicato come se con un solo colpo bastasse a piegarlo. Molti nemici sono caduti in questo tranello. Indossa il solito vestito che usa per le occasioni importanti, blu senza spalline; mentre i suoi capelli biondi sono raccolti in una treccia che le si appoggia delicatamente sulla spalla destra. Mio padre invece indossa una semplice camicia bianca che esalta il suo fisico statuario, dei jeans e una giacca di pelle, il suo aspetto non lascia minimamente presupporre la sua reale età. I suoi capelli sono neri corti mentre i suoi occhi di un color nocciola intenso e, se non sapessi che è un demone, lo scambierei facilmente per un angelo. Al mio arrivo mio fratello minore James mi fa un cenno di capo prima di tornare a posare il suo sguardo su uno strano oggetto che presumo essere uno delle sue invenzioni. Entrambi i miei genitori sembrano molto pensierosi, Sahara scruta attentamente le sue lunghe unghie, tra tutti è probabilmente quella vestita più comoda nella sua felpa larga e leggins. Mentre stavo per chiedere delucidazioni ai miei sento delle braccia stringermi dalle spalle, il profumo di colonia di mio fratello Eric mi avvolge.

«Andiamo al dunque, ho meglio da fare che stare qui per un amorevole riunione di famiglia.»

La voce profonda di mio fratello spezza il silenzio e sento mio padre sospirare.

«Come avrete sicuramente percepito in città c'è la famiglia degli Hell», appena pronuncia questa frase l'aria si gela. I Williams Hell sono un'altra famiglia di Mercenari con cui spesso siamo entrati in conflitto durante lo svolgimento degli incarichi e solitamente ci incontriamo solo per scontrarci o rivendicare il possesso di qualcosa, tra le due famiglie non scorre buon sangue .

«Non sono qui per combattere o vendicarsi, ma per stringere un accordo. Saranno nostri ospiti per tutto il giorno e questa sera saranno invitati a cena da noi come OSPITI. Quindi mi raccomando comportatevi bene, non litigate e non fatemi fare brutta figura», aggiunge mio padre. Direi che dalla semplice sottolineatura della parola ospiti si possa cogliere quanto in realtà Edward li detesti e quanto forse parli più a se stesso che a noi.

«Spoiler?» suggerisce Sahara lanciando uno sguardo accigliato a papà che scuote animatamente la testa.

«Solo in parte; mi hanno comunicato che vorrebbero che un componente della nostra famiglia collabori con Nik per un incarico di cui ancora non so nulla.» Detto ciò tutta la famiglia si sposta velocemente verso l'entrata della città dove loro ci stavano aspettando. Sono proprio come me li ricordavo: spavaldi, dallo sguardo assassino e sempre in allerta, prenderli di sorpresa è praticamente impossibile. Osservandoli niente in particolare attira la mia attenzione se non che manca un componente, mi guardo discretamente attorno per confermare la mia tesi ed èd effettivamente è così: Alexander Hell non c'è; a giudicare dai volti dei miei familiari non sono l'unica ad essermene accorta, è l'unico fratello diverso dagli altri: ha preso il colore degli occhi blu oceano dal padre e ha i capelli di un biondo chiarissimo quasi bianco differente dal mio che è più scuro, preso probabilmente da un antenato. Tutti gli altri avevano i capelli rigorosamente marrone scuro e gli occhi neri proprio come la madre Adelaide.

Personalmente non l'ho mai visto di persona o neanche in fotografia. Me l'ha descritto mio fratello svariati mesi fa quando mi ha detto di averlo visto in città a riscuotere una taglia.

Nessuna informazione è trapelata nell'arco della giornata. Loro non abitano molto lontano da noi, vengono da Kosmos, un territorio esteso quanto il nostro, non lontano dalla Red line. Probabilmente entrambe le nostre famiglie vivono nei pochi territori rimasti abitabili in una delle zone più impervie della terra.

La cena trascorre tranquilla nel grande salone della tenuta principale dei miei genitori quando nel bel mezzo della cena Travis il capofamiglia della famiglia Hell propone la sua offerta.

«La serata sta per finire e vorremmo parlarvi di un incarico: si tratta della "Terra delle quattro epoche" ovvero il terzo territorio prima della Red Line . Lì secondo le ricerche pare che si trovino gli ultimi tre frammenti del vaso degli immortali rubato da Valentine Iron , l'Evil. Si tratta di un contenitore magico creato con la magia delle streghe di cui se qualcuno comprendesse il funzionamento potrebbe imprigionare anche i demoni delle nostre famiglia e ucciderci. Ci sono valide possibilità che gli altri pezzi si trovino oltre il confine».

Lo sguardo di mio padre si affina, la nostra famiglia ha provato per decenni a condurre le indagini in solitario, ma con scarsi risultati.

«Perciò vi propongo una vantaggiosa proposta : Nik Williams Hell, il nostro figlio,vorrebbe avere al suo fianco Eric Brown River in questa ricerca. Questa è la ragione per cui gli chiede di sospendere ogni suo incarico e collaborazione temporaneamente per conseguire lo scopo nel migliore dei modi. Accettate o rifiutate? Domani mattina all'alba ci comunicherete la risposta, partiranno domani stesso.»

Appena fece la sua proposta Eric mi guardò, io no, ero troppo presa a riascoltare le parole ci avrebbero diviso. Sicuramente mio fratello non potrebbe rifiutare neanche volendo, è una proposta ufficiale. Non solo è una occasione che capita una volta sola, ma è anche una possibilità che permette ai nostri genitori di studiare e forse stringere rapporti duraturi con qualcuno che forse sarebbe passato da nemico a alleato in poche ore. Meg vicino a me si allerta, ma fingo di non farci caso. La serata sarebbe finita da lì a breve ma non per me, per me era finito tutto ora, nella mia testa c'e solo il vuoto e ad aspettarmi c'è solo la certezza di una notte sicuramente in bianco, in attesa della rassegnazione che forse non sarebbe mai arrivata. Non riuscivo a fare altro che ripetermi che mio fratello sarebbe partito per uno dei più pericolosi territori esistenti e per una tra le più temute missioni a tempo indeterminato da cui fino ad ora nessuno è tornato vivo.

Avrei dovuto fare la mia prima missione di classe S con lui , ma a quanto pare ora non importa più.

Senza che me ne rendessi conto la serata era finita e tutta la famiglia stava andando da Eric per congratularsi dell'incarico ottenuto. Io, senza farmi vedere da nessuno, sono sgattaiolata via correndo come un fulmine. Mentre corro veloce sull'erba mi sento egoista, so di esserlo in questo momento, ma non riesco a fare altrimenti. Dovrei essere felice per lui, l'incarico ottenuto è molto importante, ma proprio non ci riesco. Per questo più che rovinargli la notizia preferisco starmene da sola e accettare o almeno provarci la situzione e preparami a uno dei sorrisi più falsi della mia vita possibilmente prima di domani mattina, so che altrimenti lo farei soffrire troppo e non lo merita.

Chiusa nella mia camera guardo ogni foto dei miei album con lui e cerco di ricordare quando le ho scattate. Il più bello l'ho lasciato per ultimo, mi impongo di non piangere ma non credo che ci riuscirò. Verso le 2 di mattina qualcosa batte alla mia finestra, e aprendo le tende vedo, come mi aspettavo, mio fratello seduto sul ramo dell'enorme quercia davanti alla mia camera . Gli apro, non mi da neanche il tempo di spalancare completamente la finestra che entra e con forza mi attira a se abbracciandomi. In quel momento tutti i miei tentativi di trattenere le lacrime sono vani e comincio a piangere come quando facevo da bambina. È da un po' che nessuno mi abbracciava così, mi sento protetta e dopo che ho letteralmente pianto tutte le mie lacrime, inzuppando il suo collo, entrambe le spalle della sua maglietta e aver terminato i discorsi paranoici da sorella iper-protettiva , ci mettiamo a sfogliare tutti i nostri album insieme e ricordiamo i nostri aneddoti più tristi e più divertenti.

«TE LO PROMETTO»- le sue dita mi accarezzano il viso scostandomi una ciocca di capelli- «andrà tutto bene come sempre ma sai che non posso né rifiutare l'incarico né partire sapendo che sei arrabbiata con me», continua .

«Non sono arrabbiata con te lo sai.....», ad ogni pausa mi impegnavo a trattenere le lacrime. Che buffo sarei io a dover rassicurare te visto che stai per partire invece è il contrario ...ok comunque...mi fido...solo...torna ti prego.»

«Vieni a vedere la valigia che ho preparato ?», mi chiede Eric e io annuisco con la testa. Per gli incarichi importanti ci consultiamo sempre sul materiale da portare. Dopo mezz'ora di critiche e osservazioni ci addormentiamo e risvegliamo alle 6 , l' appuntamento è per le 7 . Avendo ancora a disposizione un ora ci prepariamo con calma e ci rechiamo davanti alla porta d'ingresso della tenuta perfettamente puntuali. Dopo venti minuti di formalità, saluto più o meno speranzosa mio fratello che mi dice telepaticamente una frase proprio mentre mi abbraccia .

È una frase in linguaggio criptato non ne capisco il motivo ma se me l'ha comunicata proprio ora vuol dire che è importante. Auguro in bocca al lupo a mio fratello e lo guardo mentre si allontana correndo a grande velocità con Nik.

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