CAPITOLO 1
ASHLEY'S POV
Come ogni maledettissima mattina la sveglia suona incessantemente sul comodino troppo presto e per quanto io cerchi di azzardare con la mano la sua reale posizione sul comodino impiego quasi un minuto prima di riuscire a spegnerla maledicendola mentalmente in quanto mi sembra di essermi addormentata solo pochi minuti fa. Subito mi sale un viscerale istinto omicida che mi propone di buttarla nel secchio, ma evito, altrimenti sarebbe la quinta in un mese:
La prima sveglia era una piccola, adorabile sveglia bianca (almeno apparentemenza). L'avevo acquistata a poco prezzo durante una gita, la consideravo un simpatico souvenir. Purtroppo mi sono amaramente resa conto che nonostante le dimensioni produceva un suono fastidiosissimo e decisamente troppo acuto. Il mercoledì stesso ho avuto un momento "no" e non riuscendo a spegnerla l'ho tirata contro il muro senza rimpianti.
La seconda me l'aveva regalata mia fratello minore, era di un rosa sbiadito disgustoso, sul momento la accettai poiché era il primo regalo decente che mi avesse mai fatto. Domenica della stessa settimana per motivi a me sconosciuti cominciò a suonare in modo irregolare emettendo un rumore insopportabile; mentre stavo cercando un modo di zittirla in qualche maniera, Eric ( mio fratello maggiore ) a dir poco irritato, dopo avermela strappata dalle mani con sguardo furioso in quanto quel frastuono aveva interrotto il suo sonno, l'ha frantumata tra le dita ed è tornato a dormire. Il tutto è avvenuto senza che lui proferisse parola (per mia fortuna) .
Le altre due hanno fatto la stessa fine della prima e questa sveglia rossa fino ad ora è l'unica ad essere funzionante.
Un'altra meravigliosa giornata è cominciata all'insegna del buon umore! Non riesco ad aprire gli occhi che una fortissima luce mi acceca. Mi pento immediatamente di essermi dimenticata di chiudere le serrande ieri sera. La prima cosa che vedo quando riesco ad aprire gli occhi è il mio scaccia pensieri porta fortuna che rappresenta il simbolo del fiore della vita: i petali bianchi sono attraversati da sfumature nere che pende dal soffitto in legno, lo muovo un po' con la mano, azione che mi rilassa molto. L'ho fatto con Eric quando avevo cinque anni e da allora l'ho sempre tenuto nella mia stanza .
Il colore che prevale nella mia camera è senza dubbio il rosso: le tende sono rosse come il tappeto, il copriletto e come già sapete anche la sveglia; le pareti sono tappezzate di foto, librerie e promemoria. Il letto è opposto alla finestra e a destra della porta. Lo spazio è diviso in due due: il primo è dove dormo, studio, trascorro il poco tempo libero ed è apparentemente una stanza normale. La seconda è nascosta, si può entrare da dietro l'armadio ed è riempita da ogni genere d'arma ed è notevolmente più grande della prima. Giusto per non essere fraintesa colleziono le armi, ma uso solo quelle bianche per combattere. Dopo 5 minuti buoni a fissare il soffitto cercando di decidere tra il continuare a restare a letto o alzarmi e fare qualcosa di costruttivo della mia giornata, con tristezza opto per la seconda opzione e ancora assonnata mi dirigo verso il bagno senza neanche le ciabatte. Mi guardo allo specchio e quasi mi prende un colpo. Sembro un incrocio tra uno zombie e un panda; i miei capelli sono disordinati e annodati, i miei occhi sono cerchiati dalle occhiaie e dal mascara che non mi sono tolta prima di andare a dormire. Ho una cera orrenda. Ieri sera sono tornata tardi a casa per colpa di un problematica alla casa dei miei genitori: un cracker ha provato a entrare nella rete protetta della mia famiglia senza però riuscirci. Per permettere un fluido, rapido ed efficace scambio di informazione tra le varie gilde affiliate, infatti, abbiamo creato un network al quale si può accedere solo con apposite password che cambiano settimanalmente. È la prima volta che qualcuno prova a violarla, tentativo pressoché inutile. Su dieci livelli non ne ha violato neanche mezzo. L'unica cosa che è riuscita a fare è farmi perdere tre ore a riprogrammare la sicurezza della rete perché i miei genitori non si fidavano, per farla breve, ho finito a notte fonda.
Ciò mi aveva procurato molto mal di testa e cattivo umore che non è migliorato neanche dormendo dopo aver bevuto più di una tisana.
Così per aiutare le mia predisposizione mentale decisamente più che pessima decido di farmi una doccia tiepida: con molta calma mi insapono con il mio shampoo e balsamo preferito, adoro la fragranza avvolgente che oltre a profumare da una sensazione di freschezza, per rilassare i nervi nel mentre sono solita mettere un sottofondo musicale.
Adoro la musica perché non solo mi rilassa, ma dà tregua alla mia mente dall'ansia che mi affligge perennemente e che mi aiuta a controllare. Mi sciacquo e esco dalla doccia avvolta nel mio accappatoio. Accendo un po' la radio per sentire le notizie: un tizio si è suicidato, uno ha fatto un incidente stradale, qualche anniversario di non so chi e per quale motivo....mi sembra la solita solfa così spengo e scendendo le scale sempre in accappatoio e mi dirigo giù verso la cucina. Aprendo il frigo mi rendo conto di non avere molta fame, così bevo solo una spremuta d'arancia e apro un secondo frigo per prendere una fetta di carne cruda e metterla nella grande ciotola rossa di Margot, la mia lupa domestica.
La mia cucina è una stupenda penisola e adoro cucinare potendo vedere in giardino.
Il piano terra della casa è un enorme, ordinato, luminoso open space, cosparso di foto di me e la mia famiglia, in particolare con Eric il fratello con cui vado più d'accordo. Ho abbellito le pareti di sala e cucina anche con alcune tele di paesaggi che amo fermarmi ad osservare dopo gli allenamenti o quando torno da un incarico sdraiata sul divano, magari con una coperta, una bevanda fumante in inverno e con un buon libro. Pigramente tra carezze e profumo di carne ( forse più per via del secondo fattore ) Margot comincia a svegliarsi e io mi dirigo di nuovo verso il bagno, raccolgo i miei capelli biondi in una coda di cavallo e prendo i miei coltelli che sono appesi al muro della mia camera con appositi ganci.
Per sicurezza controllo l'orario sono solo le 7:30 di mattina, ma a che ora ho messo la mia sveglia?! Vista l'ora ho tempo per fare un allenamento più lungo del previsto. Dopo aver lasciato il mio telefono volutamente a casa per non essere localizzata da mio fratello Eric esco di casa con la mia inseparabile lupa che impaziente cammina avanti e indietro davanti alla porta. Usciamo dalla porta blindata e, come al solito, lei mi precede. Il giovedì è il giorno dell'allenamento speciale: questa volta consisterà nell'attraversare in una sola ora tutto il versante destro della montagna di Neverland e ritornare a casa. La località dove vivo prende il nome dal monte intorno al quale l'intero centro abitato è stato costruito ma il motivo per cui sia stato chiamato così mi è un mistero.
Io non abito in città ma sulla montagna, l'intero monte è proprietà della mia famiglia. All'interno della tenuta ci sono varie costruzioni: In cima al rilievo si trova la costruzione principale ovvero la casa dei miei genitori. È una struttura imponente costruita su quattro piani e immersa totalmente nella natura. Vicino ci sono altre due costruzioni minori a due piani, che sono la mia casa a destra e quella di Eric a sinistra e sui lati della montagna ci sono le case dei domestici e del portiere. Eric però preferisce vivere in compagnia e per questo, ogni volta che può si trasferisce con ogni scusa possibile ma a volte anche senza a casa mia per trascorrere da me le sue giornate restando talvolta anche a dormire. La casa di famiglia è sempre stata troppo grande per lui, non è un amante dei luoghi dispersivi e sfarzosi. Il capitale accumulato deriva principalmente dal lavoro di mercenari, lavoriamo in collaborazione con lo stato occupandoci di dare la caccia ai criminali che sfuggono al braccio dell'Ordine della Giustizia.
Una o più volte alla settimana ci rechiamo in un luogo dove il governo espone i dati e le taglie sulle persone interessate comunemente chiamato "banco delle taglie " . Anche noi abbiamo taglia sulla testa ma finché "collaboriamo" con loro e non trovino nessuno in grado di ucciderci nessuno osa contraddire le nostre azioni. Siamo una famiglia molto rispettata ma poco conosciuta.
L'obbiettivo è rinforzare il mio fisico quindi cerco di andare il più veloce possibile senza utilizzare alcun aiuto. Quindi niente manipolazione per potenziare le gambe e velocizzare la corsa o per aumentare la percezione, è sempre strano allenarsi senza percezione penso che non mi ci abituerò mai . Affino il più possibile il mio udito e la mia vista, svuotando la mia mente da ogni possibile distrazione e evitando di usare i miei poteri demoniaci. Potrei risultare più insensibile agli stimoli esterni con il rischio di non percepire il pericolo se non imminente, anche se, la percentuale di probabilità è molto bassa visto la mia preparazione. Mi alleno duramente con Margot fin da quando ho quattro anni.
Infondo è per questo che porto nei miei allenamenti la mia lupa chi meglio di lei può proteggermi? Inizialmente era solo una piccola impavida cucciola di lupo che si era smarrita allontnandosi dal branco. Però poi mi ha incontrato riuscendo, non so ancora come, ad arrivare al giardino della tenuta principale. Questa è la ragione per cui abbiamo deciso di tenerla e addestrarla. Con il passare del tempo siamo diventate inesorabilmente molto legate, lei sente ogni mia sofferenza, ansia o piccola percezione e io sento le sue. Se mi concentro posso localizzarla dovunque si trovi e impantirle ordini con la sola forza della mente. È diventata inevitabilmente parte della famiglia e compagnia di giochi sia mia sia di Velca la lupa di mio padre. Insieme proteggono il territorio della tenuta River e tutti i suoi membri inclusi domestici e ospiti.