Capitolo 2: sto sognando?
Volendo descrivere un'emicrania con un rumore, la definirei fastidiosa come le percussioni dei gong dei monaci tibetani.
《Dio! La mia povera testa!》
Porto entrambe le mani alle tempie e apro e chiudo freneticamente gli occhi, reagendo male al mio risveglio.
《Ma sono ancora viva? Oppure sono all'inferno?》
Mi pongo queste domande sussurrando in modo quasi impercettibile; non sopporto nemmeno il timbro della mia voce e il solo respirare mi fa sentire nauseata.
《Ben svegliata principessa!》
Di colpo mi accorgo di non essere sola; nel mio letto c'è qualcuno e mi tocca concedermi qualche secondo prima di capire che non sto avendo delle allicinazioni.
《Aaaaaaaaaaaaaa...》
Balzo dal letto urlando a squarciagola, finendo maldestramente a terra dopo essermi intrappolata con le gambe tra le lenzuola sgualcite.
《....e tu chi sei? Cosa ci fai in casa mia? Guarda che sono armata!》dico sperando di essere minacciosa.
Il ragazzo mi guarda preoccupato, ma un alone di divertimento gli curva leggermente le labbra in su in un sorriso.
Si alza e tenta lentamente di avvicinarsi, porgendo le mani in segno di resa, incitandomi a stare tranquilla.
Tutti gli indizi portano a pensare che io abbia fatto sesso con uno sconosciuto e spero vivamente che non sia così.
Io non sono quel tipo di ragazza, non mi lascio rimorchiare nei locali e non do mai confidenza agli sconosciuti.
Che diamine ho combinato?
《Sta lontano da me! Non costringermi a farti del male!》dico finendo per risultare ridicola; è talmente evidente quanto io sia sprovveduta.
《Ah si? Sei armata quindi? Mi stai minacciando? E io che credevo di essere il tuo principe azzurro!》
Il ragazzo mi parla con calma, non sembrerebbe un maniaco o qualcosa del genere, ma io non lo conosco e quindi non abbasso la guardia per alcun motivo.
《 Vattene! Tanto a momenti arriverà la polizia.》
Sto dicendo una marea di stupidaggini e purtroppo me ne rendo conto solo dopo aver aperto bocca.
Con molta probabilità abbiamo passato la notte insieme e ora lo caccio via? Minacciandolo oltretutto.
Con un minimo di razionalità mi chiedo come potrebbe arrivare la polizia senza essere stata avvisata, non sono minimamente credibile.
Sono un completo disastro.
Il ragazzo si siede sul bordo del letto e si infila le scarpe con tutta calma.
Indossa ancora i suoi vestiti e io mi rendo conto di indossare ancora il tailleur malconcio del giorno prima, forse posso ancora dire di non essere quel tipo di ragazza.
《Sai? Non dovresti andare in giro a ubriacarti. Sei stata fortunata che ti abbia salvata io!》
Il ragazzo si alza, sovrastandomi con la sua statura, con la sua corporatura imponente, dandomi delle dritte che nessuno gli ha chiesto, nonostante fossero più che sensate.
《Ah si? Io faccio quello che voglio! Non ho bisogno di essere salvata da nessuno, so benissimo badare a me stessa! Nessuno ti ha chiesto niente! Fuori da questa casa!》
Si avvicina, costringendomi a indietreggiare fino a mettermi con le spalle al muro.
《Non mi sei sembrata particolarmente scaltra ieri sera!》dice alzando un ciuffo dei miei capelli portando alla luce un bel livido violaceo e provocandomi una fitta di dolore lancinante proprio in corrispondenza del colpo ricevuto dal malvivente.
Quest'oggi mi toccherà fare i conti con molti problemi a quanto sembra.
《Tu invece mi inizi a sembrare sempre più odioso! Va via, altrimenti inizierò a urlare e non è di questo che ho bisogno! La mia testa sta implorando pietà!》
Recupera la sua giacca in pelle dalla testiera del letto e la indossa, mimando il gesto di lisciare delle pieghe inesistenti, come a voler prendere tempo.
《Okay, vado via! Comunque è stato un piacere portarti a casa sana e salva!》dice rivolgendomi un sorriso meraviglioso, uno di quelli che coinvolge anche gli occhi.
Non pensavo di poter provare prima un odio viscerale e subito dopo una profonda attrazione nei confronti di un tipo così e in una situazione simile.
Ostenta un'eccessiva sicurezza e insieme a una grande dose di sfacciataggine, lo rende un pallone gonfiato, uno di quelli a cui darei volentieri un calcio sulle palle, eppure nel suo sguardo qualcosa mi lascia interdetta e gli salterei addosso.
I suoi occhi verdi sono velati da un alone di mistero che lo rendono pericolosamente intrigante, ma sicuramente sono ancora abbastanza alticcia per poter dedurre qualcosa di esatto.
Gli sbatto la porta alle spalle non appena oltrepassa la soglia dell'ingresso, senza perdermi in inconvenevoli.
Non ricordo con lucidità cosa io abbia combinato ieri sera, ma sprazzi di grosse figure di merda iniziano a proiettarsi nella mia mente e vorrei sotterrarmi.
Accendo la macchinetta del caffè, mi servirà per affrontare la giornata e combattere il mal di testa sempre più martellante, prima che mi venga una sincope.
Sciolgo anche due aspirine in un bicchiere d'acqua e bevo tutto d'un fiato, sperando che faccia effetto quanto prima.
Devo ricordarmi di stare lontana dai bar quando sono nervosa e depressa, quindi niente più alcol finché non vincerò alla lotteria, non perderò dieci chili e non sarò la persona più fortunata del mondo.
Necessito di un vero e proprio miracolo per riuscire a togliermi indenne dai casini in cui mi sto cacciando anche solo respirando.
Forse devo andare via da Manhattan e tornare da mia madre, accettare di conoscere il figlio di qualche sua amica e seguire le sue orme.
Il suono del campanello mi fa sobbalzare, obbligandomi ad accantonare per un momento ogni tipo di pensiero.
Apro la porta distrattamente, segno che non ho imparato nulla dalle ultime vicessitudini; mi ritrovo lo stesso ragazzo di poco prima, con un viso accecato dal suo ego.
《Ma che?》
Non sono in vena di scherzi, ho bisogno di ritrovare la mia stabilità, ma ogni cosa sembra andare a mio sfavore.
《Hai dimenticato di dare il bacio del buongiorno al tuo principe! Non potevo andare via senza!》
Senza darmi il tempo di rispondere, posa una mano sul mio fianco e mi attira a sé, catapultandomi nuovamente in un mondo senza problemi.
Quel lieve contatto mi è bastato per farmi incendiare e quando posa le sue labbra sulle mie, tutti i miei buoni propositi vanno a farsi benedire.
Mi stringe sempre di più, aprendo il palmo della sua mano sulla mia schiena e avvicinandomi a lui con urgenza, come se avesse bisogno di me per respirare.
Appena le nostre lingue si incontrano, scompare ogni mio malessere, ogni traccia di pudore, ogni razionalità.
Non sono il tipo di persona che va a letto con uno sconosciuto, ma questa volta credo che farò un'eccezione.
Ho come la sensazione di essere nel posto giusto con la persona giusta ed è meraviglioso.
Le sue mani vagano sul mio corpo con movimenti lenti e misurati, sfiorando i miei punti deboli con maestria.
Sento una sintonia crescere a dismisura e il mio senso di smarrimento dissolversi.
Dei brividi mi percorrono la schiena come schegge di ghiaccio nel momento che mi stampa baci languidi sul collo, sotto il mento, fino a scendere nella scollatura della maglia.
《Hai un buon profumo》mugugna con voce roca e sento che potrei cambiare consistenza all'istante, diventando come creta pronta a essere modellata da lui.
Sento le gambe che diventano molli e devo fare appello a un discreto numero di santi per non perdere l'equilibrio.
Quando mi afferra per le natiche e mi posa sulla penisola della cucina, a contatto con il freddo marmo, ho come un risveglio dalla catalessi e qualche scrupolo di coscienza fa capolino tra di noi.
《 Aspetta, aspetta un momento!》
Devo fermarlo, non posso cedere, nonostante io lo desideri ardentemente.
Una volta esaurita la passione avrei a che fare con mille rimorsi e mi sentirei una stupida per esser stata una delle tante.
Un tipo come lui avrà certamente un gregge di donne a seguito a far parte di un enorme repertorio di amanti, non sarò io a essere l'eccezione.
E se rimpiangessi anche questa semplice avventura?
《Cosa? Cosa c'è? Sto correndo troppo?》chiede guardandomi con occhi ardenti.
Il verde delle sue iridi sembra essere diventato scuro come le acque profonde di una laguna.
Il suo respiro affannoso gli alza il petto muscoloso rapidamente, seguendo il ritmo del suo cuore e del mio.
Sfiora delicatamente il mio viso con le dita, con un tocco lento e misurato e devo ammettere che questa sua attenzione mi eccita ancora di più.
Potrebbe essere tutta una tattica la sua, ma devo dargli il merito di saper giocare bene le sue carte.
La verità è che sono abbastanza disperata e questo tipo sembra essere piombato nella mia vita come una manna dal cielo.
Se solo non fossi troppo occupata ad autosabotarmi costantemente, vivrei meglio decisamente.
《No, no...cioè si! Forse? È che io non sono quel tipo di ragazza, ma in questo momento vorrei tanto non essere me!》
Mi mordo il labbro provando a nascondere il mio impaccio.
Tutta l'audacia che avevo mostrato per cacciarlo via di casa, adesso si è nascosta dietro le fusa di un docile felino in calore.
《È un vero peccato, io non cambierei nulla di quel po' che ho visto di te!》dice fissandomi le labbra.
Oh mio Dio, quanto vorrei riprendere a baciarlo.
Gli passo un dito sulle labbra e lui socchiude gli occhi beandosi del mio tocco.
Sfioro il mento e percorro il tratto della sua mandibola, pronunciata al punto giusto e ricoperta da un accenno di barba.
L'altra mia mano gli tocca il braccio e risalendo sulla spalla, raggiunge la sua nuca e intreccio le dita tra i suoi capelli biondo cenere.
L'ho definito un principe azzurro, ma nemmeno nei miei sogni l'avrei immaginato così.
《Posso sapere il tuo nome?》chiedo con un filo di voce e chiudendo gli occhi, pensando che così facendo io potessi diventare invidibile.
《Sai? Così metterei in pace la mia coscienza! Non saresti più uno sconosciuto!》dico spiegando per sommi capi la mia teoria.
《Mi chiamo David!》sussurra sulle mie labbra, convincendomi ad aprire gli occhi.
Come se nulla fosse, inizia a spogliarmi con calma, mantenendo un costante contatto visivo.
Sembra quasi che stia cercando un mio cenno per avere via libera.
《David eh?! Hai un bel nome!》dico provando a stemperare l'imbarazzo che inizia nuovamente a prendersi gioco di me.
《Ti ringrazio, Georgia!》risponde mostrandosi lusingato.
Il mio nome intanto, pronunciato da lui, ha un effetto afrodisiaco sulla mia parte più intima.
Non riesco a resistere e lo attiro a me, baciandolo con foga.
Sfiora ogni punto della mia pelle a mano a mano che i vestiti finiscono a terra.
《Sei bellissima!》
Le sue parole sono un sussurro sulla mia pelle inumidita dai suoi baci, e hanno il potere di incidermi emozioni fino in fondo all'anima.
《Vorrei che questo momento durasse per sempre!》
Parla ancora sulle mie labbra gonfie per merito dei suoi baci, portandomi verso la camera da letto mentre mi tiene saldata a lui.
Il mio corpo è impaziente, brama un suo contatto più profondo, ma lui è calmo, procede senza fretta, sembra che stia cercando di imprimere ogni secondo di questo momento nella sua memoria.
《Hai freddo?》chiede mentre sfiora con la lingua io lobo del mio orecchio.
Mi aggrappo a lui con le unghie, inarcando la schiena per essere ancor di più alla sua mercè.
《Stai tremando...》aggiunge non ricevendo una mia risposta.
《Sto.. sto.. bene..》dico con fatica,troppo presa dall'intensità del momento.
Quando i nostri corpi si uniscono, sento come se noi due insieme fossimo la cosa più giusta di tutto l'universo.
Non so spiegarne il motivo, ma se morissi ora, credo che non avrei più nulla da rimpiangere.
Il tempo intorno a noi sembra essersi fermato, intrappolandoci in una bolla di passione travolgente.
Mi risveglio stretta nel suo abbraccio, avvolta dal suo calore, intrisa del suo profumo e incurante di tutto ciò che non abbia a che fare con lui.
Non lo conosco, dovrei avere timore ad averlo nel mio letto e invece mi sento protetta e tutti i giorni passati senza sapere della sua esistenza, perdono immediatamente ogni singolo valore.
Ho passato la mattinata migliore della mia vita e questo è un punto a favore dell'essere disoccupata.
Traccio i contorni dei suoi addominali con la punta delle dita, sperando che continui a dormire ancora un po'.
Guardo il profilo del suo viso.
Alcuni capelli gli ricadono disordinati sulla fronte, le labbra carnose di cui conosco alla perfezione il sapore sono leggermente schiuse, sembra che ogni suo lineamento sia stato dipinto da un artista.
Noto con stupore che i suoi occhi hanno cambiato nuovamemte tonalità e sembrano una pineta incolta nel momento che li spalanca, svegliandosi.
Speravo dicesse qualcosa di carino, invece sembra intenzionato a prendere le distanze quanto prima.
《Devo andare!》dice sbrigativo e il mio buon umore scompare all'istante, lasciando il posto alla solita delusione di sempre.
Ero consapevole che sarebbe potuto andare così, quindi sarò diplomatica e mi dimostrerò indifferente alla sua freddezza.
Mi chiuderò in casa e farò finta che nulla sia successo, crogiolandomi in cibo spazzatura e serie TV poliziesche, prendendo appunti su come nascondere alla perfezione un cadavere.
《 Bene!》
La mia risposta suona fredda e impersonale, come se non fossi stata nemmeno io a parlare.
Di certo non gli chiederò di rimanere o di telefonarmi, gli lascerò credere che sono stata io a usare lui.
Pensandoci bene, non è nemmeno certo che David sia il suo vero nome, mi sono lasciata abbindolare senza troppe smancerie.
Mi guarda con una strana espressione, tra il compiaciuto e il divertito, varcando quel limite che lo rende odioso e mette i suoi gioielli di famiglia in traiettoria per essere presi a calci.
《Perché mi guardi cosi?》chiedo spazientita, sbuffando con le braccia conserte e battendo un piede a terra nervosamente.
《Così come? 》risponde a sua volta con una domanda, ridendo evidentemente di me, che a differenza sua non trovo nulla di divertente in questa specie di conversazione.
《Come uno scemo!》dico stizzita.
《La scema sei tu, che cerchi di nascondere il tuo rammarico perché ti ho detto che vado via! Non dirmi che già ti manco?》
Ma che faccia tosta, ha un ego grande quanto un palazzo.
《Che cosa? Ma neanche un po'!Ti sbagli alla grande!》
Mi allontano, lasciando scivolare il lenzuolo a terra, consapevole di avere il suo sguardo sul mio corpo.
Recupero una vestaglia e indossandola raggiungo l'ingresso e gli apro la porta per invitarlo a uscire, ancora una volta.
《Non vedo l'ora che tu vada via!》aggiungo spavalda.
Mi raggiunge svogliatamente, indossando la maglia appena recuperata dal pavimento e con aria altezzosa si appresta a uscire.
《Quindi non c'è bisogno che ti dica che ti chiamerò? 》 dice bloccando la porta con un piede.
Che grande stronzo!
Non dovevo assolutamente concedermi il privilegio di sperare in qualcosa di diverso, dovevo giudicarlo fermandomi alle apparenze.
《Puoi dire ciò che vuoi, tanto il mio numero per fortuna, non sarà mai tra i tuoi contatti!》
Se non dovesse andarsene da casa mia entro i prossimi cinque minuti, mi vedrò costretta a sbattergli la porta in faccia, nel vero senso della parola.
《La tua ingenuità mi fa impazzire!》
Temo che non resisterò cinque minuti, deve sparire ora.
《Io credo che tu sia pazzo di tuo.》
Continua a ridere, deve essere molto divertente infastidirmi.
《Allora, alla prossima? 》
《Non contarci!》
Non commetterò due volte lo stesso errore, ho imparato la lezione.
《Dai, non essere ipocrita!Il tuo atteggiamento dimostra palesemente che sei in collera con me!》
Devo annotare su di un taccuino il perché non si deve andare a letto con gli sconosciuti, né da ubriachi né da sobri.
Il fisico mozzafiato e un bel faccino di solito nascondono un carattere da quattro soldi, tipi come lui sono semplicemente una magagna.
《Senti, Danny》dico fingendo di sbagliare nome《 è stata una bella mattinata fino a qualche minuto fa. Perché ora non te ne vai? Vorrei continuare a vivere la mia giornata degnamente!》
Il suo sghignazzare diventa ancora più insistente, accompagnato da un leggero scuotimento del capo.
Prende una penna dallo svuotatasche che ho all'ingresso e inizia a scrivere sulla mia mano.
Cerco di ritrarla ma lui la blocca, ha molta più forza di me, ovviamente.
《Sta ferma!Ti lascio il mio numero!》
《Non so che farmene!》
Strofino la mano sul tessuto della vestaglia per mandare via l'inchiostro, ottenendo solo un completo disastro.
《Invece scommettiamo che mi chiami entro la fine della settimana? 》
《Contaci!》abozzo una risata acida. 《Ma invece scommettiamo che tra qualche giorno tu sarai di nuovo qui senza alcun invito?》dico tenendogli testa; in realtà non credo a nessuna parola che ho pronunciato; il mio intento era solo mostrarmi sicura di me, tanto quanto lui.
David scoppia a ridere rumorosamente, buttando a terra quel po' di orgoglio che mi era rimasto dopo avergli concesso la parte più intima di me.
《Affare fatto principessa! Allora aspetto una tua telefonata!》
Sogghigna e finge di asciugarsi delle lacrime, mentre si tiene la pancia per aver riso a crepapelle.
Che idiota!
Sono veramente caduta in basso; spero che i vicini non lo vedano uscire, non voglio che facciano arrivare qualche soffiata a mia madre.
《Aspetta e spera!》dico mostrando il dito meglio.
Continuando a ridere di me, finalmente esce da casa mia per poi raggiungere un suv scuro parcheggiato in strada.
Nel frattempo, la signora Harlan è di ritorno dal suo solito giro al parco con il cane a seguito.
È una tale ficcanaso, sicuramente non perderà tempo a farsi gli affari miei e spargere in giro voci sul mio conto.
Mi chiudo immediatamente la porta alle spalle, accantonando i miei ultimi colpi di scena.
《Che strazio questa vita!》
Controllo la segreteria del mio numero fisso, stranamente mia madre non ha telefonato questa mattina, deve aver percepito che non ero da sola o forse ha intuito che ho perso il lavoro; probabilmente la signora Harlan aveva già provveduto a dirle che non ero tornata da sola a casa.
Certe volte le coincidenze giocano molti scherzi a una mente leggermente deviata come la mia.
Immediatamente vengo colta da un senso di ansia e inquietudine e solo questo mi mancava.
Sembra che qualcuno si stia divertendo a incasinare la mia vita, devastando gli equilibri che con tanta fatica avevo conquistato.
Guardo ancora una volta la mia camera, tutto è un vero disastro.
Le coperte del mio letto sono in bilico, metà sul materasso e metà a terra.
I miei vestiti sono sparsi per tutta la casa, le scarpe sono ovunque.
Più tardi mi toccherà rassettare e tirare a lucido il mio piccolo monolocale.
Chissà David cosa avrà pensato vedendo tutto questo disordine.
Decido di andare a schiarirmi le idee in bagno, sotto al getto dell'acqua calda della doccia.
Il vapore avvolge tutto lo spazio in una nube ovattata, mi sembra quasi di scomparire da questo mondo.
Il profumo del mio bagnoschiuma al mango mi pizzica piacevolmente le narici, facendomi immaginare un luogo esotico dove vorrei rifugiarmi.
Poggio la fronte al vetro del box doccia, avvertendo immediatamente un leggero contrasto tra caldo e freddo.
Sono ancora incredula su tante cose.
Cercando di tirare una somma sul mio passato, posso solo che essere fiera di me.
Sono cresciuta senza un padre, con una madre che ha cercato di sopperire la mancanza di quella figura essenziale.
Ho superato diversi traumi, tra cui le ingiurie dei miei compagni, tutti i loro sfottò quando a scuola venivano assegnati dei compiti sulla figura paterna e io mi ritrovavo a inventare qualcosa di inesistente.
Ho superato le cotte adolescenziali, le delusioni per delle false amicizie.
Mi sono diplomata con dei buoni voti e sono fuggita in una nuova città, pronta a continuare gli studi.
Mi sono assestata discretamente a Manhattan, posso dire che mi sono accontentata ai fini di avere un briciolo di stabilità e ora tutto sta crollando.
Ho cercato di dimostrare a tutti che ero forte e soprattutto ho tentato di autoconvincermi di ciò.
La verità è che sono fragile e ora sono stanca di lottare per un avvenire mediocre.
Ieri potevo morire e mi sarei persa tutte le cose belle del mondo che io ho sempre evitato pur di non rischiare di soffrire.
Ho avuto paura di essere felice e questo è stato il mio errore più grande.
Temevo di esser stata una sciocca a concedermi a David, ammesso sempre che quello sia il suo nome.
Ma dopotutto non riesco a essere veramente pentita, perché sento per la prima volta di aver agito, di aver vissuto sul serio, di aver fatto qualcosa per me, uscendo dalla monotonia dei miei programmi sempliciotti.
Ho provato un'adrenalina che ha offuscato anche il dispiacere di aver perso il lavoro e mi sono sentita venerata, senza alcun pregiudizio.
Nonostante la sua faccia da schiaffi e il suo egocentrismo, David è stato in grado di tirarmi fuori da un pozzo buio in cui stavo affondando senza accorgermene.
Avvolta in un telo da bagno e con i capelli gocciolanti, vado nella mia piccola cucina e prendo una bottiglietta d'acqua gelata dal frigo e inizio a bere con foga, appoggiandomi alla penisola in marmo bianco e grigio.
Mi sento leggermente rincuorata dopo la mia doccia riflessiva, spero di non perdere questa leggera positività.
Controllo il mio cellulare e trovo tante telefonate da parte di mia madre.
Mi sembrava strano che non si fosse fatta sentire.
Anche Michelle ha provato a telefonarmi e non ricevendo risposta mi ha scritto.
Due chiamate appartengono ad un numero sconosciuto, forse sarà qualche call center.
Sono molto ricercata quest'oggi!
Leggo i messaggi della mia amica e mi sento in colpa, doveva essere veramente in pensiero.
-Georgia, tutto bene? Sono andata al Bryan's ma Seath mi ha detto che eri andata via ubriaca.
-Georgia, sono preoccupata per te, lasciami almeno uno squillo appena puoi.
-Georgia, il signor Burty vuole denunciarti. So che non potrebbe farlo, ma per sicurezza trova un bravo avvocato. Per favore rispondi.
-Georgiaaaaaa, dove sei finita?
È durato troppo poco il mio attimo di gloria, sono nella merda fino alla cima dei miei capelli rossi.
Questa mattina mi sentivo in paradiso, pronta ad affrontare non il mondo intero, ma una buona parte, e ora invece sono drasticamente tornata all'inferno.
Devo parlare con Michelle è l'unica cosa più sensata da fare.
《 Georgia? Stai bene?》
Il suo tono è seriamente preoccupato al telefono e mi sento uno schifo per aver aspettato tutto questo tempo prima di darle mie notizie.
《Michelle!》
Vorrei chiederle del signor Burty e di tutto quello che sa e invece continuo a pensare a quegli occhi, alle sue labbra su di me, ai suoi modi di fare irritanti e allo stesso tempo premurosi.
Il suo profumo inebriante, la sua voce che mi sussurra sulla pelle facendomi rabbrividire.
Non riesco a spostare la mia attenzione altrove e mi sembra di vedere un ologramma di mia madre che mi punta un dito contro mentre mi dice che l'amore arriva quando meno te l'aspetti. Sto impazzendo!
《Finalmente! Alla buon'ora pigrona sciagurata! Hai idea di come io sia stata in pens....》
《Michelle credo di essermi innamorata!》
Non le permetto di finire la sua predica che la interrompo parlando rapidamente, lasciando perplessa anche me.
《C...c...c...osaaaaa?》
È incredula e non posso darle torto, lo sono anch'io.
《Si Michelle, sono stupita quanto te!》
Sono fregata, devo ammetterlo, ma guarirò, mi passerà questo momento di debolezza,questa è solo una meravigliosa sbandata.
《Ma tu non ti innamori. Insomma tu non perdi mai la testa per nessuno, pensi sempre troppo! E di chi poi? Si tratta di mio cugino Dowson vero? Sapevo che ci avresti ripensato!》
Provo ribrezzo solo a pensare a quel ragazzo pieno di acne.
Anche Michelle l'anno scorso mi ha organizzato un appuntamento al buio, con suo cugino appunto.
Non le ho mai detto realmente cosa fosse accaduto; il caro cuginetto allungava troppo le mani e mi disse senza mezzi termini che aveva accettato l'appuntamento solo per ottenere una sana e semplice scopata.
Gli mollai un ceffone e lo piantai in asso, non mi stupisce il fatto che sia ancora single.
《No. Si tratta di David》mi affretto a spiegarle come se fosse ovvio, come se tutti lo conoscessero.
Dall'altra parte della linea cala un silenzio tombale.
《Michelle? Sei ancora in linea?》
《David hai detto?》chiede stranita 《E chi sarebbe?》
《Non lo so.》
Le rispondo come se nulla fosse, perché è vero, io non so chi lui sia.
《Ma esiste almeno? O fa parte dei tuoi sogni?》
Grazie della fiducia Michelle!
《Esiste eccome. Avresti dovuto sentirmi questa mattina!》
《Georgia io onestamente non ti sto capendo. Cosa avrei dovuto sent... oh mio Dio!!! Sei andata a letto con uno sconosciuto?》dice capendo.
《Non è uno sconosciuto, è David》
Cerco di chiarire il concetto, ma in realtà sto cercando di convincere me stessa.
《Ti prego, dimmi che stai scherzando.》
《No Michelle. Non so chi sia, so che si chiama David e mi ha portata a casa mia ieri sera. Ero ubriaca fradicia e ha avuto cura di me. Questa mattina poi, bhè insomma, hai capito! Una cosa che non puoi immaginare invece è tutto il suo fascino. Ha un corpo possente, muscoli definiti. Sarà alto almeno due metri》
《Si come no, che esagerata che sei!》
《 D'accordo forse due metri no, però è veramente altissimo, poi ha due occhi verdi meravigliosi. Poi a letto...》
《Okay basta,non voglio i dettagli!Ma un tipo così era sul serio con te?》
Un momento! Che cosa sta cercando di insinuare ancora? Capisco l'ironia del momento, concedo qualche battuta, ma ora mi sembra che mi stia disprezzando e non è da lei.
《Grazie eh! Bell'amica che sei. Ti ci metti anche tu ora?》
Sembra così strano che qualcuno abbia provato interesse per me seppur per poco?
《No scusami tesoro, non intendevo ciò che pensi. Volevo dire che di solito i tipi così vogliono soltanto ochette stupide.》
《Mhh...》
Adesso vuole rimediare, però la frittata è fatta; in ogni caso fingo di non darci troppo peso, almeno ci provo.
《Dai non fare l'offesa. Sul serio non volevo dire nulla di dispregiativo su di te, anzi! Ma devi ammettere che è un po' strano! Insomma eri anche ubriaca hai detto, potresti aver esaltato la realtà!》
《Ti ho detto che ieri ero ubriaca! Questa mattina no!》
《Potresti aver sognato tutto!》
Mi sta facendo incavolare ora, non riuscirò a lasciar passare.
《Bhè okay, ne riparleremo!》
Devo assolutamente chiudere la conversazione, potrei dire cose di cui sicuramente mi pentirei.
《No dai non rispondere così! So che ti sei offesa e non volevo, sul serio! Come posso farmi perdonare?》
《Lascia stare..》
《Come posso scusarmi? Dimmelo!》
Cerco di farmi sbollire la rabbia e le rispondo.
《Portando il tuo culo sodo da me insieme a un buon decaffeinato con panna e cacao!》
《Signor sì! Ogni tuo desiderio è un ordine.》
《A tra poco! 》
Non posso essere arrabbiata con lei, è la mia unica amica e ciò che dice è dettato dall'affetto che prova per me.
Il mio problema di oggi è che ho perso la razionalità di giudizio e reagisco in maniera esagerata per tutto.
Mi guardo nuovamente allo specchio, non faccio altro da tutta la mattina, sarà che solitamente compio questo gesto distrattamente.
Ora che non ho molto da fare, posso dedicare del tempo alla cura della mia persona, proprio come vorrebbe mia madre.
Massaggio un po' di crema idratante sul mio viso leggermente pallido e mentre si assorbe provo a nascondere il livido sulla tempia.
Stringo gli occhi al pensiero di ciò che è accaduto in banca, vorrei non ricordare nulla.
Pettino accuratamente i miei capelli rossicci e ancora umidi, provando a nascondere il bozzo dolorante.
Dopo dieci minuti sono già stanca di tutte queste moine estetiche e quindi lascio perdere, mi limito a contornare solo i miei occhi cerulei con un filo di eyeliner e mascara, sperando di non somigliare più a me stessa.
Rassetto svogliatamente i pochi metri quadri in cui vivo, passando in rassegna la cucina, il bagno e la camera da letto.
Cerco in tutti i modi di distrarmi, di non pensare mentre aspetto con ansia la mia amica.
Sto facendo appello a tutte le mie forze per evitare di crollare e non so fin quando riuscirò a resistere.
Non faccio altro che controllare il mio telefono sperando che inizi a squillare da un momento all'altro, solo per sentire ancora la sua voce mascolina e attraente.
Fortunatamente il suo numero è completamente scomparso dalla mia mano e non posso perdere la scommessa e telefonargli, perché la tentazione ci sarebbe.
Sono proprio un'ipocrita! La contraddizione fatta in persona.
Vorrei veramente che tutto questo fosse solo un brutto sogno, mi piacerebbe chiudere gli occhi, addormentarmi e svegliarmi in un'altra dimensione.