2. La ragazza con la sciarpa rossa (2).
Faccio un grosso sospiro quando ho le bende completamente piene di sangue e ognuno dei miei avversari nella neve completamente svenuto, mentre il mio respiro è agitato e i miei polmoni urlano per riposare, sono esausto, ma non so ancora se è abbastanza, ho uno o un altro colpo nelle costole e la pelle delle mie mani smette di sanguinare, a quanto pare quel sangue non è solo delle mie vittime, perché mi sono spaccato la pelle in ognuno dei colpi che ho dato a quegli stronzi, A quanto pare Edmon è andato da qualche parte nella villa, mi guardo intorno e decido che per oggi ho finito, i miei avversari sono stati sconfitti, anche se sono un po' malconcio, il mio viso è ancora senza un graffio, questo era il mio obiettivo per oggi, domani proporrò un'altra parte del corpo, ora voglio solo un bagno caldo e il mio premio di un meritato riposo per aver raggiunto l'obiettivo imposto da Edmon.
Mi dirigo verso il bagno e decido che è ora di immergermi nelle acque termali delle docce, magari di fare quella passeggiata intorno ai confini della villa, dovevo uscire e respirare un po' d'aria fuori da questo luogo enorme e tetro. Se devo essere sincera, ogni ora, giorno, settimana, mese e anno di permanenza in questo luogo era estenuante, mi sentivo come una prigioniera senza il diritto a un trattamento minimo come quello di un essere umano: e questo era un altro dei regali che mi venivano fatti per essere ciò che ero.
Mi incammino verso le foci del fiume Siniy, che è una bellissima distesa tra tutte le città, amo camminare lungo i sentieri delle nostre terre e osservare quella distesa d'acqua così rilassante e tranquilla, è un vero piacere, sapendo che nessuno si intrometterà nel mio cammino per rovinare tutta quella gioia di soddisfazione che provo in questo momento, ma poi ecco lei.
Una ragazza dai capelli neri come la notte corre dietro a quella che sembra una sciarpa, mentre quel poco che riesco a capire emette mille imprecazioni in inglese, a quanto pare non è di questo posto, giuro che in quel momento non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella ragazza sprovveduta, mi limitavo a guardarla in completo silenzio, e cercavo di seguire ogni suo disastroso tentativo di afferrare quel pezzo di stoffa rossa, Noto che quel pezzo di lana rosso intenso si ferma davanti a me, e dopo averlo preso in mano alza gli occhi e la vedo nella sua interezza, osservo gli occhi più belli che mai nella vita si erano incrociati sul mio cammino, insieme al sorriso più perfetto e adorabile che avessi mai pensato che qualcuno potesse avere, il che è delirante per uno come me.
"Oh... grazie al cielo mi hai aiutato... avrei dovuto metterle il guinzaglio prima di portarla a spasso..." dice tutto questo respirando pesantemente, ma non riesce comunque a togliersi quel sorriso smagliante dal viso, "parli russo? norvegese o inglese? per favore non dirmi un'altra lingua perché non so parlare altre lingue, a meno che tu non parli spagnolo...".
La guardo senza riuscire a dire una sola parola, perché parla così velocemente e così animatamente, che il pensiero di poterla spaventare mi riempie di una sensazione che non avrei mai pensato di provare in vita mia: ed è la paura...
"Sei in una proprietà privata..." ed ecco che rovino tutto, perché non so come parlare a una persona, al che lei annuisce un po' sorpresa e si guarda intorno, apparentemente rendendosi conto di essere in realtà fuori dal luogo in cui stava apparentemente camminando, al che fa un gesto con le spalle e si lascia andare a una splendida risata, apparentemente divertita dalla sua grande distrazione.
"Mi dispiace, è da un po' che sto inseguendo la mia sciarpa..." sorride e non mostra alcun sentimento di rifiuto o addirittura di rammarico per essere in questo posto vicino a me, cosa che mi sorprende. perché da quando sono molto piccola la gente mostra solo timore e rispetto nei miei confronti, mi trattano come il futuro capo della famiglia, mai come un umano, e nei loro occhi scuri e luminosi sembro solo un ragazzo, un ragazzo qualunque, e questo mi fa piacere, "ma che modi... io sono Gabriela White, sono una studentessa di scambio, a proposito non fate mai uno scambio di studio... se non sapete mai dove andate, non immaginavo che questo posto fosse così... mi avevano promesso la Russia e io pensavo di andare a vivere a Mosca.."
La bella ragazza dagli occhi neri e dai capelli rossi si abbraccia e capisco a cosa si riferisce, perché Yakitia è la città più fredda del mondo, e capisco perfettamente il suo fastidio, perché ci sono solo tre motivi per vivere in questo posto, il primo è che appartieni alla mia famiglia e vieni ad allenarti per diventare un vero guerriero del clan, Il secondo è che sei una persona che vuole fuggire dal suo passato e non c'è posto migliore di questo, e infine che sei stato ingannato dagli studenti per ottenere uno scambio con giovani di altri paesi, che sicuramente sono molto sciocchi a non indagare bene sul posto prima di accettare il volo.
"Questi...."
"Sì... sì, siete in proprietà privata o quello che è, lo so che l'hai già detto, me ne vado... voi siete dei gelati..." la ragazza si girò e si diresse verso la direzione da cui pensava di essere venuta, ma prima che facesse altri due passi, la presi per il polso.
"Stai... camminando nella direzione opposta..." le sue guance divennero ancora più rosse di quanto non fossero già, il che mi fece ridere di gusto, non me l'aspettavo proprio, ma poi puntò il dito mignolo, che era coperto da guanti termici rosa, verso il punto in cui avrei dovuto camminare, al che io annuii e gli feci un mezzo sorriso, completamente affascinata da ogni sua espressione imbarazzata.
Lei era pura dolcezza, qualcosa che non mi era concesso, ma ero disposto a scoprire cos'era che attirava così tanto la mia attenzione. E da lì è iniziato l'amore per quella bellissima ragazza con la sciarpa rossa, che ti illuminava il mondo con il suo sorriso, che faceva e diceva cose molto strane, ma non ho mai negato che ogni esperienza con lei era impareggiabile, io che ero considerato estremamente freddo e distrutto dalle ambizioni familiari, potevo essere me stesso e sentirmi a mio agio con ogni aspetto della mia vita quando lei era intorno a me, tutto era perfetto con quella bellissima ragazza con i capelli neri e gli occhi scuri come la notte stessa, lei era la perfezione e mi ha fatto credere di avere la salvezza, che stupido ero. Ebbene, il giorno in cui meno me l'aspettavo, lei è scomparsa e con essa si è portata via quella piccola parte di me che viveva e che avevo creduto fosse completamente viva.