Capitolo 2 Allyson
Nel mazzo ci sono tre chiavi, e appena riusciamo a trovare quella del portone e ad entrare con le nostre valigie, notiamo subito che manca l'ascensore.
"Bene, fantastico, non abbiamo l'ascensore! Meno male che siamo al secondo piano e non abbiamo portato con noi tante valigie," sbotta Isa, un po' accigliata.
Roteo gli occhi; so benissimo che è preoccupata dallo sforzo che deve fare con i suoi tacchi. Guardandola in faccia, non posso fare a meno di ridere, e lei, dal canto suo, mi guarda male, poi mette il broncio come una bambina e infine inizia a guardarmi con i suoi occhioni da cucciolo, sperando che mi addolciscano. Ma scuoto la testa. La conosco talmente bene da sapere che vuole che io porti su le sue valigie. Non esiste che porti tutto su da sola, se lo può proprio togliere dalla testa.
Con un po' di fatica e con le sue lamentele come sottofondo, ad ogni scalino che saliamo, riusciamo finalmente a portare le valigie al secondo piano, davanti alla nostra porta. Vorrei gridare "Finalmente!"
Cerchiamo la chiave corretta e apriamo la porta. Mi guardo intorno. Appena entriamo, troviamo un piccolo salottino molto accogliente, sui toni del beige e del panna, con al centro un divano ad angolo beige. Davanti al divano, sulla parete in bella vista, c'è una televisione a schermo piatto e sopra delle mensole, dove già immagino di mettere un sacco di foto nostre. Giro in tondo e poi torno a guardare la televisione e sorrido, immaginando che sia perfetto per le mie maratone su Netflix.
Fino a qui, niente male.
Sposto lo sguardo alla mia destra, dove c'è un grande arco che divide il salotto dalla cucina. Al centro della cucina c'è una piccola isola con due sgabelli ai lati, e anche qui è tutto bianco. Mi piace perché i fornelli e il frigo sono in acciaio. Sul frigo, come detto da Tiffany, trovo il suo numero appeso con una calamita con scritto "Welcome!"
Tornando in salotto, sulla sinistra c'è un piccolo corridoio con tre porte, di cui due camere e il bagno.
"Quale vuoi?" mi chiede Isa.
Scuoto le spalle. "Per me è uguale," dico, anche perché in realtà non mi cambia niente.
"Io prendo quella a destra." Annuisco, aprendo la porta e mi trovo davanti una camera da letto che non è grandissima, ma è comunque molto accogliente.
La prima cosa che mi colpisce subito è la porta finestra che dà su un piccolo balconcino che, nemmeno a dirlo, mi sono già innamorata. Mi immagino un piccolo tavolino nell'angolo con due sedie, dove, nelle belle giornate come quella di oggi, posso mettermi a studiare con una bella tazza di caffè fumante. Sospiro estasiata.
Rientro in camera per continuare a ispezionare la stanza. Sulla destra c'è un bel letto grande a due piazze in ferro battuto nero. Di fronte al letto, una scrivania spaziosa, quanto basta per appoggiare il pc e studiare, e sopra delle mensole dove già mi immagino di mettere dei libri e delle foto con Isa e Liam. Sulla sinistra, invece, c'è una porta che conduce alla cabina armadio. Apro la porta e mi sorprendo di scoprire che è molto profonda. Sono contenta che tutti i miei vestiti ci staranno. Accanto alla porta c'è un bel comò beige, molto grande e spazioso. Tutta la camera è sui toni chiari del beige. Bene, posso dire che sono molto soddisfatta della mia stanza. Tra le varie commissioni che devo fare, devo anche comprare delle tende e vari oggetti per arredare la camera.
Alla fine, riordinare le varie cose ci ha richiesto più tempo del previsto, e senza nemmeno accorgercene siamo arrivate all'ora della cena. Su internet abbiamo trovato un ristorantino cinese qui vicino, proprio dietro l'angolo. E così abbiamo passato la serata, mangiando e spettegolando. Dopo una giornata come questa, siamo entrambe stremate dal viaggio. Quindi abbiamo deciso di pensare alla spesa domani e speriamo che facciano la consegna a domicilio, visto che non disponiamo nemmeno di un'auto.
"Domani andiamo a fare la spesa. Inoltre, devo passare a farmi stampare alcuni curriculum e, visto che domani siamo in giro, ne approfitto per lasciarne qualcuno in giro." Voglio trovare un lavoro per potermi mantenere nel frattempo che siamo qua. I miei genitori già mi pagano l'università, non voglio gravare sulle loro spalle più del dovuto. Inoltre, voglio avere la mia indipendenza economica.
"Mi sembra una fantastica idea, Ally. Inoltre, dobbiamo andare in università per compilare i vari moduli e farci dare gli orari delle lezioni." Annuisco d'accordo con lei.
"Bene, vado a farmi una doccia e poi chiamerò i miei genitori. Se riesco, chiamerò anche Liam." A quel nome, si acciglia; non le piace il mio ragazzo, dice in continuazione che non è adatto a me e che non mi tratta come merito. Non so il perché o se ha visto qualcosa che non le è piaciuto. Comunque, scuoto le spalle e mi alzo. Non ho proprio la forza mentale per pensare anche a questo.
"Va bene, allora ci vediamo domani mattina alle 9 così riusciamo a fare tutto." Mi avvicino a lei per abbracciarla e lei ricambia subito il mio abbraccio.
Avevo ancora da disfare una valigia e, dopo un'oretta, finalmente riesco a sistemare tutto nell'armadio e nel comò, soprattutto il primo cassetto dove c'è il mio intimo. Sì, ho una passione per l'intimo, anzi, principalmente per Victoria's Secret. Ne avrò più di cento, tutti abbinati, e alcuni davvero indecenti.
Soddisfatta del lavoro che ho appena svolto, decido di chiamare i miei genitori per aggiornarli su tutto. Appena stacco, chiamo Liam.
"Pronto?" mi risponde al secondo squillo, come sempre.
"Ehi, come stai?"
"Io bene. Dimmi tu come stai? Sei arrivata? Com'è la casa?" Inizio a raccontargli tutto e ad allegare alcune foto della camera. Dopo un'oretta, inizio a sentire la stanchezza, così decido di salutarlo e dargli la buonanotte.
Dopo una bella doccia e aver lavato via la puzza di aeroporto, vado nella stanza di Isa per darle ancora una volta la buonanotte e scopro che la sua camera è a specchio della mia.
Torno in camera, alzo le coperte sottili infilandomi sotto e decido che è ora di dormire. Mi avvolgo nel mio lenzuolo rosa in cotone, crollando subito nel mondo dei sogni.