3 L’INUTILITÀ FATTA PERSONA mag 2013 – ago 2015
https://www.youtube.com/watch?v=1-yzqgwTVi8 Short Circuit
L’appartamento che avevo comprato era in quartiere abbastanza vicino a casa dei miei e ben collegato con il centro città, dove risiedeva l’ufficio del mio nuovo lavoro.
Seppure fosse molto semplice, nell’arredamento e nella conformazione, casa mia mi piaceva. Si trattava di un appartamento di circa sessanta metri quadri, composto da una camera da letto matrimoniale, sufficientemente grande per accogliere il letto, i comodini e un armadio ma niente di più, un ampio soggiorno separato dalla cucina da un muretto basso e una colonna, e un bagno bello spazioso, con doccia ampia e due lavandini. Lo adoravo, nonostante vivessi da solo. Non aveva sfoghi esterni e la vista non era un granché, avendo un grande palazzo proprio di fronte la finestra del soggiorno, ma io lì mi sentivo il padrone, il re del mio semplice ma importante regno.
In quel periodo avevo cominciato a frequentare una ragazza, della quale non ricordo neanche il nome, a distanza di anni. Non era importante, no e lo sapevo. Non mi interessava se stava bene, se pensava a un futuro con me o se non le piaceva qualcosa del mio carattere. In poche parole non mi interessava, ma c’era. L’unica cosa per la quale viene tutt’ora ricordata nei miei racconti è che il giorno del mio trentatreesimo compleanno, pensando di farmi una sorpresa, mi portò a cena fuori, senza avere alcun regalo. Cioè il regalo lo aveva fatto ma lo aveva lasciato a casa mia, da solo, senza nessuno che gli badasse: Fred il gatto malefico. Fred è una gatto strano. Roscio, schizzato, davvero poco affettuoso e dispettoso, anche da adulto. Figuriamoci cosa potesse essere da cucciolo, lasciato il primo giorno incustodito per diverse ore. Trovai casa che era un disastro.
Mi lasciai con questa ragazza quando partii per Prato, forse. Cioè stavamo insieme, ma poi al mio ritorno dalla disastrosa vacanza non ne seppi più nulla. Tutto ciò che era stato presente di lei veniva confermato dalla sola presenza del micio, e nessuno nel giro di breve si ricordò più della sua esistenza, tantomeno i miei genitori, e Mirko. L’unica cosa che ricordo benissimo di quel periodo era la presenza costante di Raissa nelle mie fantasie erotiche e sentimentali, che continuava ad essere sempre frequente. Conoscevo una ragazza? La paragonavo a lei. Stavo con una ragazza? Pensavo a lei. Scopavo con una ragazza? Pensavo a lei. E ai Daft Punk, ma quello è un altro problema. Anche qualche tempo fa, quando chiesi a Mirko se si ricordava come si chiamasse questa ragazza, quella che mi aveva regalato Fred, mi rispose che non si ricordava proprio neanche della sua esistenza e che secondo lui me l’ero inventata. Sì, come se avessi scelto io di avere un gatto roscio rompiscatole per casa…