Capitolo 5.Chadye Parker
Uscito da scuola Gijsbert era passato da casa per cambiarsi e prendere Heaven, poi aveva raggiunto Kyle. Per quella sera, i due, avevano in programma di restarsene a casa e passare una serata tranquilla, solo per ragazzi, questo voleva dire, hamburger con doppio formaggio e pancetta di Marlintini's, il migliore della città, una birra ghiacciata, un paio di joint e la partita di rugby alla tv.
Gijsbert afferrò una manciata di patatine e le mise in bocca, i due amici, mentre attendevano l'arrivo della cena, avevano preso a parlare di Chadye e delle confidenze che la ragazza aveva fatto la sera precedente all'amico. «E non ti ha detto nient'altro?» Chiese preoccupato a Kyle.
«No, mi ha solo detto che hanno passato la serata insieme poi, dopo che Daren se l'è spassata, l'ha riaccompagnata a casa e non l'ha più chiamata anzi, sembra che quello stronzo la stia evitando.»
«Che pezzo di merda, Chadye non se lo merita.»
In quel momento la cameriera bussò alla porta interrompendo lo sfogo di Gijsbert. «Signorino Kyle, mi scusi se la disturbo, per cena, che cosa vuole che le prepari?»
«Non preoccuparti Maria, abbiamo già ordinato la cena, se vuoi puoi andare, hai la serata libera.»
Maria ringraziò il ragazzo per poi uscire dalla stanza. Lavorava per Kyle Clark da molti anni, ancor prima che il ragazzo prendesse la decisione di andare a vivere da solo, lei lo aveva seguito di sua spontanea volontà, si era affezionata molto a lui ed era meglio lavorare per lui invece che per la madre, una donna arcigna, senza rispetto per niente e nessuno.
«E tu non le hai detto niente? Io giuro che gli spacco la faccia a quello stronzo» continuò imperterrito Gijsbert, ignorando l'interruzione della cameriera.
«Chadye non vuole che ci intromettiamo, è stata categorica.»
Il campanello fermò sul nascere quella discussione, Gijsbert non era dello stesso avviso dell'amico.
Kyle andò ad aprire la porta e oltre al ragazzo di Marlintini's, si trovò di fronte anche l'amica che, svicolando il ragazzo delle consegne, entrò di fretta in casa, Kyle fece solo in tempo a vedere gli occhi arrossati della ragazza, preoccupato, afferrò la busta degli hamburger e liquidò il fattorino con una generosa mancia. «Tieni pure il resto.»
«Grazie, alla prossima.»
Kyle seguì Chadye in casa posando il sacchetto sul bancone della cucina.
«E' la cena?» chiese Gijsbert voltandosi, non si era accorto della presenza dell'amica, preso dalla partita in televisione, per questo vedendola rimase sorpreso. «Chadye!»
Gijsbert e Kyle si scambiarono uno sguardo preoccupato, entrambi aveva già compreso che le era successo qualcosa.
«Ehi tesoro, che cos'hai?» Gijsbert si avvicinò alla ragazza abbracciandola e Chadye, stretta tra le sue braccia, scoppiò a piangere. Era come se avesse atteso quell'abbraccio per lasciar andare le sue lacrime. I due amici erano preoccupati, nessuno dei due l'aveva mai visto ridotta in quello stato, ma attesero pazientemente che l'amica fosse più calma prima di chiederle cosa diamine le fosse successo.
«Vieni a sederti.» Le disse prendendola per mano.
Chadye seguì Gijsbert e Kyle sul divano, si sedette e prese il fazzoletto che l'amico biondo le stava porgendo, poi Kyle si mise seduto sulla poltrona proprio di fronte a lei. «Che cosa è successo?»
«Ho litigato con Daren, ci siamo incontrati per caso da Sandy's Cafe.»
«Tesoro, guardami.» Chadye alzò lo sguardo per incrociarlo con gli occhi di Gijsbert. «Mi dici che diavolo è successo tra voi due? Kyle mi ha accennato qualcosa prima che tu arrivassi...» Le chiese il ragazzo, voleva sapere ogni cosa, non è che non si fidasse di Kyle, ma il suo amico, quando c'era di mezzo Daren, tendeva sembra ad essere polemico e poco obbiettivo.
Chadye fece un respiro profondo e provò a calmare quel tumulto di sensazioni che da giorni la stavano opprimendo, con gli occhi rossi e gonfi dal pianto, guardò i due ragazzi. Da dove poteva cominciare, sapeva di aver commesso un grave errore di valutazione, lei che li aveva sempre criticati e giudicati per la loro impulsività, stavolta si era comportata anche peggio di loro, si dette mentalmente dell'ipocrita. «C'è poco da dire Gijs, sono andata a letto con Daren, ma non avrei dovuto farlo, non dite niente vi prego, lo so di aver sbagliato.»
Gijsbert e Kyle erano rimasti in silenzio, Gijsbert era più che sicuro che ci fosse qualcosa di strano in tutta quella storia, anche lui non era un fan di Daren, ma lo conosceva già da un po' di tempo e sapeva quanto il ragazzo tenesse a Chadye, quello che aveva fatto non aveva senso.
«Dite qualcosa vi prego, non mi guardate così.»
«Ma se hai appena detto di non dirti niente!» le fece notare Gijsbert, prendendosi, per tutta risposta, un'occhiataccia da parte della ragazza. Confuso si voltò verso Kyle, che sul viso aveva la sua stessa identica espressione esasperata. "Donne! valle a capire ", dicono una cosa ma pretendono che tu ne faccia un'altra...
Chadye voleva un loro parere, perché il silenzio dei suoi amici, la faceva sentire sotto esame e odiava essere giudicata proprio da loro due.
«Una curiosità, perché ci sei andata a letto, avevi detto che non ti sentivi sicura, che volevi aspettare.» Il primo a parlare era stato proprio Gijsbert, Kyle sembrava aver perso l'uso della parola, se ne stava lì, seduto davanti all'amica con lo sguardo serio, troppo serio, costatò l'amico.
«Lo so, ma è successo, né io e ne Daren l'avevamo programmato, eravamo a casa sua, noi due da soli e abbiamo preso a baciarci...e...non dovevo farlo.»
I due ragazzi percepirono tutto il rammarico per la decisione che aveva preso.
«Eri consenziente?»
«Certo Gijsbert, ma che domande mi fai? Daren non farebbe mai lo stronzo, lo conosci, è stato stupendo, ha rispettato i miei tempi ed è stato così dolcissimo.»
«Hai goduto?»
Le guance di Chadye divennero rosse, Dio, la capacità di Gijsbert, di essere così diretto, la destabilizzava. «Si... sono stata bene. Hai finito con queste domande cretine?»
«Visto come stai reagendo, mi sembrano domande più che lecite, ti giuro Chadye, non riesco a comprendere il motivo per cui devi starci così male, l'hai detto anche tu, sei stata bene, ti è piaciuto, si sarà vero, Daren ti avrà usata, e allora! Chi se ne frega, perché non accetti di esserti goduta il momento e arrivederci e grazie, amici più di prima. Certo, non dico che approvo il suo comportamento, ma questa è la vita Chadye, non sempre le cose vanno come vuoi tu, secondo me ti stai creando troppi problemi.» Gijsbert riusciva sempre a essere pragmatico, ma al suo migliore amico non piacque molto il suo essere così realista, per questo, si meritò un'occhiataccia da parte del ragazzo biondo.
«Perché stavi piangendo quando sei arrivata? Che cosa ti ha detto Daren quando vi siete incontrati.» Kyle, per la prima volta, da quando la ragazza aveva messo piede in casa sua, decise di intervenire.
Chadye scosse la testa. «Niente!»
«Niente?» Ripeté a pappagallo Gijsbert, era sempre più perplesso «Tu scoppi a piangere in quel modo perché lui non ti ha detto niente!» Gijsbert scosse la testa. «Chadye, in tutta questa storia, c'è qualcosa che non torna, che cosa non ci stai raccontando, perché avete litigato!»
La ragazza chiuse gli occhi, doveva dirglielo, tanto prima o poi l'avrebbero scoperto, anzi, era meravigliata che il suo ex non fosse già andato da i due amici a raccontarli quello che era successo, questo la diceva lunga su quanto ci fosse rimasto male.« Daren mi ha chiesto se poteva accompagnarmi alla festa di beneficenza di domani sera.»
«E ...» Gijsbert la incalzò.
«Gli ho detto di no.»
«Perché?» L'amico non riusciva a comprendere dove fosse il problema.
«Gijs, come puoi chiedermelo! Conosci i miei genitori, se mia madre mi vedesse con lui, non oso nemmeno immaginare il casino che ne verrebbe fuori!»
«Puoi sempre presentarlo solo come tuo amico, come me e Kyle, cosa c'è di male, ti stai creando troppi problemi.»
«No Gijsbert, non è un ragazzo come te e Kyle, lui...lui è...Cristo Gijs, lui ha la carnagione scura!»
Il silenzio scese nella stanza, i due amici la guardarono increduli, il primo a riprendersi fu proprio Gijsbert, Kyle sentendo la sua motivazione era ammutolito. «Stai scherzando! Punto primo, Daren non è di carnagione scura, ma è creolo, punto secondo, non ti credevo così razzista.»
«Come puoi anche solo pensarlo, mi conosci, io non lo sono, ma i miei si, li conosci!»
«E tu questo l'hai detto a Daren?» Gijsbert era meravigliato dalla stupidità della sua migliore amica. Chadye annuì... « Si.»
«Cristo Chadye, sei un'idiota! Veramente, siamo ai livelli di un Nobel per l'idiozia!» Sbottò Gijsbert alzandosi in piedi e spalancando le braccia.
«Ho provato a parlarci questa sera, quando ci siamo incontrati, ma è così arrabbiato che mi ha urlato contro dicendomi che sono una stronza ipocrita.» Chadye omise ai suoi amici la parte peggiore della loro litiga, dove Daren le aveva gridato a gran voce: "ti vado bene per una scopata ma non facciamoci vedere insieme dai tuoi!"
«Puoi dargli torto? Cazzo Chadye, tu ti sei bevuta il cervello, sul serio pensavi che lui non si sarebbe arrabbiato?»
«Si, cioè, no...Cristo, pensavo che avrebbe capito la situazione.»
«Tesoro, non puoi continuare ad essere succube dei tuoi genitori, devi cominciare a farti valere, cazzo Chadye, è la tua vita.» Si intromise Kyle, non più tanto sicuro di dover incolpare solo il ragazzo per quella situazione che si era creata.
«Lo so Kyle, ma non è facile, li conosci i miei genitori, mia madre ha una sua morale...»
«Sbagliata.» Puntualizzò Gijsbert, l'espressione contrariata.
«Si, sono d'accordo con te, ma le sue regole sono molto chiare finché vivo sotto il suo tetto: niente sesso fino al matrimonio, niente fumo, niente droga, niente musica rock, per lei è musica satanica, niente ragazzi di "colore" e in chiesa tutte le domeniche.»
«Che problema ha tua madre con il sesso?»
Chadye lo guardò allibita. «Cristo Gijsbert, con tutto quello che ho detto, tu hai sentito solo che non vuole che io faccia sesso? »
Il ragazzo alzò la spalla con noncuranza. «Non capisco, se la sua paura è quella che tu possa rimanere incinta, penso che sappia che al giorno d'oggi esistono i contraccettivi.»
La ragazza pensò che il suo amico non stesse prendendo seriamente la cosa, eppure anche Dorette Hill era come i suoi genitori, la fortuna di Gijsbert era solo quella di essere nato maschio, se fosse stata una femmina, sarebbe stato nella sua stessa identica situazione, per niente, la sorella maggiore del suo migliore amico, era scappata a gambe levate. «Non unire mai la parola mia madre con contraccettivi! Secondo il suo criterio, bisogna fare sesso solo per procreare, pertanto i contraccettivi sono proibiti.»
Gijsbert per poco non si strozzava con il fumo della sigaretta e pensare che lui credeva che sua madre fosse una stupida bigotta ma Caterina Parker era molto più idiota e bacchettona. «Beh se mia madre è una stronza ottusa, tu sei messa peggio di me, credimi tesoro, tua madre è da internare, compatisco tuo padre.»
«Grazie tante Gijs, sei di grande aiuto.»
« Prego.» L'inchino da parte dell'amico fu d'obbligo. «Tornando al discorso Daren, io se fossi al tuo posto proverei a parlare con lui da sola e prova a spiegargli come stanno realmente le cose, Daren sarà anche impulsivo, ma non è stupido, ha sofferto molto nella sua vita, prima la morte dei suoi genitori, poi l'affidamento con sua zia che l'ha portato a doversi dividere da suo fratello.»
Chadye annuì concorde con Gijsbert, si, doveva parlare con lui e risolvere quella situazione.
Kyle, dopo un lungo silenzio, battendo i palmi delle mani sulle cosce, si alzò dalla poltrona. «Che cosa ne dite di mangiare, ho una fame che muoio, abbiamo ordinato i panini da Marlintini's, ci sono anche le patatine, peccato che adesso saranno fredde.»
«Per fortuna ne abbiamo preso uno in più.» Aggiunse Gijsbert più che altro per cambiare discorso e stemprare la tensione poi, senza aspettare gli amici, aprì la busta e prese il suo panino dandogli un morso. «Ho una fame che muoio.»
Chadye si voltò verso di lui e quello che vide le fece storcere la bocca, l'amico, biascicando, aveva sputacchiato la saliva e alcuni pezzetti di panino sul piano della cucina. «Gijs, cavolo, sei un troglodita, se ti vedesse tua madre morirebbe d'infarto, chiudi quella bocca, sei disgustoso.»
Il ragazzo moro deglutì dandosi dei piccoli colpetti al petto, nella foga di mangiarlo, gli era andato di traverso. Afferrò la bottiglia dell'acqua che era davanti a lui, poggiata sul bancone e ne bevve una lunga sorsata direttamente dalla bottiglia, il tutto sotto lo sguardo schifato dell'amica. «Cazzo stavo affogando.»
«Impara a mangiare meglio.»
«Dio Chadye, ma perché non ti fai i cazzi tuoi? Te lo ripeto per la centesima volta, non sei mia madre.»
Per tutta risposta, l'amica, gli mostrò il dito medio.
«Carina, molto signorile, tua madre ne sarebbe fiera.»
La ragazza, ignorandolo, si voltò verso l'altro amico. «Kyle le birre dove le trovo?»
«Le sto prendendo io.» Le rispose. Comparendo, subito dopo in soggiorno, con tre birre ghiacciate strette al suo petto.
«Visto la sua mentalità "tanto aperta", se invece tua madre ti vedesse bere cosa direbbe?»
Chadye, visto il loro battibecco, non perse l'opportunità per dire la sua al riguardo. «Quello che direbbe la tua.» Fu la sua pronta risposta.
Kyle sconsolato li osservò, sarebbero mai cambiati? No, si disse, la loro amicizia era così e niente sarebbe mai cambiato tra di loro, avevano condiviso troppo perché il loro rapporto potesse rovinarsi o mutare con il tempo.