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Capitolo 10.Perchè lui

Per Raina Hayes quel giorno doveva essere il suo primo giorno di scuola. La nuova ragazza aveva assistito alla scena in rigoroso silenzio, come tutti i presenti del resto. Curiosa, si voltò verso l'amica, Adriane pallida in volto era rimasta impietrita e conoscendola non era da lei scioccarsi per così poco, per questo, invadente, le chiese che diavolo stesse succedendo. «Chi era quel ragazzo?» Era rimasta colpita dal ragazzo moro, era veramente bello, ma un gran maleducato, passandole accanto le aveva dato una spallata e non si era nemmeno scusato.

Adriane era persa nei suoi pensieri, per questo, confusa, si voltò verso Raina. «Come scusa?» «Chi era?»

«Chi era chi!» Le rispose scocciata, non era il momento di farle da babysitter, aveva ben altri problemi da dover affrontare in quel momento.

«Quel ragazzo che è appena passato da qui, sembrava arrabbiato con te.»

Adriane prese un profondo respiro. «Era Gijsbert.»

«Quel Gijsbert!» Raina era incredula, Adriane le aveva parlato del suo ragazzo, le aveva detto che era bello e anche molto stronzo e che avrebbe dovuto stargli alla larga, ma non credeva che fosse così bello. «Però, avevi ragione tu, è molto carino.»

Nel modo in cui Adriane la osservò, Raina comprese quanto l'amica fosse contrariata per le sue parole, ma non sapeva quanto si stesse sbagliando, Adriane non era contrariata, ma solo preoccupata per la situazione che si era creata tra Gijsbert e Kyle. «Accettalo come consiglio, stagli alla larga, è tanto bello quanto stronzo, non è capace di provare dei sentimenti e non è un ragazzo adatto a te.

Raina avrebbe tanto voluto risponderle a tono, cosa ne poteva mai sapeva che tipo di ragazzo fosse adatto a lei, ma a causa del suo carattere mite, lasciò correre. «Non era mia intenzione perdere del tempo con lui, lo sai, in questo momento i ragazzi non sono la mia priorità, la mia era solo semplice curiosità.» Ma a smentire le sue parole furono i suoi occhi, stava ancora guardando verso il portone della scuola dove l'aveva visto scomparire, era come se stesse aspettando di vederlo riapparire.

Gijsbert aveva raggiunto il suo armadietto, digitò il numero della combinazione del lucchetto ma sembrava che, ogni cosa quel giorno, non volesse andare per il verso giusto, il lucchetto rimase chiuso, provò di nuovo, niente, non aveva intenzione di aprirsi, la sua pazienza l'aveva già terminata con Kyle, per questo il cazzotto contro l'armadietto fu liberatorio.

«Chi sta vincendo?»

Il ragazzo, riconoscendo quella voce, chiuse gli occhi e prese un profondo respiro, lei era la persona che meno di tutte avrebbe voluto vedere in quel momento. Sbuffò spazientito, voleva restare solo, era chiedere troppo?! «Vattene!» le intimò.

«Gijsbert...»

La sua voce supplichevole, lo fece infuriare ancora di più. «Ti ho detto di andartene, non ho voglia di parlare con nessuno, meno che mai con te Adry.»

«Gijsbert non fare così.»

«Così come, spiegami, sono proprio curioso.»

«Tu non sei un angelo senza peccato.»

«Adry!»

Adriane non l'aveva mai visto così infuriato, ma la sua velata minaccia, non venne presa in considerazione dalla sua ex, se lui era testardo, lei lo era molto di più. «Adry un corno, mi devi ascoltare, me lo devi.»

Forse era anche per questo motivo che il loro rapporto non aveva funzionato, aveva ragione Chadye a dire che erano troppo simili.

Gijsbert, scocciato, scosse la testa «Io non ti devo un bel niente.»

«Tu dici? Cristo Gijs, hanno sempre avuto ragione i ragazzi, in questo anno che siamo stati insieme, ci siamo fatti del male a vicenda, ma si fermava a questo, a noi due, ma adesso, se non chiariamo questa storia, faremo del male al gruppo e non è proprio il momento più adatto, non trovi? Vuoi buttare nel cesso ogni cosa?» Vedendo che lui non aveva nessuna intenzione di starla ad ascoltare, si giocò l'ultima carta. «Se non vuoi parlare con me, per cercare di salvare la nostra amicizia o la tua amicizia con Kyle, sei libero di farlo, ma non ci pensi ai The Sinners? Ci hai messo tutto te stesso per creare questo gruppo e adesso vuoi mandare tutto a puttane solo per il tuo dannato orgoglio? Tutti i nostri sacrifici e i tuoi sogni, Gijs per favore, guardami, hai sbagliato quanto me e Kyle e anche tu ne sei consapevole.»

Gijsbert rifletté sulle sue parole, si voltò e incatenò i suoi occhi grigi a quelli azzurri della sua ex, poi osservò oltre le spalle della ragazza e vide che Miller e gli altri suoi compagni, li stavano osservando incuriositi. «Seguimi.»

«Cosa! ...Dove!» Adriane rimase spiazzata per quel repentino cambiamento.

«Adry, se vuoi parlare con me, non lo farò qui, mettendo in piazza i fatti nostri.»

«Credo che sia un po' troppo tardi non trovi?» Visto la scenata incresciosa che era avvenuta pochi minuti prima fuori dalla scuola.

«Adry! Se vuoi parlare, seguimi, sennò per me puoi benissimo andartene a fanculo insieme a Kyle.»

«Ok... Ok...ti seguo.» Dio, certe volte sapeva essere così dispotico.

Entrambi, troppo presi dai loro problemi, non si erano accorti di come, la nuova arrivata, li stesse osservando. Raina aveva salutato Adriane, dopo che l'amica le aveva indicato dove fosse la segreteria, stava scendendo le scale, quando vide passare Hill e Adriane insieme. Adriane le aveva detto che aveva chiuso con Hill, ma vedendoli, le venne il dubbio che l'amica le avesse mentito, perché, a guardarli bene, non sembrava affatto così. Si chiese che cosa mai potesse importarle se Adriane e Hill fossero ancora una coppia, non sono affari miei, ma nonostante il suo pensiero, non riuscì a distogliere lo sguardo fino a quando non li vide scomparire dalla sua visuale.

***

Gijsbert uscì dalla scuola, seguito da Adriane, imboccò il sentiero che costeggiava la palestra e poi oltrepassò i primi alberi, a pochi metri, c'era una piccola radura, dove i ragazzi della Harbor si riunivano per le feste e spesso per nascondersi da occhi "indiscreti ".

Si sedette su di un tronco e attese che Adriane facesse lo stesso, ma la ragazza preferì rimanere in piedi, era troppo nervosa per potersi sedere.

Fu Gijsbert a interrompere il silenzio che li circondava, in quel luogo regnava una pace eterea, il centro della città restava proprio dietro agli alberi, ma dal silenzio, sembrava così lontana. «Allora? Da dove vuoi cominciare.»

«Perché!» Solo un sussurro, ma Gijsbert lo sentì.

«Che cosa mi stai chiedendo Adry, perché mi hai tradito con Kyle? Beh! Questo dovresti dirmelo tu.»

Adriane, sospirò, non gliel'avrebbe mai perdonato e non gliela stava rendendo facile, conoscendolo, avrebbe dovuto aspettarselo. «No, ti sto chiedendo il motivo per cui non ha funzionato tra di noi.»

Gijsbert sembrò riflettere sulle parole da dirle. «Mi conosci molto bene, lo sai come sono fatto, quando hai deciso di stare con me, un anno fa, lo sapevi, non ti ho mai illusa, non ti ho mai mentito al riguardo, io non sono adatto per fare la parte del fidanzato premuroso e amorevole, non fa per me, mi dispiace, io non so cosa voglia dire amare, con questo non voglio dirti che non ti voglio bene, ma tutto si ferma a questo, io non sarà mai un buon fidanzato, un buon marito o un buon padre, non ho un buon esempio di famiglia unita davanti a me e non saprei nemmeno come fare per esserlo.»

«Lo so, sono stata solo una stupida e un'illusa a sperare di riuscire a tenerti tutto per me.» La risata amara di Adriane colpì Gijsbert più di quanto avesse voluto, sicuramente era vero, teneva a lei, ma non nel modo in cui avrebbe voluto la ragazza.

«Piccola, se questo ti può consolare, mi prendo tutte le responsabilità, sono stato un bastardo con te.»

«Comunque non è vero che tu non sai amare, tu ami Kyle e ami Chadye, tieni molto a loro.» Gli fece notare la ragazza, sperando che lui aprisse il suo cuore, era il problema principale di Gijsbert, quello di non volersi lasciare andare, di non fidarsi mai delle persone e purtroppo lei e Kyle gliene avevano dato conferma con il loro tradimento.

«Lascia fuori Kyle da questa discussione, non ho voglia di sentirlo nemmeno nominare.»

«Gijs non puoi fare così, Kyle è tuo fratello.»

«E mi ha tradito, ho ragione io quando dico che non mi posso fidare di nessuno.»

«Smettila di fare il martire, tu non sei esente da colpe.»

«Me l'hai già detto Adry e ti ripeto, che sono consapevole di averti tradita e delusa, so che non posso recriminare niente, mi hai ripagato con la stessa identica moneta, ma Kyle è tutt'altra storia, avrei potuto accettarlo se mi avessi tradito con un altro, anche Paul Miller, ma non con Kyle, cazzo Adry, tu mi hai tradito con mio fratello, mi avete preso per il culo per mesi, non potete pretendere che accetti la cosa come se niente fosse successo.»

Senza riuscire a trattenerle, Adriane, sentì le lacrime scendere sul suo viso. «Ti ho amato Gijsbert, sul serio, avrei fatto di tutto per stare con te e credimi quando ti dico che Kyle è stata solo una ripicca, certo, non voglio essere ipocrita, mi piace Kyle, a chi non piace?»

«Forse a Chadye!» Rispose Gijsbert con ovvietà, facendola sorridere.

«Già ...! Forse a Chadye.» Gli rispose non troppo convinta, ma Gijsbert, preso dalla discussione, non fece troppo caso al tono poco convinto della ragazza.

«Perché proprio Kyle! È da quando l'ho scoperto che me lo sto chiedendo, con tutti i ragazzi che ci sono a scuola, perché hai scelto di tradirmi proprio con lui, il mio migliore amico Adry. Come avete fatto a non pensare che sarebbe finita male.»

Domanda più che lecita pensò Adriane. «Perché lui era lì, ed era disponibile e poi...» Adriane alzò la spalla con noncuranza «...perché ti somiglia molto.»

Gijsbert, confuso, alzò lo sguardo, lo stava per caso prendendo in giro? «Io e Kyle non ci somigliamo per niente, siamo totalmente opposti, lui è biondo e io sono moro.» Gli rispose piccato.

«Appunto, la vostra diversità si ferma qui, proprio non volete rendervene conto, vi somigliate più di quanto crediate.» Adriane si voltò a guardarlo e Gijsbert, notando la sua sofferenza, istintivamente, allungò il braccio e le prese la mano stringendola nella sua.

«Lui riusciva a colmare quei vuoti che lasciavi tu ogni volta che mi tradivi.»

Colpito e affondato pensò Gijsbert. Colpevole abbassò lo sguardo, l'aveva ferita, le aveva fatto del male e per la prima volta nella sua vita, si sentì un perfetto stronzo. «Adry... mi...mi...dispiace, sul serio.»

Adriane gli sorrise dolcemente, si era avvicinata a lui e con la mano libera, gli spostò un ciuffo ribelle dal viso, sapeva quanto gli erano costate quelle semplici parole, non era da lui chiedere scusa e ammettere di aver sbagliato. «Dobbiamo metterci una pietra sopra Gijs e che ci piaccia o no, dobbiamo rimanere uniti.»

Gijsbert chiuse gli occhi, la mano di Adriane sulla sua guancia, la sua lieve carezza, ebbe il potere di placare la sua rabbia. «Ci vorrà del tempo, per entrambi credo, ma sì, certo che resteremo uniti, anche perché, come hai detto tu, non abbiamo altra scelta, con il gruppo ci vediamo spesso e non possiamo essere noi la causa dello scioglimento dei The Sinners, i ragazzi non ce lo perdonerebbero mai.»

«Lo penso anch'io, ma sei consapevole del fatto che dovrai fare pace anche con Kyle?»

Gijsbert scosse la testa, sbuffando. «Adry! Non esagerare.»

Aveva ragione Chadye, quei due erano troppo uguali, testardi e orgogliosi.

Adriane allungò la mano verso di lui. «Dobbiamo andare, manca poco al suono della seconda campanella.»

Gijsbert annuì, afferrò la mano della ragazza e si alzò di scattò.

In piedi si trovò a pochi centimetri dal volto della sua ex, Adriane si avvicinò a lui e senza rendersene conto, gli posò un lieve bacio sulle labbra, poi si allontanò, guardandolo dritto negli occhi. «Scusa.»

Gijsbert non riuscì a comprendere se si stava scusando per tutto quel casino, oppure per il bacio che gli aveva appena dato.

«Promettimi che chiarirai con Kyle.»

Le prese la mano e senza risponderle si incamminò verso la scuola. Giunti davanti al portone della scuola, incontrarono Kyle, poggiato al muro dove, poco prima, c'era appoggiato Gijsbert in attesa dell'amico, il ragazzo sembrava che li stesse aspettando.

Gijsbert, con passo svogliato, tenendo ancora per mano Adriane, si avvicinò a lui e non mancò di notare lo sguardo di Kyle posarsi sulle loro mani unite.

Kyle alzò lo sguardo e incrociò gli occhi del suo migliore amico. «Adry, potresti lasciarci soli? Devo parlare con Gijsbert.» Incerta la ragazza rimase ferma accanto al suo ex. «Tesoro, per favore» ribadì Kyle con più convinzione.

Adriane osservò entrambi e vide Gijsbert annuire. Senza dire una parola, li osservò entrambi e valutando, se era realmente il caso di lasciarli soli, dopo quello che era successo tra i due, comprese, dalle loro espressioni, che non aveva altra scelta e senza degnarli di un saluto, entrò dentro la scuola.

«Bel livido!» Se ne uscì Gijsbert, notando il vistoso livido che era comparso sulla guancia del ragazzo biondo. «Ce l'hai messo un po' di ghiaccio su quel labbro?» Si informò con finto disinteresse. Il labbro si era gonfiato e sicuramente doveva fargli molto male, Kyle negò con il solo movimento della testa. «Non è il labbro a farmi male.»

Entrambi sapevano a cosa stesse riferendosi, perché tutti e due stavano male per la situazione che si era creata, rimasero in silenzio a osservarsi, fu Gijsbert a parlare per primo. «Devo andare Kyle, se prendo un'altra nota per il ritardo, mio padre mi rinchiude in casa e butta via le chiavi.»

Stava per entrare dentro il portone, quando la voce di Kyle lo raggiunse, facendolo fermare. «Gijs, mi dispiace, sul serio, non avrei mai voluto che le cose finissero così, so che adesso non ti fiderai più di me, ti conosco, ma devi credermi, non era mia intenzione ferirti in questo modo.»

«Perché lei! Con tutte le ragazze della scuola, perché hai scelto proprio lei.»

«Non lo so, forse mi dispiaceva per lei... ed è successo, ed è innegabile che è bella, è difficile dirle di no. Perdonami ti prego, c'era una promessa tra di noi, che non avremmo mai litigato per colpa di una ragazza e invece è quello che sta succedendo e non riesco ad accettarlo, sto male.»

«Sei tu che l'hai infranta, non io.»

Mai parole erano state più vere, pensò l'amico. «Hai perdonato Adry?»

«Abbiamo solo chiarito per il bene del gruppo.»

«E non puoi chiarire anche con me?»

«Non ho detto questo, ma ho bisogno di tempo, in questo momento vorrei solo spaccarti la faccia, quindi non posso dirti che tra di noi è tutto ok, non posso farlo Kyle.»

Aveva parlato con lui senza nemmeno voltarsi, come se non riuscisse a guardarlo in faccia, ma con la coda dell'occhio, Gijsbert, vide l'espressione triste che era comparsa sul volto dell'amico.

Che cosa doveva fare con lui, odiava trovarsi in quella situazione, era Chadye, tra loro tre, quella più compassionevole, non lui. «Ci vediamo in mensa.» E se ne andò lasciandolo da solo.

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