Libreria
Italiano
CapitolI
Impostazioni

CAPITOLO 7

Era lunedì mattina. Nina arrivò di buon ora; si era rilassata e ricaricata durante tutta la domenica per affrontare la sfida di diventare socio junior dello studio. Tutto sarebbe dipeso dai risultati con i quali si sarebbe presentata al prossimo consiglio di amministrazione.

Quella mattina rimase sorpresa nel sapere che Susan era assente; a quanto pare aveva chiesto un permesso. Neanche Samantha sapeva nulla, così le inviarono un messaggio per assicurarsi che stesse bene. Ricevettero dopo poco una rassicurazione da Susan, per cui Nina si sentì più sollevata e pronta a concentrarsi per il resto della giornata.

Più tardi, Jeremy Parker la invitò a pranzo per illustrarle i prossimi impegni di lavoro.

"Allora, Nina," iniziò Jeremy, "come ti ho già detto, nei prossimi mesi dovremo presentarci in gran forma al consiglio di amministrazione. Ti anticipo che non sarai l'unica ad essere proposta come junior partner e, anche se la selezione non è a numero chiuso, la concorrenza potrà essere spietata. Ho pensato quindi a una tua proposta di qualche tempo fa. All'epoca non era realizzabile, ma penso che questo sia il momento giusto."

Gli occhi di Nina si illuminarono; sapeva già di cosa stesse parlando Jeremy. Tempo addietro, gli aveva manifestato la volontà di dedicarsi ad alcune cause in maniera gratuita per sostenere persone che non potevano sostenere i costi delle parcelle.

Aveva timidamente proposto quel progetto, ma quando lo fece, non fu ritenuto sostenibile per l'azienda. In caso di sconfitta, i costi sarebbero stati in parte a carico dello studio. Lei ci rimase male, ma capì la posizione dei suoi dirigenti.

"Davvero, Jeremy? Vuoi mettere in piedi il progetto di patrocinio gratuito? Mi avevi detto non sarebbe stato possibile..." rispose Nina, ancora incredula, non riusciva a capire cosa fosse cambiato.

"Sì, Nina. Ho intenzione di strutturare il progetto e renderlo stabile all'interno del nostro organigramma. No, non sono diventato all'improvviso un buon samaritano, ma il mese prossimo ci sarà l'elezione del nuovo procuratore distrettuale e un'iniziativa del genere, oltre a far effettivamente del bene alla comunità, ci aiuterà a consolidare ancora di più la nostra immagine nei confronti dell'opinione pubblica e del prossimo procuratore."

"Jeremy, sei uno squalo!" continuò con una risata quasi isterica per la sorpresa, "ma apprezzo la tua schiettezza. Sono felicissima che ci siano le condizioni adesso per poter sostenere il progetto. Spero vivamente che mi riterrai parte della squadra," disse Nina, mentre dentro di sé pregava di essere messa al coordinamento generale del progetto.

"Ah, Nina. Non fingere innocenza con me. L'idea è stata tua e so che ti aspetti di essere coinvolta, ed infatti lo sei: sarai tu la responsabile dello sviluppo del progetto e della scelta delle cause da patrocinare."

"SI!" esultò dentro di sè Nina ma dopo un attimo si rese conto che era una responsabilità grande, soprattutto quando a breve si sarebbe giocata uno scatto di carriera fondamentale.

Jeremy colse un lampo di incertezza nei suoi occhi. "Non sentirti schiacciata dalle responsabilità. Io sarò comunque il supervisore e dovrò approvare le tue proposte."

Nina tirò un sospiro di sollievo e finalmente si lasciò andare alla felicità di quel momento. Sapeva che, se il progetto avesse fatto buona impressione, anche la sua posizione al prossimo CDA sarebbe stata più solida.

Sul suo viso si allargò un sorriso luminoso che lasciò Jeremy incantato. Era da tempo che pensava che Nina fosse la donna perfetta per lui.

Dopo il CDA, quando si augurava avesse fatto uno scatto di carriera, avrebbe potuto finalmente corteggiarla apertamente, senza preoccuparsi troppo della regola che vietava relazioni interpersonali.

Dopo il pranzo, Nina e Jeremy tornarono in ufficio per mettersi al lavoro. A Nina frullava la testa per tutte le idee che avrebbe voluto realizzare per il progetto e voleva correre alla sua scrivania per mettere tutto su carta.

In passato aveva già abbozzato una presentazione e avrebbe ripreso il lavoro da lì. Era assorta e concentrata sui suoi appunti quando sentì bussare alla porta. Invitò la persona ad entrare distrattamente, mentre rimase ancora qualche istante concentrata sul suo lavoro.

Scott la guardò mentre era assorta al computer. Stringeva leggermente le labbra e aveva la fronte leggermente corrugata. Era così concentrata e seria, ma aveva un viso così giovane, sembrava una ragazzina appena uscita da college e invece era un avvocato in uno studio prestigioso, pensò mentre si stupiva della tenerezza e dell'ammirazione che sentiva in quel momento. Si prese ancora qualche secondo per studiarla, era inutile negare a sé stesso che ne fosse incuriosito ed attratto.

Aveva i capelli legati in uno chignon basso molto elegante e indossava un tubino nero, dal fondo della scrivania poteva vedere spuntare delle scarpe dalla fantasia animalier. Aveva uno stile così eclettico, si ritrovò a pensare, elegante ma che lasciava intuire la personalità fuori dal comune.

In quel momento, Nina staccò gli occhi dallo schermo e volse la testa verso la porta. Rimase stupita trovandosi di fronte Scott, che era appoggiato alla porta con nonchalance. Indossava una camicia bianca immacolata sotto a un completo verde scuro il cui colore risaltava i suoi capelli ramati.

In quel momento notò anche il colore dei suoi occhi, che erano color miele. Per un attimo, le mancò il respiro, quando un'ondata del suo profumo intenso invase la stanza, solleticandole l'olfatto. Era bellissimo.

Si riscosse, chiedendosi cosa ci facesse lì. Sicuramente era venuto dal signor Madison, ma perché era venuto nel suo ufficio?

"Salve, Mr. Tompson. Prego, si accomodi," lo invitò ad entrare con tono formale.

"Penso che potremmo darci del tu, se per te non è un problema," rispose Scott con un leggero sorriso. Nina rimase interdetta; anche il suo sorriso era davvero dannatamente bello.

"Certo, Scott," rispose restituendo il sorriso. "Sei venuto a salutare Mr. Madison?" chiese, per sondare con discrezione il motivo della sua presenza.

"Sì, Marcus sta curando un contratto per me e sono passato a controllare alcuni documenti. Inoltre, venerdì sera hai lasciato la giacca al Loft e ne ho approfittato per restituirtela."

La giacca? Oddio, venerdì sera era uscita dal locale dimenticandosi di passare dal guardaroba. Non si era affatto scordata che lui le aveva prestato la sua mentre passeggiavano verso la caffetteria.

Per fortuna gliel'aveva restituita quando salì sul taxi nonostante fosse turbata dalla sensazione di attrazione che provava per lui.

"Grazie, Scott. Me ne ero completamente dimenticata. È stato davvero gentile da parte tua, ma potevi farmelo sapere, avrei mandato qualcuno a ritirarla..."

"Nessun problema, davvero. È una cosa da niente."

Rimasero qualche secondo in un silenzio imbarazzato, non sapendo bene come continuare la conversazione.

Diamine, Nina, sei diventata timida all'improvviso? Nessuno ti ha mai intimidito, ma che ti prende? Si rimproverò Nina.

Scott, dal canto suo, si maledisse per sentirsi così insicuro. Riprenditi! Pensò tra sé e sé.

"Ho visto che sei molto concentrata, ti ho interrotto mentre lavoravi. Mi spiace."

"Nessun problema..." stava rispondendo Nina quando, alle spalle di Scott, fece capolino Jeremy.

"Scott, da quanto tempo! Come stai?" lo salutò.

"Jeremy, che piacere. Molto bene, grazie," rispose Scott con un sorriso tirato.

"Hai già fatto la conoscenza di Nina, a quanto vedo," esclamò per indagare sottilmente.

"Sì, ci siamo già incontrati in precedenza," si limitò ad asserire Nina.

"Venerdì scorso è stata ospite nel mio nuovo locale," sottolineò Scott.

Ma che stava facendo? Si domandò Nina. C'era proprio bisogno di essere così dettagliato?

"Il Loft, certo. Marcus mi aveva avvisato ci sarebbe stato un evento. Non sapevo frequentassi quel locale, Nina," Jeremy si rivolse a lei.

Nina non capiva cosa volesse sottindendere Jeremy. Perché avrebbe dovuto essere a conoscenza dei locali che frequentava. Pensò mentre cominciava a sentirsi irritata.

La situazione era diventata abbastanza imbarazzante e surreale. Era evidente che quei due non si piacessero, ma non sarebbe certo stata lei l'oggetto di contesa per la loro rivalità.

Nina guardò Jeremy e si limitò a fare spallucce, non riuscendo a celare completamente il fastidio sul suo viso.

Jeremy, dal canto suo, non accennava ad andarsene; non avrebbe permesso che questo tycoon gli mettesse i bastoni tra le ruote.

Scott capì che Jeremy era inamovibile e che era il momento di andarsene.

Non sapeva che tipo di relazione ci fosse tra i due, ma se fossero stati una coppia, Marcus lo avrebbe già detto. In quel caso non si sarebbe certo fatto da parte per quel damerino.

Sentiva dentro di sé un moto di competizione animarlo.

Guardò di nuovo Nina per salutarla, ma prima di congedarsi le disse: "Venerdì prossimo suonerà una band live. Farò riservare per te e le tue amiche un tavolo. Ti farò avere i dettagli nei prossimi giorni."

Detto questo, rivolse un saluto freddo a Jeremy, prima di voltarsi e andare via.

Jeremy aspettò che si fosse allontanato prima di rivolgersi a Nina. "Ti ricordo che il lavoro svolto nei prossimi mesi sarà fondamentale per te. Spero che non ti lascerai distrarre." Andò via chiudendo la porta dell'ufficio e lasciando Nina confusa.

Che diamine era appena successo?

Scarica subito l'app per ricevere il premio
Scansiona il codice QR per scaricare l'app Hinovel.