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CAPITOLO 2

Scott Thomson entrò nell'ufficio del suo caro amico e avvocato di fiducia, Marcus Madison. Si conoscevano dai tempi dell'università, quando entrambi studiavano legge.

Una volta laureati, Madison aveva iniziato a lavorare nello studio fondato da suo nonno, il Madison and Parker. Scott, invece, si era dedicato agli affari dell'azienda di famiglia, portandola da una piccola realtà locale a un'importante azienda internazionale.

Erano rimasti in ottimi rapporti; effettivamente, Marcus era un capace avvocato e un abile stratega. Si rivolgeva a lui per redigere e verificare contratti di compravendita di piccole aziende da inglobare nella sua.

Quel giorno aveva appuntamento con Madison per concludere un contratto che avrebbe siglato un accordo di cinque anni con una società di spedizioni. Questo gli avrebbe garantito di spedire in tutto il mondo in esclusiva e a prezzi stracciati, rafforzando così la sua posizione economica.

La sua azienda produceva materiali edili e da lavoro. Scott aveva reso la sua azienda di successo, dando fiducia a numerosi amici universitari specializzati in nuove tecnologie. Avevano sperimentato e prodotto materiali altamente performanti e ecosostenibili, blindando le formule e i relativi brevetti.

I suoi prodotti avevano avuto un gran successo ed erano sempre più richiesti in Europa e in Asia. Aveva dunque bisogno di un reparto import/express per consolidare la sua presenza all'estero.

Prima di entrare nell'ufficio di Marcus, si era imbattuto nella donna che aveva intravisto nella hall quella mattina. Si erano scontrati mentre aspettava Marcus.

Le erano caduti diversi documenti. Chinandosi a raccoglierli, non era riuscito a vedere bene il suo viso. Era in quel momento che Marcus lo aveva chiamato e distratto. Quando si era voltato per scusarsi, lei si era già allontanata. Peccato, di nuovo.

"Scott, i miei assistenti ed io abbiamo verificato i termini del contratto. Siamo certi che sia vantaggioso per te. Hanno offerto prezzi a ribasso per accaparrarsi il contratto," disse Madison, distraendolo dai suoi pensieri.

"Questo farà in modo che tra qualche mese la società di spedizione non riuscirà più a sostenere i costi e ti offrirà di essere acquisita, rilevando quindi anche i suoi clienti oltre che a garantirti il tuo import-export!" Aggiunse Madison allegramente.

"Sei proprio uno squalo," esclamò Scott, senza finta sorpresa. "Ma è proprio per questo che sei il mio avvocato di fiducia. Andiamo a bere qualcosa, offro io."

Mentre si accingevano a lasciare lo studio di Marcus, la porta dell'ufficio accanto, quello di Parker, l'altro socio e proprietario dello studio, si chiuse. Scott fece giusto in tempo a cogliere una figura alta di donna, con diversi orecchini, prima che la porta si chiudesse.

"Cavolo, di nuovo!" pensò. Era di nuovo lei. Probabilmente era una segretaria o forse una stagista. Era tentato di chiedere a Marcus chi fosse, ma lasciò perdere; non avrebbe gradito.

Quando era a lavoro, Marcus aveva un'etica di ferro: non ammetteva relazioni sentimentali tra colleghi. Scott stesso non avrebbe avvicinato nessuna delle dipendenti dello studio, né tantomeno avrebbe alimentato distrazioni esterne.

Si avviò quindi con Marcus al ristorante per concludere i dettagli di acquisizione, anche se gli era rimasta addosso una sensazione di curiosità per quella donna.

"Nina, accomodati. Ho un'importante notizia per te," disse Parker.

Nina si accomodò nella comoda poltrona di pelle, di fronte alla scrivania dietro la quale Parker, nel suo completo blu brillante, troneggiava.

"Mi dica, Mr. Parker," rispose mentre si sedeva.

Parker scoppiò a ridere genuinamente. "Nina," disse, "lavori con noi brillantemente da quattro anni. Per favore, chiamami Jeremy. Non c'è bisogno di essere formali."

Nina si rilassò. "Va bene, Jeremy," sorrise mentre lo chiamava per nome. "Cosa posso fare per te?"

Jeremy prese due bicchieri dal mobile bar e versò dell'acqua aromatizzata al limone. "Ho riposto molta fiducia in te. Anche se sei giovane e hai ancora molta strada da fare, hai dimostrato di essere all'altezza della mia fiducia."

"Vorrei proporti come socio junior al prossimo consiglio di amministrazione che si terrà al termine del prossimo trimestre. Abbiamo quindi tre mesi per presentarci con il massimo dei risultati. Non farti prendere dall'ansia, rimani lucida come hai sempre fatto. Ma stavolta ti voglio al 200%. Confido in te! So che ce la farai!"

Il viso di Nina si illuminò con un sorriso radioso. Nei suoi occhi brillava la luce della sana e viva ambizione. Com'era bella, pensò Parker, mentre la osservava sorridere quasi incredula.

Aveva i capelli ccolor cioccolato, i lineamenti erano definiti, gli zigomi alti, le labbra carnose e la pelle diafana. Non era una bellezza sensuale o procace, ma aveva un aspetto signorile e raffinato.

Nei suoi occhi brillava una luce che tradiva la sua natura volitiva. "Mr. Parker... Jeremy," si corresse subito Nina, "non ho parole. Sono davvero onorata della sua fiducia. Non la deluderò. Grazie! Grazie di cuore!"

Parker non poté resistere: girò attorno alla scrivania e la strinse in un abbraccio. Non era da lui, ma era davvero troppo bella quella luce nei suoi occhi per poter resistere.

Nina sobbalzò dalla sorpresa. Si sentiva un po' a disagio e imbarazzata da un gesto di tale confidenza che mai si sarebbe aspettata. Incerta e un po' timida, appoggiò la mano sulla spalla del suo capo per rispondere con cortesia al suo abbraccio.

Sentì un profumo fresco, forse di muschio bianco, mentre Parker la scioglieva dall'abbraccio, che era stato affettuoso ma non invadente.

Il problema non era Parker; era stato gentile. C'era uno stretto rapporto di collaborazione e stima reciproca. Dopo anni di lavoro insieme, davanti ad una bella notizia, un gesto come quello non avrebbe dovuto farla sentire a disagio.

Ma quella sensazione, appunto, non era dovuta a lui; era una sua reazione istintiva. La sua vita non era stata sempre facile e serena.

Ma non era quello il momento di pensarci. Si scosse. Era il momento di razionalizzare e prepararsi ai prossimi mesi, i più importanti da quando aveva iniziato a lavorare.

Uscì dall'ufficio di Parker, ringraziandolo sinceramente ancora una volta. Si diresse da Susan e Samantha. Doveva organizzare una grande bevuta per quella sera; sarebbe stata l'ultima fino al prossimo consiglio di amministrazione. Non si sarebbe distratta dal lavoro per un bel po' di tempo.

Mentre si dirigeva dalle ragazze, Nina notò di nuovo l'uomo con cui si era scontrata quella mattina. Stava salutando Marcus Madison, probabilmente stava andando via. Era di spalle e non riusciva a scorgerne il viso, ma si scoprì curiosa di vederlo.

L'uomo entrò nell'ascensore. Mentre le porte si richiudevano alle sue spalle, si voltò e proprio in quel momento incrociò gli occhi di Nina.

Un attimo prima che le porte fossero effettivamente chiuse, l'uomo ricambiò lo sguardo. Lineamenti definiti, barba corta e profondi occhi chiari. Era sicuramente un bell'uomo, notò, ma in pochi attimi non riuscì a imprimere nella mente il suo volto.

Chissà chi era, si domandò Nina, con un senso di curiosità.

"Scott, sottoporrò i contratti di acquisizione alla controparte legale. Una volta firmati e accettati, l'affare sarà fatto!" disse Marcus, salutando l'amico Scott prima che andasse via, mentre aspettava l'ascensore.

"Sono sicuro che il tuo team gestirà al meglio la cosa, senza necessità della mia presenza," rispose Scott. "Attendo tuoi aggiornamenti. A presto."

Scott salì nell'ascensore vuoto e si voltò. Proprio in quel momento, in fondo al corridoio, si aprì la porta dell'ufficio del socio di Marcus, Jeremy Parker.

Ne uscì la donna che aveva già incrociato due volte quella mattina. Riuscì per un attimo a scorgere il suo volto illuminato da un gran sorriso. I suoi occhi erano scuri e intensi, la pelle chiara, il fisico longilineo.

Sicuramente aveva un'aria raffinata. Colse di nuovo lo scintillio degli orecchini, mentre le porte dell'ascensore si richiudevano.

La curiosità non soddisfatta gli rimase addosso per un po', mentre l'ascensore lo portava al piano terra. Si riscosse subito, però; stava chiudendo un importante accordo e aveva da poco rilevato un locale in città. Quella sera c'era il primo grande evento mondano da quando era passato sotto la sua proprietà.

Aveva ancora un sopralluogo da fare prima dell'evento e si perse nei dettagli dell'organizzazione che la sua assistente gli stava elencando una volta salito nella sua auto.

Mentre il motore ruggiva, la sua mente tornò a quel volto sorridente e a quegli occhi scuri. La curiosità per quella donna lo accompagnò mentre si dirigeva verso il locale, consapevole che il mondo degli affari e quello delle emozioni si intrecciavano in modi inaspettati.

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