Capitolo 2
"Ti ho aspettato come quel regalo che poi non arriva."
~Ellen
Il fastidioso suono della sveglia mi fece svegliare di soprassalto. La lanciai letteralmente da qualche parte indefinita della camera e mi misi seduta a fatica, maledicendo la vita. Aspetta, oggi che giorno è? Controllai nel mio cellulare; oggi è Venerdì. Guardai fuori dalla finestra e vidi che la giornata era davvero splendida. Sarei andata al mare, al diavolo la scuola. Stava per finire e praticamente non avevo fatto nemmeno la metà delle assenze possibili. Mi infilai il mio costume preferito, quello a fascia bordeaux di pizzo e preparai lo zaino con il necessario per andare a mare. Indossai un vestitino corto con una fantasia floreale e le converse bianche. Scesi in salotto e come sempre, mio padre era già sveglio.
-Buongiorno.- dissi attirando la sua attenzione.
-Buongiorno anche a te cara.- disse mio padre spostando il suo sguardo dal giornale a me.
-Ecco, oggi c'è una bella giornata, non ho ne compiti ne interrogazioni e tra una settimana e mezzo finisce la scuola. Ho pensato di andare a mare, per godermi un po' la giornata.- a mia grande sorpresa, disse semplicemente
-Va bene, vai pure.- un po' confusa dissi
-Sembri di buon umore, non hai detto nemmeno una frase per impedirmelo, anche se sai bene che sarei andata lo stesso...- rise all'ultima affermazione, posò il quotidiano sul tavolino e disse
-Si, in effetti lo sono. Oggi oltre ad essere libero da lavoro, verrà tuo cugino, quello di cui ti avevo parlato. Proprio per questo stasera a casa presto, ti voglio qui per cena.- ah, ecco perché, non mi aspettavo arrivasse così presto. Scrollai le spalle indifferente, salutai mio padre, presi le chiavi della macchina e uscii da casa.
La spiaggia era abbastanza lontana da casa mia dato che abitavo in pieno centro, infatti arrivai in venti minuti. La spiaggia era abbastanza piena, come immaginavo la gente inizia a sentire l'estate come me. Non avrei chiamato nessuno dei miei amici, ogni tanto mi fa bene stare un po' sola e fare mente locale. Mi piazzai vicino la riva, dato che trovai miracolosamente uno spazio libero proprio lì. Mi tolsi il vestitino e subito sentii gli occhi di tutti i ragazzi, uomini donne e tutto il mondo, su di me. Che stress che sono, tutti maniaci e invidiosi. Erano già le 9.00 e il sole era ormai alto. Misi gli occhiali da sole, mi stesi sul telo e mi rilassai. Quasi quasi mi addormentai se non fosse stato per la mia pelle che stava per bruciarsi. Ero molto chiara di carnagione, perciò mi scottavo subito. Misi un po' di crema solare e siccome il caldo si faceva sentire, mi immersi in acqua. Essendo metà Maggio però, c'erano i pinguini in acqua. Amo il freddo, il caldo non lo sopporto proprio, infatti ne approfitto ad andare ora a mare perché in estate sarei rimasta a casa con il condizionatore a meno due gradi.
Più tardi...
Direi che è ora di andare, sono già le 19.00. Ci voleva una giornata così e devo dire che il tempo è volato via. Raccolsi le mie cose, salii in macchina e tornai a casa.
Aprii la porta di casa e urlai
-SONO A CASA.- lo facevo sempre per farmi sentire da mio padre, non potevo mai sapere in quale stanza remota della casa si trovava.
-Bentornata Ellen.- disse mio padre spuntando dalla cucina. Notai ci fosse un odorino molto invitante. Continuò a parlare e disse
-Il nostro ospite è già arrivato, vieni a salutarlo?- conciata così? Sbuffai sonoramente, facendomi fulminare con lo sguardo da mio padre e tirando fuori la mia parte più educata, lo seguii in cucina.
A primo impatto, vidi un ragazzo di spalle, dalla statura imponente e... muscolosa.
-Eccoci Brian, ti presento Ellen.- disse mio padre. Il ragazzo si girò e potei vedere quanto figo fosse. Avete presente gli attori fighissimi americani? Ecco. Occhi azzurri, viso dai tratti perfetti e definiti e dei capelli così biondi da sembrare quasi bianchi. Li aveva colorati? Può darsi. Restammo a fissarci per un po', forse troppo, ero stregata da quel ragazzo. Quasi non sbavavo ma essendo una brava attrice per il mio ruolo da ragazza fredda e stronza, non lo diedi a vedere. Mantenni il mio atteggiamento impassibile e lo salutai educatamente da lontano con un cenno della mano. Mio padre alzò gli occhi al cielo per il mio comportamento. Ma che vuole? Sa che sono così.
-Adesso vado a lavarmi, ho bisogno di togliermi tutta la sabbia di dosso. Torno tra non molto.- dissi girandomi e salendo in camera mia, senza aspettare nessuna risposta.