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Capitolo 1

"Sei così forte che non ti fa paura nemmeno la solitudine."

~Ellen

-Papà, io esco!- urlai per farmi sentire da lui.

-Va bene, non fare tardi, domani c'è scuola.- disse lui dall'altra parte della grande villa. Tanto la scuola stava finendo, era già Maggio. Uscii di casa di fretta, ero già abbastanza in ritardo. Il mio telefono squillò.

-Pronto?- dissi una volta risposto.

-Ma ci sei? È da un'ora che ti aspettiamo.- Alessandra era abbastanza incazzata, lei e Jasmine mi stavano aspettando da tempo immemore.

-Scusami, un minuto in macchina e sono da voi.- chiusi la chiamata e salii in macchina. Per fortuna avevo preso la patente subito dopo compiuti i diciotto anni; volevo essere indipendente. Misi in moto e uscii dal garage. Imboccai la strada e in poco più di due minuti arrivai sotto casa sua, abitava a qualche isolato da me.

Bussai al campanello, subito dopo Ale venne ad aprirmi.

-Ma quale onore...- disse ironica con un pizzico di fastidio.

-Sisi, anche io ti voglio bene.- mi sorrise e mi fece entrare. Salutai Jas e mi buttai subito sul letto di Ale. Loro erano le mie due migliori amiche, le uniche con cui potevo essere il più naturale possibile. Conoscono il mio lato dolce, in pratica ci conosciamo da quando avevamo dieci anni l'uno.

-Patatine? Cioccolato?- domandò Jas.

-Per me patatine.- dissi scattando seduta. Annuì e le andò a prendere in cucina. Ale scelse un film a caso da Netflix, comunque uno uscito da poco che potesse piacerci.

Amavo uscire e andare alle feste in discoteca... ma non c'era cosa migliore a volte di passare pomeriggi insieme alle mie due migliori amiche in tranquillità, senza nessun post-sbornia.

Ci sedemmo tutte sul grande letto della stanza, e iniziammo a guardare insieme quel film.

-COMPAGNE DI FILM!- urlò Ale, facendoci scoppiare tutte a ridere.

Ore 23.35

-Ragazze devo andare, domani scuola.- ci salutammo, presi le mie cose e tornai a casa.

-Sono a casa.- dissi appendendo la giacca a jeans primaverile sull'attaccappanni. Mio padre alzò la testa dal computer del salotto e disse,

-Bene, domani ti accompagno io a scuola?- che palle, se ho la patente che senso ha? Negai con la testa e dissi,

-No, preferisco andare sola. Buonanotte.- feci per andarmene, ma la sua voce mi fermò

-Senti tesoro... in questi giorni dovrebbe venirci a trovare una persona. Vedi, è un tuo cugino, il nipote di tua madre. Viene qui perché penso sia ora che tu conosca qualche tuo parente, no?- Cosa? Qualcuno doveva invadere il mio spazio vitale?

-Papà, sai che per me va bene tutto, è indifferente, ma sappi che se invade il mio spazio personale o mi dà fastidio, lo butto fuori e sai che lo faccio.- sorrise a quelle parole, sapeva che ero così e che se fosse successo l'avrei fatto senza esitare.

Andai in camera mia, mi preparai per la notte e andai a letto. Sprofondai nel mio comodo materasso, con la consapevolezza che domani quella cazzo di sveglia mi avrebbe svegliata presto, troppo presto.

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