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Bill
Appena vedo Clare che sta bene, sento un grande sospiro di sollievo. Fabian è riuscito a spaventarmi, e sentire Clare nominare Fabian mi fa rabbrividire. Vorrei dirle la verità, vorrei spiegare tutto, ma non posso. Non voglio metterla in pericolo più di quanto già non lo sia. La guardo mentre torna nel suo studio, il mio cuore pesante per il segreto che sto portando.
Dopo qualche minuto, decido di raggiungerla. Bussando leggermente alla porta del suo studio, mi faccio strada all'interno.
«Ti disturbo?»
Le chiedo, cercando di mantenere la voce calma.
Clare si gira verso di me, con i pennelli ancora in mano, i calori sparsi sulla tela e sulle sue dita.
«No, dimmi...»
Le sue parole sono un invito, e mi avvicino, cercando di non mostrare il tumulto dentro di me.
«Ti amo, lo sai?»
«Anch'io... ma sei sicuro di star bene, Bill?»
Chiede, il suo sguardo preoccupato che cerca il mio.
Annuisco, anche se dentro mi sento un disastro. Clare posa i pennelli e si avvicina a me, cercando riparo tra le mie braccia. La stringo forte, sperando che il mio abbraccio possa rassicurarla, anche se so che non sarà sufficiente. La sua presenza è il mio ancoraggio, e senza di lei mi sento perso.
«Che dici se andiamo a pranzare fuori?»
Le propongo, cercando di alleggerire l'atmosfera.
Lei alza lo sguardo verso di me, con un lieve sorriso che non raggiunge del tutto i suoi occhi.
«Mi sembra una buona idea. Dove vorresti andare?»
«Penso a quel ristorantino italiano in centro».
Rispondo, cercando di mantenere il tono leggero.
«Sai, quello con il giardino interno che ti piace tanto».
Clare sorride, questa volta un po' più sinceramente.
«Sì, mi piace molto. Ma... sei sicuro che non proferisci restare a casa? Non mi sembri proprio te stesso oggi».
Sospiro, cercando di trovare le parole giuste.
«Clare, ho solo un po' di stress per la gara di domenica. Sai com'è lì, tutto deve andare per il meglio».
Lei mi guarda con occhi pieni di comprensione e amore.
«Capisco. E sai che ci sarò sempre per te, giusto?»
«Lo so».
Rispondo, baciandola dolcemente sulla fronte.
«E non sai quanto significhi per me».
Restiamo così per qualche momento, in silenzio, semplicemente abbracciati. Il tempo sembra fermarsi, e il mondo esterno svanisce, lasciando solo noi due. Ma dentro di me, so che questa tranquillità è fragile, minacciata da Fabian e da tutto ciò che rappresenta.
«Bill».
Dice Clare piano, interrompendo i miei pensieri.
«Qualunque cosa stia succedendo possiamo affrontarla insieme. Non devi portare tutto il peso da solo».
La guardo, il cuore pesante ma pieno di amore per lei.
«Lo so, Clare. Ma ci sono alcune cose che devo gestire da solo. Ti prometto però che starò bene».
Lei annuisce, anche se vedo che non è completamente convinta.
«Va bene. Ma ricorda, io sono qui.»
«Lo so».
Rispondo, stringendola ancora di più.