5
Clare
Mi trovo nel mio studio, concentrata sulla tela davanti a me. I colori si mescolano in un vortice di emozioni, e ogni pennellata è un respiro che mi avvicina sempre di più alla visione che ho in mente. Sono completamente assorta, il mondo esterno svanisce mentre mi immergo nella mia arte.
All'improvviso, sento la voce di Bill che mi chiama urgentemente.
«Clare!»
Il tono della sua voce mi fa trasalire, facendomi cadere un pennello. Mi giro di scatto, il cuore che batte più forte, e corro verso di lui, sporca di vernice. Quando lo raggiungo, Bill sembra tirare un sospiro di sollievo e mi prende tra le sue braccia, stringendomi forte. Sento il suo cuore battere rapido contro il mio orecchio, e l'ansia mi avvolge.
«Bill, che succede?»
Chiedo, cercando di capire cosa lo abbia sconvolto così tanto. Il mio pensiero corre immediatamente a quel ragazzo, Fabian. C'entra qualcosa con lui?
Mi sposto leggermente, guardandolo negli occhi.
«Bill, è venuto un ragazzo qui prima... si chiama Fabian. Ti cercava».
Vedo Bill passarsi una mano tra i capelli, un gesto che fa quando è nervoso. "Ah sì, Fabian," dice, la voce un po' troppo casuale.
«È un ragazzo da cui ho ordinato delle parti per la moto... grazie per avermelo detto».
Lo guardo intensamente, sapendo che mi sta mentendo. Ma decido di non insistere, almeno non per ora. Qualcosa non quadra, e la sua risposta non mi convince. Ma conosco Bill abbastanza bene da capire quando non è pronto a parlare.
«Ok».
Dico, cercando di sembrare tranquilla.
«Sei sicuro che vada tutto bene?»
Bill mi sorride, ma c'è una tensione nei suoi occhi che non posso ignorare.
«Sì, va tutto bene. Non preoccuparti».
Annuisco, anche se l'ansia dentro di me non si placa. Torno nello studio, ma la mia mente è altrove. I pennelli sembrano pesare più del solito, e i colori non mi parlano come prima. Mi siedo davanti alla tela, cercando di ritrovare la concentrazione, ma il pensiero di Fabian e di cosa possa volere da Bill continua a distrarmi.
Bill mi ha sempre protetto, ma ora sento che c'è qualcosa di grosso che non mi sta dicendo. Devo scoprirlo, ma devo farlo con calma. Non voglio spingerlo troppo, non ancora.
Con un sospiro, riprendo il pennello, tentando di ritrovare la pace attraverso l'arte, anche se so che sarà difficile con tutti questi pensieri che mi affollano la mente.