Capitolo 7
Siamo in bagno, il caldo è quasi asfissiante e i baci ghiacciati che mi stampa, usando come arma il ghiacciolo, sono disarmanti.
Le sue labbra morbide e dolci si muovono con una passione incontenibile, mentre le mie mani esplorano il suo corpo, cercando di trattenere ogni singolo momento. Il suono dell'acqua che scorre nella vasca da bagno crea un sottofondo rilassante, mentre noi due siamo immersi in un vortice di desiderio.
Le sue mani si agganciano ai miei capelli, tirandoli leggermente mentre i nostri baci diventano sempre più intensi. Il calore del bagno sembra amplificare la nostra passione, facendoci dimenticare tutto il resto. È come se il tempo si fermasse, lasciandoci soli nel nostro mondo di piacere e desiderio.
Dopo un po’, ci interrompiamo per riprendere fiato. I nostri sguardi si incrociano e posso vedere lo stesso desiderio riflesso nei suoi occhi.
"Sei sicura di voler continuare qui?" chiedo, cercando di nascondere la mia incertezza.
Sofia sorride maliziosamente e annuisce. "Sì, voglio te e voglio te adesso."
Senza dire una parola, ci spostiamo verso la doccia, lasciando che l’acqua fredda ci rinfreschi mentre il nostro desiderio continua a bruciare. Quella notte, il bagno diventa il nostro santuario segreto, un luogo in cui possiamo sfuggire alla realtà e dar sfogo ai nostri desideri più profondi.
Mentre ci abbandoniamo alla passione, non posso fare a meno di chiedermi cosa riservi il futuro per noi. Martina è una parte importante della nostra vita, ma la nostra relazione è messa alla prova da quando è arrivata. Spero che possiamo trovare un equilibrio tra la nostra vita familiare e la nostra intimità.
Quello che so con certezza è che l’amore che provo per Sofia è più forte di qualsiasi ostacolo possa metterci davanti. Sono disposto a fare qualsiasi cosa per mantenerla felice e per far funzionare la nostra relazione.
Mentre l’acqua continua a scorrere sul nostro corpo, mi sento grato per averla al mio fianco e spero che il nostro amore possa superare ogni difficoltà che incontriamo lungo il cammino.
L’indomani mattina è il giorno tanto atteso: il primo giorno di scuola di Martina.
Ci vestiamo tutti e tre. Aiuto Martina a indossare il suo grembiule.
Indosso il mio completo, mentre anche Sofia si veste di tutto punto. Le nostre ferie sono finite; porteremo Martina a scuola e poi dirigeremo in studio.
Sofia compare dalla cabina, con i capelli raccolti, un trucco leggero, un pantalone nero a zampa d’elefante, una camicia bianca e uno scalda cuore nero.
È mozzafiato.
Faccio indossare il giubbotto alle mie donne e poi indosso il mio.
“Papà, credo che per oggi tu possa portarmi in braccio,” mi guarda tirando in alto le braccia dopo che le faccio indossare lo zaino.
Cavolo, sono pazzo di lei. Ha i miei occhi e il sorriso di Emma.
“Vieni, scricciolo,” le dico, accoccolandomi.
Prendo Sofia per mano e ci avviamo verso l’auto.
Arriviamo a scuola. Spengo l’auto e, prima che possa scendere, Martina chiede: “Papà?”
“Sì, amore?” Mi volto verso di lei, che è seduta nel suo seggiolino dietro.
“Potremmo aspettare un minuto prima di scendere?” Mi guarda con gli occhi lucidi.
Sofia è accanto a me e le prende la mano. “Vuoi venire qui da noi?” le sorride.
Martina annuisce, si slaccia e salta davanti, sedendosi in braccio a Sofia.
“Sai, anche io quando vado per la prima volta nello studio di tuo padre sono un po’ spaventata,” le dice, sistemando dietro l’orecchio i ricci ribelli.
Martina guarda lei, poi guarda me.
“Anche io ho paura, ogni giorno. Quando difendo le persone in tribunale.”
“Ma papà, tu… tu non hai mai paura!”
“Amore, ma tutti abbiamo paura,” interviene Sofia, prendendomi la mano.
“Forse possiamo svenderci,” Martina ci guarda sorridendo.
“Non muovetevi, vi vengo a prendere io, signorine,” sorrido alle mie donne.
Loro si scambiano uno sguardo e sorridono.
Scendo e vado ad aprire la loro portiera. Faccio scendere Martina e la prendo per mano. Poi aiuto a scendere anche Sofia, chiudo l’auto e ci avviamo verso il cancello della scuola.
C’è Tina al cancello; sapevo che non si perderà il primo giorno di Martina. Lei le corre incontro.
“Zia Tina!”
“Ehi, sei contenta?”
“Sì, sono davvero felice!”
Si volta e torna verso di noi.
“Andiamo a conoscere la tua nuova maestra.”
Io e Sofia abbiamo già incontrato le sue insegnanti e ci sono sembrate davvero molto preparate e dolci, quindi siamo convinti che Martina si troverà benissimo.
Entriamo nella classe, che sappiamo già essere di Martina. Le maestre, due giovani di circa 25 anni, accolgono mia figlia subito a braccia aperte e lei si dedica praticamente a loro.
“Papà, Sofia, ci vediamo dopo,” ci tira un bacio mentre è con dei bambini.
“Vieni, cuore di papà,” mi bisbiglia la mia compagna, prendendomi per mano. Usciamo dalla scuola. “Non mi ha salutato,” esclamo mentre apro la portiera a Sofia.
Lei mi bacia e sale. “Amore, è normale,” sorride.
La giornata scorre velocemente. In studio tutti sanno che Sofia è la mia compagna e che evito favoritismi. Abbiamo avuto anche un piccolo battibecco su differenze di vedute riguardo a una causa.
E lei sa che questo mi manda fuori di testa. Penso che non riuscirò ad arrivare a casa.