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Primo incontro intimo

Le conversazioni erano ormai diventate un filo conduttore delle loro giornate. Ogni loro messaggio portava con sé un’intimità crescente, un linguaggio che superava i confini del semplice interesse professionale. Lui non la vedeva più come una semplice frequentatrice del suo gruppo di yoga; nei suoi messaggi, iniziava a trattarla come una donna, con desiderio e ammirazione. E lei, contro ogni logica, accettava quel ruolo.

Era iniziato con leggerezza, ma dopo mesi di scambi, di confidenze, e di confini sfiorati senza essere mai oltrepassati del tutto, anche lei aveva ceduto. Aveva iniziato a rispondere con messaggi più aperti, lasciando trasparire quello che sentiva ma che non osava ammettere nemmeno a se stessa. La tensione tra loro cresceva, e lui, forse spinto dall’urgenza di concretizzare tutto ciò che era rimasto virtuale, le propose un incontro.

“Vieni a casa mia. Ti preparo qualcosa di speciale,” scrisse in un messaggio.

Lei lesse quelle parole mille volte, combattuta tra il desiderio e il senso di colpa. Parlò con le amiche, cercò conforto e consigli, ma le risposte che riceveva erano discordanti. Alcune le dicevano di lasciarsi andare, altre la mettevano in guardia. Intanto, il rapporto con suo marito si faceva sempre più difficile: silenzi, litigi, una distanza che sembrava insormontabile. Non poteva ignorare quanto lui fosse diventato una presenza viva, luminosa, nella sua quotidianità spenta.

Alla fine, accettò.

Quella sera, mentre si preparava, sentiva il cuore martellare. Indossò un abito semplice ma elegante, niente di troppo evidente, ma che la facesse sentire a suo agio. Prese un piccolo pensiero – una bottiglia di vino che lui amava – e uscì, il respiro corto e la testa piena di domande.

Lui la accolse con un sorriso che sembrava volerla rassicurare e allo stesso tempo sottolineare l’eccezionalità del momento. La casa era calda, accogliente, con un caminetto acceso che illuminava la stanza con una luce soffusa. Sul tavolo, una cena preparata con cura: piatti semplici ma deliziosi, che parlavano di attenzione e desiderio di conquistarla.

Bevvero vino rosato, ridendo e parlando come se nulla di tutto ciò fosse straordinario. Lei si sentiva viva, euforica, come non si era sentita da anni. Eppure, sotto quella leggerezza c’era un’energia tesa, un’aspettativa che cresceva con il passare delle ore.

A un certo punto, il suo sguardo cambiò. Era evidente che lui voleva andare oltre. Si avvicinò, posando una mano delicata sulla sua, come per chiederle silenziosamente il permesso. Lei lo guardò, sentendo il sangue che le pulsava nelle vene, ma in quel momento qualcosa la fermò. Era come se l’adrenalina che l’aveva spinta fino a lì si fosse trasformata in un nodo di incertezza.

Si alzò di scatto. “Devo andare,” disse, quasi sottovoce.

Lui rimase immobile, scioccato. “Ma… tutto questo… noi…”

Lei lo abbracciò rapidamente, un gesto pieno di emozione ma anche di confusione. Non era pronta. Non quella sera. Nonostante il desiderio, la paura di ciò che significava per lei superare quella linea era troppo forte.

Uscì dalla porta quasi correndo, lasciandolo lì, ancora incredulo e disorientato. Per tutta la strada verso la macchina m, il cuore di lei batteva come un tamburo. Non sapeva se avesse fatto la cosa giusta, ma una cosa era certa: nulla sarebbe stato più lo stesso.
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