I primi incontri
Le giornate scorrevano apparentemente uguali, ma c’era qualcosa di diverso nell’aria. I messaggi che avevano cominciato a scambiarsi per lavoro si erano trasformati in un rituale quotidiano. Non c’era un momento preciso in cui la conversazione diventava personale: era successo lentamente, come se entrambi avessero paura di riconoscerlo apertamente.
Le loro parole, inizialmente leggere e professionali, avevano iniziato ad approfondirsi. Parlare di yoga e appuntamenti per lezioni si era presto evoluto in riflessioni sulla vita, passioni, sogni, e persino momenti vulnerabili. Lui era curioso, diretto ma mai invadente. Lei si sentiva al sicuro, protetta in quella connessione digitale che sembrava sospesa fuori dalla realtà.
La notte era il momento più intenso. Mentre lei si infilava sotto le coperte accanto al marito, il telefono diventava una finestra verso un mondo che sentiva più vivo e reale. Lui rispondeva quasi subito, come se stesse aspettando. E i loro dialoghi si allungavano, sfiorando temi che mai avrebbe immaginato di discutere con qualcuno che non fosse una parte della sua vita da sempre.
Una sera, tra un messaggio e l’altro, lui si lasciò andare. “Non so perché, ma parlare con te mi fa sentire libero,” aveva scritto. Lei lesse quelle parole diverse volte, indecisa se rispondere o lasciarle cadere nel vuoto. Alla fine, aveva sorriso tra sé e sé e aveva digitato: “Forse è perché non ci sono aspettative.”
Da lì, il tono cambiò. Lui cominciò ad osare di più. Una battuta ironica qui, un complimento nascosto lì. Lentamente, i suoi messaggi iniziarono a includere emoji – sorrisi, occhi che brillavano, e poi, un giorno, un cuore. Non rosso, non troppo audace, ma un cuore comunque.
Lei si irrigidì. Per un momento restò immobile, il telefono stretto in mano, il marito che dormiva ignaro accanto a lei. Sapeva cosa stava succedendo e non voleva che accadesse. Ma non poteva negare l’effetto che quei piccoli gesti avevano su di lei. Le piaceva sentirsi al centro dell’attenzione, notata in un modo che da tempo non accadeva.
Rispose con un messaggio breve, più distante del solito. Non aggiunse emoji, cercò di mantenere un tono neutro. Lui lo notò immediatamente e si fermò, quasi come se avesse capito di aver oltrepassato un confine invisibile.
Ma il gioco era iniziato. Anche se lei cercava di mantenere la distanza, non poteva ignorare l’eccitazione che sentiva ogni volta che il telefono vibrava. E lui, pur ridimensionando i suoi gesti, continuava a cercarla, a scriverle, a dimostrare con le parole quello che forse non poteva dire apertamente.
Entrambi sapevano che stavano camminando su una linea sottile. Eppure, nessuno dei due sembrava volersi fermare del tutto.
I giorni successivi furono un misto di emozioni contrastanti per Clara. Ogni volta che si preparava per andare alla lezione di yoga, il cuore le batteva più forte, e un leggero sorriso si disegnava sul suo volto, senza che se ne rendesse conto. Non era sicura di cosa stesse succedendo dentro di lei, ma sapeva che Alessandro aveva acceso qualcosa che pensava fosse ormai spento.
Le lezioni divennero rapidamente il momento più atteso della sua settimana. Non era solo una questione di esercizio fisico; era l’atmosfera, il modo in cui Alessandro la faceva sentire. La sua presenza era magnetica, il suo sorriso capace di sciogliere qualsiasi tensione. Ogni parola che le rivolgeva sembrava portare con sé una dolcezza che le riscaldava il cuore.
Durante una lezione, mentre gli altri erano concentrati su una posizione complessa, Clara si rese conto che Alessandro la stava osservando. I loro occhi si incontrarono, e lui le fece un piccolo cenno di incoraggiamento, come se sapesse esattamente quanto si sentisse fuori luogo in quel momento. Clara sorrise, sentendosi improvvisamente più sicura di sé.
Nei giorni seguenti, Alessandro trovò altri piccoli momenti per parlare con Clara. Non erano mai conversazioni lunghe, ma ogni parola sembrava costruire un ponte tra loro. Parlavano di yoga, certo, ma anche di vita, di sogni, di passioni. Alessandro ascoltava con attenzione, come se ogni cosa che Clara dicesse fosse importante.