CAPITOLO 4
Quando Luca inviò la mail si stupì che la suddetta non rispondesse subito, apparentemente era vero che non era molto convinta di venire, anche se lui le aveva offerto un'ottima somma di denaro, la verità era che lo faceva per la madre, voleva vederla felice, anche se gli piaceva anche aiutare, quando arrivò la notifica della mail la aprì e lesse che lei aveva accettato, madre e figlia potevano stare insieme, proprio quando pensava di rispondere, Leticia entrò come se fosse la proprietaria e questo lo infastidì.
-Ciao tesoro, come stai?
-Stavo benissimo finché non sei entrata tu, posso sapere perché sei entrata senza il mio permesso?
-La sua inetta segretaria non è qui e non avevo intenzione di restare finché non si fosse sentita di venire.
-Sta pranzando, Leticia, e non è inetta, puoi andartene, io sto lavorando. -Dice lui alzandosi e dirigendosi verso la porta. Leticia lo abbracciò da dietro e tutto il suo corpo si tese.
-Non stiamo insieme da un mese, mi manchi. -Leticia cominciò a muovere la mano verso il cazzo di Christian, dove cominciò a stimolarlo, finché non cominciò a crescere tra le sue mani: "Che ne dici se mi sdraio a faccia in giù sulla tua scrivania e tu me lo infili da dietro? -Leticia sapeva che quando gli parlava in modo sconcio lo faceva eccitare ancora di più. Ma anche se era dannatamente eccitato, Luca non avrebbe fatto sesso nel suo ufficio, non l'aveva mai fatto e non l'avrebbe mai fatto.
-Non qui Leticia, e lo sai, se vuoi puoi venire la sera nel mio appartamento", aprì la porta e prima di andarsene si girò verso di lei, sul cui volto poteva vedere la smorfia di disgusto che faceva quando lo guardava in faccia. - Tra tre minuti torno e non ti voglio qui", disse prima di dirigersi verso la caffetteria dello stesso piano, sapeva che non ci sarebbe stato nessuno, tutti sarebbero stati nella grande sala da pranzo a pranzare o fuori dall'azienda in un ristorante, odiava vedere le facce dei suoi dipendenti quando lo vedevano, per questo arrivava prima di tutti e se ne andava quando non c'era più nessuno, anche se aveva un ascensore privato nel suo ufficio, ma non aveva fatto due passi quando sentì le ultime parole di Leticia, Fece un respiro profondo e continuò per la sua strada, aspettò esattamente tre minuti, tornò in ufficio, prese le sue cose e andò dritto al suo appartamento, Oggi non sarebbe andato a casa dei suoi genitori perché non si sentiva bene, quando Berny, il suo autista, guardia del corpo e amico, lo vide capì perché, ogni volta che qualcuno lo umiliava o gli faceva del male, cercava il suo rifugio dove nessuno poteva fargli del male, apprezzava molto il suo capo, era un grande uomo.
Mentre si recava in uno dei suoi appartamenti, mandò un messaggio a Patricia, la sua segretaria, dicendo che era partito e che lei poteva fare lo stesso. Poi ne mandò un altro a sua madre dicendo che non ce l'avrebbe fatta.
Luca aveva due appartamenti in quella città, uno dove scopava con le donne, ma nessuna di loro, assolutamente nessuna aveva la chiave per entrare nell'appartamento, nemmeno Leticia, lui o Berny scendevano al piano di sotto per scegliere chi sarebbe salito, e l'altro dove cercava la pace, dove poteva scaricare il suo dolore senza che nessuno lo criticasse.
Quando arrivò, si chiuse nella sua stanza, aveva una splendida vista su tutta la città, sul balcone era circondato da fiori, fiori che sua madre aveva messo, perché fin da bambino era solito sedersi o sdraiarsi in mezzo al giardino di casa, lo faceva rilassare, sentire in pace.
Si sedette a terra, abbracciò le ginocchia e pianse, pianse come un bambino, odiava sentirsi così, per quanto si comportasse con forza di fronte agli altri non faceva altro che liberare il dolore causato dalle parole degli altri, quel giorno non era stata solo Leticia, In una riunione che aveva avuto al mattino, prima di entrare, aveva sentito come lo prendevano in giro, "il mostro della compagnia", "Freddy Krueger", persino "Chucky la bambola diabolica", naturalmente come appare nell'ultimo film tutto pieno di cicatrici sul viso, perché la gente doveva essere così crudele? Non si rendevano conto del danno che facevano? Era stanco delle umiliazioni, naturalmente di fronte a lui non dicevano nemmeno una parola, ma prima di uscire da quella maledetta stanza disse a quelli che aveva sentito deridere che erano stati licenziati.
Cercava di essere forte e crudele, ma la verità era dura per lui, voleva avere una vita normale, innamorarsi, avere dei figli, vivere felicemente con la donna della sua vita, ma sapeva che questo non sarebbe mai successo, una donna non lo avrebbe mai amato, chi lo avrebbe fatto? Anche lui stesso aveva paura quando si vedeva allo specchio. In fondo, sapeva di non essere coraggioso, perché se lo fosse stato avrebbe posto fine alla sua vita già da tempo per non soffrire più, ma sapeva di non esserne capace, inoltre avrebbe fatto soffrire la sua famiglia e la cosa più preziosa di tutte è che amava vivere, vivere quei piccoli momenti unici che aveva in pace, quei piccoli momenti in cui era felice.
Quando vide che si stava facendo buio decise di andare a dormire, voleva riposare, dimenticare quel giorno e sognare, sognare di essere felice e di conoscere la donna della sua vita, una che lo amava e lo accettava così com'era.