Riepilogo
Mi chiamo Amy Parker e da sempre sogno di sfilare in passerella per una grande casa di moda. Per questo mi sono trasferita a New York e ho iniziato a lavorare per una nota agenzia di modelle, ma niente è facile come sembra. Il mondo in cui mi muovo è ostile, pericoloso. Proprio come gli occhi di Tobias Turner. Tobias è un famoso fotografo. Bello, egocentrico e pieno di donne pronte a compiacerlo. Le ragazze ingenue come me se le mangia a colazione. Ciononostante si è messo in testa di aiutarmi, insegnandomi tutti i trucchi del mestiere e trasformandomi in una bellissima femme fatal. Tobias mi introdurrà in un mondo dominato dal sesso e dal piacere estremo; grazie a lui conoscerò un uomo affascinante e potente che potrebbe essermi utile per entrare nel mondo della moda. Chi sceglierò tra l’aitante fotografo e il potente imprenditore? Tra l’amore e il successo? Mi chiamo Amy Parker e sono una top model.
Prologo
AMY
«Sei davvero intenzionata a partire?». Lucas mi guarda coi suoi grandi occhi scuri, e io mi sento in colpa. La voglia di stare con lui dovrebbe essere più forte di ogni altra cosa, ma non è così. In realtà, non vedo l’ora di vivere questa nuova avventura e lasciarmi il passato alle spalle.
Cavolo, lavorerò per una delle più note agenzie di modelle di New York.
Da perderci la testa.
Mi mordo piano il labbro e sospiro. «Ascolta, io…».
«Se te ne vai, tra noi è finita», risponde lui, lapidario. La rabbia monta dentro di me incontrollabile. Se davvero mi amasse, non cercherebbe di tarparmi le ali. Sarebbe orgoglioso di me, di quello che sono riuscita a ottenere.
Faccio lunghi respiri per mantenere la calma e inizio a contare.
Uno, due, tre.
Coraggio, Amy.
Io e Lucas ci conosciamo dalle elementari e siamo sempre stati inseparabili: abbiamo frequentato le stesse scuole, gli stessi amici… era inevitabile che finissimo per metterci insieme. Non abbiamo ancora fatto sesso, ma entrambi abbiamo deciso di aspettare. Siamo ancora giovani, abbiamo tutta la vita davanti.
Perché bruciare le tappe?
Come dicevo, non siamo mai stati separati, se non per brevi periodi. Ma diventare una modella e sfilare in passerella per una nota casa di moda è sempre stato il mio sogno.
E adesso posso realizzarlo.
La vita a Bloomington mi va stretta. Desidero viaggiare, vedere posti nuovi… non sono pronta a seppellirmi in Minnesota per tutta la vita, frequentando le stesse persone e vedendo le stesse facce ogni santo giorno.
«Sei sicuro di quello che dici?», chiedo a un tratto, la voce ridotta a un sussurro. Lucas è sempre stato il mio punto fermo, il mio riferimento. Non voglio perderlo. Ma non voglio neppure rinunciare al mio sogno.
«New York ti cambierà, vedrai» Si gratta la punta del naso, come è solito fare quando è teso. «E io voglio che tu resti la stessa, la mia Amy».
«Sarò sempre la tua Amy», mormoro cercando la sua mano per stringerla. Ma nemmeno io sono sicura di quello che dico. Inevitabilmente le esperienze che vivrò a New York mi cambieranno. Quando tornerò sarò senz’altro più matura, più donna.
Ma questo è sbagliato?
«Sai bene che non è così». Lucas mi fissa intensamente, la sua mascella si tende. Vorrei rassicurarlo, ma non posso mentirgli.
«Il mio amore per te non cambierà». Questo posso prometterglielo. Non potrei cambiare così tanto, è ridicolo solo pensarlo.
Lui si alza dal divano su cui siamo seduti, si infila le mani in tasca. «D’accordo, fa’ pure quello che vuoi. Ma non lamentarti se al tuo ritorno non mi troverai più qui ad aspettarti. Possono succedere molte cose. All’università potrei conoscere un’altra…».
Ingoio il rospo che mi chiude la gola.
«Lucas, dobbiamo per forza lasciarci così? Come due nemici?»
«Guarda che è colpa tua! Avresti potuto iscriverti anche tu alla Minnesota State University, la tua richiesta è stata accettata. Era quello che avevamo deciso, ricordi? Io e te sempre insieme».
Il mio cuore perde un battito.
«Quello era il tuo sogno, non il mio».
«E allora non c’è altro da dire». Mi volta le spalle, apre la porta della mia stanza e se ne va. Per qualche secondo resto in ascolto dei suoi passi sulle scale, come in trance. Una lacrima mi riga la guancia, ma mi affretto ad asciugarla.
Non piangerò per questo.
Non lo farò.
Mi volto verso la parete dove è appeso un enorme poster della Grande Mela e con la mente sono già là, a New York.