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6- Gli scherzi di Sophie

"Rumor has it" di Adele echeggia nell'auto sportiva di Ethan mentre sfrecciamo, sempre a velocità poco moderata, verso la città.

Con i finestrini aperti, il vento mi scompiglia i capelli rendendoli un disastro.

In lontananza si vedono i grandi grattacieli di Manhattan e mi sento immediatamente a casa.

Provo un certo disagio in compagnia di quest'uomo, più di quanto ne abbia potuto provare quando mi ha baciata.

La scena di quella mattanza mi fa ancora rabbrividire, non mi capacito di come si possa essere così spietati nei confronti di un altro essere umano.

Ethan mi ha risparmiato la stessa fine spacciandomi per la sua donna, che nel gergo della malavita significa che mi ha marchiata come intoccabile.

Tento in tutti i modi di stare con i piedi per terra, ma non mi è chiaro il perché lui abbia avuto tutta questa misericordia nei miei confronti.

Mi ha definita una ragazzina, cosa poteva importargli di cosa mi sarebbe accaduto?

Anche la sua insistenza nel concretizzare il fidanzamento mi manda in confusione e la mia coscienza sta già facendosi dei film credendo che tra noi ci sia stato un colpo di fulmine.

Che cosa assurda, anche perché io sono molto restia verso i sentimenti.

Ho deciso che non mi innamorerò mai e di certo non di un criminale, anche se devo ammettere che ha del fascino.

Comunque ora che mi sto avvicinando al mio obiettivo non so come comportarmi.

Ho fantasticato per così tanto tempo su questo istante, ma senza andare oltre, trovandomi ora sprovvista di un piano.

Come potrò vendicare i miei genitori una volta scoperto il vero colpevole?

E come potrò fare il doppio gioco con Ethan? Dovrò realmente far parte della sua vita?

Mi sento scoraggiata, ho ancora troppe domande e nessuna risposta.

Sento già un leggero senso di colpa verso colui che mi ha risparmiato di passare a miglior vita proprio ieri.

Ha un che di sincero nel suo sguardo, una sfumatura che mi fa pensare che siamo più simili di quel che i nostri mondi opposti ci fanno credere.

Può darsi che maschera bene la sua crudeltà?

《Come sono morti i tuoi genitori?》chiede improvvisamente.

《Incidente stradale》dico mentendo e azzardandomi a riproporre la domanda 《E i tuoi?》

《Sono stati uccisi!》risponde freddamente, senza lasciar trapelare alcuna emozione.

《Mi..mi dispiace!》

Sto iniziando a balbettare, non posso mostrare la mia insicurezza proprio ora.

《Non li conoscevi nemmeno!》dice sminuendo le mie parole.

《È vero, non li conoscevo. Ma conosco bene il dolore che causa una perdita e non lo auguro a nessuno.》lo guardo di sbieco e lui fa altrettanto 《Specialmente quando la dipartita non è causata da un malore o da un evento accidentale, ma è premeditata. Quando succede questo, muori anche tu ogni giorno, ma senza abbandonare realmente questo mondo, cambiando la tua personalità e soffrendo enormemente fino alla fine dei tuoi giorni!》continuo dilungandomi troppo.

《Almeno credo che è così che mi sentirei in quel caso!》mi affretto ad aggiungere prima che si accorga di qualcosa.

《È proprio così che si ci sente》ammette 《e quando ti lasciano da solo a vivere una vita che non senti tua, inizi anche a odiarli, finendo per detestare te stesso per il solo fatto di avere lo stesso sangue nelle vene!》

So benissimo cosa intende e devo trattenermi per non cedere alla malinconia.

Il mio telefono inizia a squillare insistentemente nella mia borsa, disturbando la quiete leggera che stava aleggiando tra di noi.

Sono sicura che si tratti di Scarlett, probabilmente si starà chiedendo che fine ho fatto.

Mi armo di coraggio e menefreghismo e rispondo, non mi lascerò intimorire dalla sua presenza autoritaria.

《Scarlett?》

《Sophie ma dove diavolo sei finita? Karen è su tutte le furie!》

Lo immaginavo, la direttrice del giornale è sempre incazzata, probabilmente oggi avrò infierito sul suo sistema nervoso non presentandomi in ufficio.

《Ho avuto un contrattempo!》

Spero tanto che la mia amica riesca a intendere tra le righe, in modo da poter mettere fine alla telefonata.

《Quale contrattempo?》

Ovviamente Scarlett non è molto intuitiva e a mio discapito è sempre fin troppo curiosa.

《Scarlett, non è il momento di parlarne, riesci a coprirmi?》

《Potrei provarci, ma tu devi dirmi come si chiama il tuo contrattempo!》

Quando si comporta così non la sopporto, fa prevalere il suo lato pettegolo degno solo dei migliori paparazzi.

Ora capisco perché ha scelto di lavorare come reporter.

《Scarlett..》la ammonisco, ma lei prende il mio avviso come un incitamento e inizia a urlare al telefono spaccandomi un timpano.

《Tu Sophie, sei veramente una ragazzaccia. Finalmente ti sei data alla pazza gioia! Voglio sapere chi è! DIMMELO!》

《D'accordo, adesso basta, interrompi la telefonata!》dice Ethan infastidito, gasando ancora di più la mia amica che continua a parlare dall'altro capo della linea.

《Ma senti che voce virile che ha! Voglio sapere chi è! Non mi dire che è il titolare del "the bravery house"? Ieri ti stava mangiando con gli occhi!》

《Va bene Scarlett, direi che è giunto il momento di salutarti!》

Interrompo la telefonata e poso il telefono di nuovo nella borsa.

《Ci tengo a precisare che ho salutato la mia amica solo perché stava facendo la stupida e non perché tu hai detto di staccare! Io non mi lascio comandare da nessuno!》

《Io non sono nessuno, abituati all'idea che cambierai vita e abitudini!》dice con prepotenza.

《Non puoi costringermi a fare nulla!》dico sfidandolo ancora una volta.

《No?》

《No, non puoi!》

Resta in silenzio, stringendo il volante dell'auto con entrambe le mani.

Non lo sopporto, ho sempre odiato le prepotenze e soprattutto le imposizioni.

In lontananza riesco a vedere il sopraggiungere del mio quartiere, spero tanto che decida di lasciarmi a casa, andarsene e non farsi più vedere.

Ferma l'auto bloccando mezzo marciapiedi e si precipita a scendere dal mezzo mentre io faccio altrettanto.

《Hey ma che fai?》urlo quando si appropria del mio telefono.

《Questo non ti serve!》

《Ah no? E credi che non sia capace di andare a comprarne un altro?》rispondo indispettita.

Ethan sembra riflettere sulle mie parole, non aveva considerato questa evenienza.

Con uno scatto si riappropria anche del mio portafogli, contenente le mie carte di credito e tutti i documenti necessari per l'acquisto.

《Sei uno stronzo!》dico battendo i piedi a terra come una bambina.

《Passo a prenderti alle sette, fatti trovare pronta e non giocarmi brutti scherzi!》dice mostrandomi i miei oggetti sottratti 《a più tardi Sugar!》

《Ti ho detto che quello non è il mio nome!》

Le mie ultime parole vanno via con il vento afoso di questa giornata iniziata male.

Ethan parte azzardando un'inversione come suo solito e scompare verso l'orizzonte che lo porta a New York o comunque lontano da me.

Salgo in casa, ancora nervosa per colpa di quel pazzo.

Posso fare a meno dei miei documenti e del telefono, mi basterà denunciarne lo smarrimento proprio come avevo deciso questa mattina, il problema è che mi ci vorrà molto più tempo ora.

Accendo il mio computer e inizio la stesura del testo di una mail per Scarlett.

Le spiego in poche parole che ho bisogno del suo aiuto per comprare un nuovo telefono dopo che il mio è stato rubato.

Clicco sul tasto di invio e attendo la conferma della buona riuscita che però non arriva.

Sullo schermo mi compare una notifica di scarto dal sistema principale.

《Ma che?》

Mentre provo a ripetere l'operazione, l'arrivo di una mail da parte del mio stesso account mi spiazza.

"Ti ho detto di non giocarmi brutti scherzi! "

《Brutto stronzo!》urlo richiudendo lo sportello del computer.

È impossibile, questo deve essere un incubo misto a uno scherzo di cattivo gusto.

La presenza di Ethan si sta espandendo nella mia vita mettendo radici come un virus difficile da debellare.

Prendo nuovamente la mia borsa ed esco di casa, troverò un modo per fargli capire che non può gestire la mia vita.

Percorro pochi passi sul marciapiede adiacente al mio appartamento e un uomo inizia a seguirmi.

Svoltando l'angolo mi imbatto in un altro uomo, che mi blocca le braccia e mi intima di stare calma.

《Signorina si calmi!》

《Che cosa volete da me?》

《Il signor Williams ci ha messi al suo servizio.》

Chi diavolo è ora il signor Williams?

Guardo l'anello di Ethan e mi rendo conto che sul rubino non vi è uno stemma, ma una "w" scritta in alfabeto gotico.

《Ethan?》chiedo titubante in cerca di conferme.

《Si, per noi è il signor Williams!》risponde l'uomo che mi inseguiva.

《Mi state quindi spiando?》dico senza preoccuparmi di possibili conseguenze, nonostante io stia parlando con dei malviventi.

《Siamo al suo servizio, qualora avesse bisogno di andare da qualche parte o necessitasse di altro. Io sono James e lui è Luke.》dice il più grosso tra i due, presentandosi.

Luke armeggia con il suo telefono, sono sicura che sta aggiornando il suo capo sui miei movimenti.

Questa situazione mi disturba troppo.

《Ho bisogno di fare alcune compere, ma ho dimenticato il mio portafogli nell'auto di Ethan!》

Mi fingo ingenua, proprio come vorrebbero vedermi, in realtà ho in mente di rendere la giornata del mio "fidanzato" particolarmente imbarazzante.

《Nessun problema, il signor Williams ha messo a disposizione una carta di credito solo per lei!》

Immaginavo che avrebbero risposto qualcosa del genere.

《Va bene! Allora ho bisogno di comprare degli assorbenti!》dico con nonchalance.

I due si guardano perplessi.

Sono tutti uguali gli uomini.

Si mostrano spavaldi con i loro muscoli scolpiti e armati delle loro pistole, pronti a giustiziare chiunque ostacoli il loro cammino e poi attimoriscono quando sentono parlare di mestruazioni e cose correlate.

《Allora? Mi accompagnate?》dico sorridendo, battendo le ciglia come una gatta morta.

Raggiungiamo un grande centro commerciale, il primo disponibile per il mio folle acquisto.

Gli uomini di Ethan mi camminano a pochi passi di distanza, mantenendo intatta la loro aria da gradassi.

Spingendo il carrello, mi fermo allo scaffale riservato ai tamponi intimi, detergenti e assorbenti vari.

Incurante dello sguardo perplesso delle altre persone, svuoto gli scaffali di tutta la merce, assicurandomi una scorta in grado di coprirmi fino alla menopausa.

Giunta alla cassa chiedo ai miei nuovi fattorini di aiutarmi a svuotare il carrello, essendo io troppo indisposta per affaticarmi.

Sono sicura che mi stanno insultando mentalmente, mentre tentano a tutti i costi di mantenere un profilo basso esaudendo la mia richiesta.

Non avrei mai pensato di spendere più di cinquecento dollari per la mia igiene intima, ma devo ammettere che è divertente vedere la scena.

Sono sicura che Ethan avrà già ricevuto la notifica dell'acquisto, ma non si lascerà innervosire per così poco, anche perché non è stato lui a metterci la faccia.

Passando avanti a un negozio di animali, mi ricordo di quanto ho voluto bene a Buzz, il golden retriever che papà aveva regalato per Natale a me e ai miei fratelli quando avevo dieci anni.

Il giorno che abbiamo saputo che i nostri genitori erano rimasti coinvolti in una presunta esplosione, Buzz è scomparso, lasciandoci con un altro buco nel petto.

Entro nel pet shop e dico alla commessa di mettere una coccarda rossa a una cucciola dal pelo bianco con degli occhioni dolci.

《Ethan sarà entusiasta del mio regalo!》dico ai suoi scagnozzi mentre pagano.

Terrei questa cagnolina con me se solo non fosse vietato nel mio palazzo.

Accarezzare quella dolcissima palla di pelo mi ha quasi fatto dimenticare dell'astio che provo per Ethan e stavo per abbandonare l'idea di continuare il mio shopping, quando passando per un sex shop, decido per optare per un altro paio di acquisti.

Ho portato alla cassa alcuni stimolatori vibranti per uomo, delle manette in cuoio, una benda e una bellissima bambola gonfiante che ho soprannominato Susy.

I due uomini litigano silenziosamente tra loro perché nessuno di loro vuole farsi vedere con una donna di plastica, poi però sbavano dietro a quelle con un seno enorme ma di silicone. Ipocriti!

《Dai ragazzi! Un ultimo sforzo, ho bisogno di fare solo un altro acquisto e poi vi lascio liberi!》dico incoraggiandoli.

Quindi io, James, Luke e Susy, entriamo in un negozio di elettronica per comprare un nuovo telefono.

So bene che Ethan non autorizzerà il pagamento, ma credo che il fatto che io voglia a tutti i costi contraddirlo lo manderà in bestia e infatti, come volevasi dimostrare, al momento del pagamento, James riceve una telefonata dal suo capo e immediatamente mi passa la palla infuocata.

《Dimmi tesoro!》rispondo enfatizzando.

《Non credi di esserti divertita abbastanza?》chiede Ethan, ma la sua voce sembra stranamente divertita.

Dove ho toppato?

《Ma veramente neanche un po'》rispondo indifferente.

《Stai mettendo in ridicolo i miei uomini, facendoti odiare!》

《Ma non è mica colpa mia se ho le mie cose!》dico alzando il tono di voce.

《Non ci fai una bella figura nemmeno tu! Ti credevo molto più matura, invece non fai che confermare che sei una ragazzina!》dice pacato.

《Allora hai trovato un buon motivo per lasciarmi in pace!》rispondo offesa.

Non mi serve essere giudicata da lui, almeno io non mi sognerei mai di uccidere qualcuno.

《Tu proprio non vuoi capire la gravità della situazione!》

Credo ci sia ben poco da capire, sta creando scompiglio nella mia vita per un semplice capriccio.

《Senti Ethan, sono stanca di te e dei tuoi modi! Ti pregherei di lasciarmi in pace!》dico chiudendo la telefonata.

《Potete consegnare gli acquisti direttamente al vostro sire, io me ne torno a casa!》mi rivolgo ai due scimmioni e senza aspettare alcuna risposta, mi incammino verso casa emotivamente esausta.

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