Prologo.
-Chi sei e cosa ci fai qui?
-Sono io che faccio le domande stupide, quindi dimmi dov'è mio figlio?- dice infastidito
-Tuo figlio?, mi dispiace ma non ti conosco e non so chi sia tuo figlio!- gli rispondo con timore, non capisco chi sia né perché pretenda suo figlio e anche più come diavolo entro in casa mia.
-Smettila di mentire, LA TUA DANNATA CAGNA È ENTRATA NEL MIO LETTO QUALCHE ANNO FA E HAI AVUTO UN FIGLIO, QUEL FIGLIO È MIO E LO VOGLIO ADESSO!- mi urla, non so di cosa stia parlando.
"Signore, non so chi lei sia e le assicuro che non sono mai stata nel suo letto, tanto meno sono stata incinta o ho avuto un figlio."
Lo vedo avvicinarsi a me e dal nulla ricevo un forte schiaffo che mi scaraventa contro i cuscini e lo sento urlare
-TRE ANNI FA, LA TUA DANNATA CAGNA MI DROGAVA ED ENTRAVA NEL MIO LETTO, POSSO NON VEDERE LA TUA FACCIA NEL BUIO, MA RICORDO BENE LE TUE URLA DI PIACERE MENTRE FACEVAMO SESSO E LE MIE INDAGINI MI DICONO CHE SEI TU; ALLORA DIMMI DOV'È MIO FIGLIO?- Lo vedo estrarre una pistola da sotto la giacca e metterla nei miei cento; Posso solo tremare di paura; Non conosco quest'uomo e non so di cosa stia parlando, non ho mai fatto sesso con lui, diavolo non ho fatto sesso con nessuno in vita mia.
-Signore, mi creda, non la conosco, lei starà sbagliando e io non ho mai fatto sesso con….- inizio a dirgli ma non mi lascia finire perché ho sentito come tirava il grilletto della pistola e si udì un forte clic.
Pensavo che sarei morto, ma l'ho appena sentito urlare le stesse cose.
-Smettila di mentire, sai che avrò mio figlio in un modo o nell'altro, quindi dammelo adesso.
Sto iniziando ad avere le vertigini e sento il mio cuore battere forte, mi sto agitando e ho il fiato corto, dannazione non ho avuto un crollo da mesi; e ora questo pazzo straniero reclama un figlio che non ho mai avuto.
“Ti prego, credimi, non ho avuto figli, non sono mai stata incinta, ti devi sbagliare.” Gli dico quando mi afferra per i capelli per tirarmi indietro la testa e guardarmi negli occhi.
Il suo sguardo è duro, freddo, è convinto di quello che dice e che gli sto mentendo; Mi dispiace lasciare andare i miei capelli ma spingermi indietro contro i cuscini, per sedermi immediatamente sulle mie gambe con una delle sue gambe su ciascun lato del mio corpo.
Con una mano tiene la mia sopra la mia testa e con l'altra mi punta la pistola contro la pancia.
-Quindi vuoi continuare a mentirmi, beh, ti controllerò; Non devi vergognarti, maledetta stronza, visto che non sarà la prima volta che ti metto le mani addosso.- e detto questo mise da parte la pistola per cominciare a sollevarmi la maglietta con la mano libera.
Stavo solo cercando di concentrarmi su di esso, avevo le vertigini e stavo iniziando a vedere tutto sfocato, ho sentito la sua mano accarezzarmi il corpo, tirandomi un po' giù le mutandine e ha detto
-Se non hai avuto un figlio, cos'è questa cicatrice?
-È di un'appendicectomia, è troppo di lato per essere un cesareo, non credi?- rispondo, guadagnandomi un altro schiaffo.
-Non parlarmi in modo sarcastico stronza, sei nelle mie mani e se lo voglio oggi morirai.- dice chinandosi su di me per parlarmi all'orecchio. Non sa quanto sia vicino a raggiungerlo e senza usare la sua arma.
Mi dispiace respirare e fare un respiro profondo prima di dire.
-Beh, quella sera mi godevi da matti, lo so, ora tocca a me godermi fino a stancarmi
-Quello? No per favore, lasciami? - gli dico cercando di muovermi, ma lui è molto più grosso e più forte di me, in più sto per svenire, mi fa male il petto, potrei avere un arresto cardiaco da un momento all'altro.
-Ricorderemo come abbiamo fatto mio figlio quella notte, forse è così che sarai incoraggiato a parlare.- disse e sentii come mi abbassava completamente le mutandine, per poi posizionarsi tra le mie gambe.
Stavo cercando di lasciare andare le mie mani, mentre cercavo di respirare, non volevo morire qui a causa di questo mostro.
-Per favore ascolta, non farmi del male, io non... Ahhh.- urlai forte quando sentii come mi entrava con forza, dopodiché la sua mano libera andò a colpire la mia bocca.
Mi sentivo come se stessi spingendo ancora e ancora mentre tutto diventava nero, apparentemente la mia fine era arrivata.