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#CAPITOLO 2

"Un incubo molto vivido."

Attenzione: questo capitolo contiene sesso esplicito, linguaggio volgare e violenza; per le menti disturbate o sensibili, si prega di non continuare la lettura e di saltare il capitolo. Si prega di non segnalare.

(9 giugno 2018 New York, New York)

(Aurora Carsson)

Qualcosa mi sveglia, sono voci? Non ci credo, apro gli occhi perché ho molto caldo, è evidente perché ieri sera sono andata a letto avevo la febbre quindi mi sono coperta con una pesante coperta di lana, chiudo e apro gli occhi per stiracchiarmi e togli le lenzuola per alzarti quando lo sento.

-Finalmente ti svegli stupido, se continuo ad alzare la temperatura del riscaldamento ci arrostiscono di calore!- guardo allibita l'uomo seduto di fronte a me.

È molto alto, muscoloso, marrone e occhi grigio acciaio, pizzetto e ben vestito, ma mentre entro, ricordo di aver chiuso bene la porta chiudendo entrambe le serrature della porta, quindi gli chiedo

-Chi sei e cosa ci fai qui?

-Sono io che faccio le domande stupide, quindi dimmi dov'è mio figlio?- dice infastidito

-Tuo figlio?, mi dispiace ma non ti conosco e non so chi sia tuo figlio!- gli rispondo con timore, non capisco chi sia né perché pretenda suo figlio e anche più come diavolo entro in casa mia.

-Smettila di mentire, LA TUA DANNATA CAGNA È ENTRATA NEL MIO LETTO QUALCHE ANNO FA E HAI AVUTO UN FIGLIO, QUEL FIGLIO È MIO E LO VOGLIO ADESSO!- mi urla, non so di cosa stia parlando.

"Signore, non so chi lei sia e le assicuro che non sono mai stata nel suo letto, tanto meno sono stata incinta o ho avuto un figlio."

Lo vedo avvicinarsi a me e dal nulla ricevo un forte schiaffo che mi scaraventa contro i cuscini e lo sento urlare

-TRE ANNI FA, LA TUA DANNATA CAGNA MI DROGAVA ED ENTRAVA NEL MIO LETTO, POSSO NON VEDERE LA TUA FACCIA NEL BUIO, MA RICORDO BENE LE TUE URLA DI PIACERE MENTRE FACEVAMO SESSO E LE MIE INDAGINI MI DICONO CHE SEI TU; ALLORA DIMMI DOV'È MIO FIGLIO?- Lo vedo estrarre una pistola da sotto la giacca e metterla nei miei cento; Posso solo tremare di paura; Non conosco quest'uomo e non so di cosa stia parlando, non ho mai fatto sesso con lui, diavolo non ho fatto sesso con nessuno in vita mia.

-Signore, mi creda, non la conosco, lei starà sbagliando e io non ho mai fatto sesso con….- inizio a dirgli ma non mi lascia finire perché ho sentito come tirava il grilletto della pistola e si udì un forte clic.

Pensavo che sarei morto, ma l'ho appena sentito urlare le stesse cose.

-Smettila di mentire, sai che avrò mio figlio in un modo o nell'altro, quindi dammelo adesso.

Sto iniziando ad avere le vertigini e sento il mio cuore battere forte, mi sto agitando e ho il fiato corto, dannazione non ho avuto un crollo da mesi; e ora questo pazzo straniero reclama un figlio che non ho mai avuto.

“Ti prego, credimi, non ho avuto figli, non sono mai stata incinta, ti devi sbagliare.” Gli dico quando mi afferra per i capelli per tirarmi indietro la testa e guardarmi negli occhi.

Il suo sguardo è duro, freddo, è convinto di quello che dice e che gli sto mentendo; Mi dispiace lasciare andare i miei capelli ma spingermi indietro contro i cuscini, per sedermi immediatamente sulle mie gambe con una delle sue gambe su ciascun lato del mio corpo.

Con una mano tiene la mia sopra la mia testa e con l'altra mi punta la pistola contro la pancia.

-Quindi vuoi continuare a mentirmi, beh, ti controllerò; Non devi vergognarti, maledetta stronza, visto che non sarà la prima volta che ti metto le mani addosso.- e detto questo mise da parte la pistola per cominciare a sollevarmi la maglietta con la mano libera.

Stavo solo cercando di concentrarmi su di esso, avevo le vertigini e stavo iniziando a vedere tutto sfocato, ho sentito la sua mano accarezzarmi il corpo, tirandomi un po' giù le mutandine e ha detto

-Se non hai avuto un figlio, cos'è questa cicatrice?

-È di un'appendicectomia, è troppo di lato per essere un cesareo, non credi?- rispondo, guadagnandomi un altro schiaffo.

-Non parlarmi in modo sarcastico stronza, sei nelle mie mani e se lo voglio oggi morirai.- dice chinandosi su di me per parlarmi all'orecchio. Non sa quanto sia vicino a raggiungerlo e senza usare la sua arma.

Mi dispiace respirare e fare un respiro profondo prima di dire.

-Beh, quella sera mi godevi da matti, lo so, ora tocca a me godermi fino a stancarmi

-Quello? No per favore, lasciami? - gli dico cercando di muovermi, ma lui è molto più grosso e più forte di me, in più sto per svenire, mi fa male il petto, potrei avere un arresto cardiaco da un momento all'altro.

-Ricorderemo come abbiamo fatto mio figlio quella notte, forse è così che sarai incoraggiato a parlare.- disse e sentii come mi abbassava completamente le mutandine, per poi posizionarsi tra le mie gambe.

Stavo cercando di lasciare andare le mie mani, mentre cercavo di respirare, non volevo morire qui a causa di questo mostro.

-Per favore ascolta, non farmi del male, io non... Ahhh.- urlai forte quando sentii come mi entrava con forza, dopodiché la sua mano libera andò a colpire la mia bocca.

Mi sentivo come se stessi spingendo ancora e ancora mentre tutto diventava nero, apparentemente la mia fine era arrivata.

Quando mi sveglio è domenica, sono le dieci passate, cavolo non credo, dov'è andato il sabato?

Cerco di muovermi e sento che mi fa male tutto, ricordo che tornando a casa mi sono sentito male quindi può essere che avessi la febbre, perché avevo freddo.

Mi alzo e sento una forte fitta tra le gambe, ma perché? Cerco di ricordare e ricordo, qualcuno è entrato e ha abusato di me, era armato ed è stato violento; Appena posso mi alzo e vado alla porta, è chiusa come l'avevo lasciata prima di andare a letto.

Tutto deve essere stato un incubo, così vivido che pur essendo un brutto sogno lascia tracce fisiche o almeno psicologiche, solo che, il dolore è solo il risultato delle sensazioni lasciate da un brutto sogno.

Chi sano di mente abuserebbe sessualmente di una persona malata che può causare la morte solo alterandola? D'altronde chi potrebbe passare attraverso le mura di questo vecchio edificio, visto che le chiuse sono chiuse?

No, deve essere stato un incubo, la mia finestra non dà sulla scala antincendio e la porta è come l'avevo lasciata, nessuno è entrato per attaccarmi.

Vado in bagno e mi faccio una doccia, è allora che scopro un altro segno, un segno di morso sul seno sinistro, ma che diavolo, come è successo? Un fantasma ha fatto la scorsa notte? Scuoto la testa e continuo il bagno.

Esco e comincio ad asciugarmi e quando mi metto davanti allo specchio del bagno scopro un altro segno, un piccolo livido sul collo, ma cosa diavolo è successo due sere fa?

Un fantasma mi ha attaccato? Mi chiedo ancora, scuoto la testa, perché è più probabile che io stia impazzendo, piuttosto che un brutto incubo lasci segni così veri!

Finisco di vestirmi e vado a lavorare, quando arrivo, mi dice Edmund.

Aurora, come stai? Sapevo che non stavi bene, per questo quando ieri non ti ho visto arrivare ho controllato la tua carta, sia all'ingresso che all'uscita, non si tratta di attirare la tua attenzione.

-Grazie Edmund, sì mi sono sentito male e ho preso la medicina che, come sai, mi fa venire sonno e bene, ho passato il sabato a letto!

-Hai fatto colazione?

-MMM io…- ma non mi lascia continuare perché mi interrompe dicendo

-No, non dirlo nemmeno, sei corso fuori di casa e non hai fatto colazione, ti conosco, per questo sono pronto, aspettami un attimo, ti siedi e non ti muovi.

Lo guardo andare dove so che ha i suoi snack da quello che gli dico

Hai ricevuto il mio messaggio?

-Sì, e come supponevi, il suo itinerario non è stato completamente confermato, ma la foto del mare è il riflesso di una nave e come hai detto, quella foto è stata scattata davanti alla nave Erkinsneck, e se è di Nuke, Groenlandia, cosa che conferma almeno una parte dell'itinerario che Sean ti ha detto di poter seguire.

-Beh, l'hai detto a Walter?

-Sì, è appena uscito e non è più tornato!

-Beh, allora devi cercare di trovare da dove viene la terza fotografia, perché la seconda sarebbe impossibile, è un primo piano di un dito, ma di chi?

“Cosa pensi che sia?” chiede Edmund, avvicinandosi con una bottiglia di succo d'arancia e quello che sembra essere un sandwich di manzo, il suo preferito.

-Ecco mangia, fai la brava e finisci tutto, abbiamo tutto il giorno per vedere questa fotografia.- mi dice, mettendomi davanti il cibo, e poi prendendo una cartellina con una stampa ingrandita della terza fotografia.

-Penso che sia una cornice? ma quale edificio? Solo che in questa città ci sono molti edifici di stili diversi, bisognerebbe cercare di identificare lo stile e poi l'edificio.

-Beh allora mangia, abbiamo del lavoro da fare.- mi dice sorridendo.

Passiamo l'intera giornata e il pomeriggio cercando di identificare lo stile del cornicione, ne abbiamo alcuni simili e con essi alcuni edifici in diverse parti del mondo, ovviamente sono solo quelli che sono importanti.

Walter non è venuto e non ha comunicato, deve cercare di comunicare con Sean O'coner. Esco dal lavoro e torno a casa, dove passo qualche ora a ritoccare e dare gli ultimi ritocchi a “La cascade”.

Sto cercando “Wild Family” ma non riesco a trovarlo e ora dove diavolo l'ho messo, sono sicuro di averlo messo dietro il cavalletto, ma ora quel quadro non c'è più.

Ricevo una chiamata e quando vedo il cellulare vedo che è di mio padre.

-Ciao papà come stai?

-Beh, ti chiamo solo per ricordarti che non devi attirare l'attenzione, non voglio che crei problemi a tua sorella, sai che è una cantante famosa.

-Sì papà, lo so, ma non sto facendo niente, solo il mio lavoro e nient'altro, non esco con nessuno, non da quando mi ha messo da parte.

-Aurora, non cominciare, ama tua sorella e si sposeranno in men che non si dica e saranno una brava sorella e ricordati che devi essere presente alla loro festa di fidanzamento ufficiale e al loro prossimo matrimonio.

-Papà non posso andare, abbiamo problemi con la rivista e sarò molto impegnato.

Cosa può fare una persona inutile come te in quella rivista? Vi dico che dovete essere presenti e se non lo siete la stampa comincerà a speculare sui problemi familiari e io non lo permetterò, ve l'ho già detto, non fate problemi e obbedite.

-Sì papà, mi dispiace e sistemerò le cose per poter partecipare.- mio padre non disse altro, si limitò a chiudere la chiamata.

Poiché è possibile che dopo essere stato al suo fianco per otto anni mi abbia lasciato da parte per mia sorella, è colpa mia, l'ho incoraggiato a sottoporsi a un intervento chirurgico pur conoscendo il rischio di una possibile perdita di memoria.

È stato operato, ha recuperato la vista, ma ha perso la memoria, di conseguenza mi ha dimenticato e messo da parte, tutte le sue parole d'amore, tutti i nostri progetti sono stati spazzati via dal vento.

Per tutto questo tempo ho cercato di farglielo ricordare, ma no, si è anche innamorato o almeno così dice di Alice che mi ha spezzato il cuore. E tutto a causa di uno stupido trofeo di calcio, un brutto tiro e in un secondo ha perso la vista.

Per finire, sia mia madre che mio padre mi accusano di invidiare mia sorella minore, di cercare di toglierle l'amore della vita, non accettano che sia stata lei a mettersi tra lui e me.

Tanto per cambiare, scopro che la mia malattia e tutte le mie illusioni sono morte, i miei piani sono andati sprecati, ho dovuto cambiare il mio stile di vita e prendermi cura di me stesso, il mio cuore non è molto forte e potrebbe morire da un momento all'altro.

Non posso continuare a dipingere, il mio umore è calato così spengo tutto, lascio solo una piccola luce nel corridoio e vado a letto, ma non prima di aver preso le mie medicine.

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