Capitolo 3
P.O.V. di River
Andrew si voltò verso la voce dell'intruso con uno sguardo assassino, "Questi non sono affari tuoi, quindi sparisci dalla mia vista".
L'uomo forzò un sorriso mentre i suoi occhi blu oceano divennero di qualche tonalità più scura, "In realtà sono affari miei per due motivi: uno, la ragazza non vuole vederti o parlarti e tu insisti ancora con la forza, non lo permetterò mai e due, sei in casa mia, sulla mia proprietà, quindi ti consiglio di lasciarla andare o farò trascinare il tuo culo fuori di qui dai miei uomini. Sono stato chiaro?" ringhiò mentre fissava la presa di Andrews sulle mie mani.
Andrew mi lasciò andare lentamente e fece qualche passo più vicino all'affascinante straniero: "Se pensi che sia finita, ti sbagli di grosso".
Un cipiglio gli attraversò il viso, ma era chiaro che stava ancora cercando di mascherare le sue emozioni "Qualsiasi giorno in qualsiasi momento perché non ho paura di un bastardo come te".
Andrew ridacchiò mentre faceva l'ultima dichiarazione prima di andarsene, "Vedremo chi riderà alla fine".
Sospirò guardando direttamente nei suoi occhi, "Grazie ah signor-".
Allungò la mano e fui veloce a stringerla mentre il mio cuore accelerava la risposta, "Il nome Ethan ed è un piacere".
"River e grazie ancora". I suoi occhi scintillarono provocando un sorriso sul mio viso, ma proprio mentre stavo per girarmi, una donna simile a una modella uscì attaccando il suo braccio a Ethan, naturalmente i miei occhi vagarono sulla sua mano sinistra per scoprire che c'era davvero un anello.
Mi si spezzò il cuore e feci del mio meglio in quel momento per seppellire tutti i sentimenti che avevo per lui, ma come tutti sappiamo non possiamo controllare per chi li proviamo. Mi prenderei in giro da sola se dicessi che se ne sono andati in quell'istante, perché non è così.
Ho messo su il miglior sorriso finto che potessi trovare e sono scesa velocemente dalle scale e sono uscita in giardino. Ho visto il mio fratellino Aiden agitare la mano da lontano e così mi sono avvicinata al nostro tavolo per sedermi.
"Stai bene?" mi chiese, mettendomi una mano sulla spalla. Questo mi fece sorridere perché nessuno mi conosceva meglio di lui. Era così giovane eppure sapeva così tanto.
Scossi la testa accarezzando la sua guancia destra: "Sì, sto bene".
"Questo..... vestito è troppo..... corto River. "Mio padre biascicò, stringendogli la mano.
Feci un respiro profondo per non attaccarlo, "E' l'unico vestito che ho e non potevo permettermi di comprarne uno nuovo a causa di tutte le bollette che dobbiamo pagare alla fine del mese".
Scosse il suo bicchiere di bourbon prima di bere un sorso e poi guardarmi negli occhi: "Non indossarlo più". I miei occhi vagarono ovunque tranne che nei suoi e si fermarono sullo sguardo di Ethan che scatenò molte emozioni nella fossa del mio stomaco che non ero pronta ad affrontare così distolsi il suo sguardo e mi appoggiai a mia madre.
"Lei scosse la testa, disse a mio padre e ci alzammo tutti verso l'uscita per raggiungere la nostra casa.
Proprio quando stavamo per entrare in casa, mio padre ricevette un messaggio e potei vedere un accenno di paura nei suoi occhi, un'emozione che non aveva mai dato e che mi lasciò una sensazione di disagio, ma decisi di non pensarci troppo.
"River ho bisogno di parlarti" disse, indicando la sedia sulla nostra veranda.
Lo esaminai per un po' prima di fare un cenno con la testa: "Sì", risposi.
"Vuoi sposare Andrew? "Chiese, con molta calma, ma si poteva percepire la paura nelle sue parole.
Chiaramente, era pazzo. Voleva che sposassi quell'idiota che non amavo nemmeno.
"No", risposi, severamente e senza alcuna esitazione.
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