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Prologo

Adoro le vacanze di Natale quando posso spegnere la sveglia e girarmi dall’altra parte. L’ho fatto, o meglio ci ho provato, tranne che il mio husky di dieci anni, Zeus, ha deciso di restare dietro di me per rubarmi la coperta. Ho riso leggermente allungando la mano per accarezzare la testa del cane ancora mezzo addormentato.

Sono le urla di mia madre dal piano di sotto che mi svegliano completamente.

«Emy! La nonna è arrivata!»

Emy è l’abbreviazione del mio nome Emily, sono cresciuta solo con mia madre e mia nonna. Non conosco mio padre. Non mi sono mai chiesta chi fosse o no, perché non ce n’è mai stato bisogno.

La nonna è un motivo in più per amare il Natale.

Da quello che ricordo, fin da bambina, prima di pranzo e cena, mi siedo su un grande tappeto marrone, davanti al divano, vicino al cammino a legna.

Sono felice di ascoltare nonna Margot, nonostante io abbia ventisei anni e nonostante le obiezioni di mia madre. Non riesco a trovare una spiegazione convincente del perché non sopporta la magia e per quanto ricordo, è sempre stato vietato parlare di magia a casa nostra. Seconda mia madre è pericolosa per l’anima e lo spirito e, a differenza dei miei amici, non ho mai avuto un libro di Harry Potter o altro.

Sorrido.

«Forza Zeus! Scendi!»

A fatica faccio scendere Zeus, infilo le mie pantofole rosa, corro giù per le scale di legno seguita dal cane e, come al solito, rischio d'inciampare sull’ultimo gradino.

«Nonna!»

Esclamo guardandola e ridacchiando.

«Oh ecco la mia nipotina preferita!»

Alzo lo sguardo al cielo, scuotendo leggermente la testa.

«Vorrei sapere se hai altri nipoti di cui non sono a conoscenza!»

Nel frattempo la seguo in soggiorno e vedo la nonna che si guarda intorno per assicurarsi che la mamma non sia lì.

«La mamma è in cucina.»

Dico sottovoce.

Mi fa l’occhiolino.

«Dove siamo arrivati l’ultima volta?»

«Che Daniel è sicuro che un giorno arriverà la ragazza che stanno aspettando.»

«Ah sì!»

Mi siedo sul tappeto e ascolto i racconti sulla “Prescelta e il mondo del popolo sperduto”.

Con nuovi dettagli e quindi mi sembra che sia tutto vero, anche se so che è tutto frutto della sua immaginazione.

Riesce a creare un modo magico.

Non fa in tempo a proseguire quando in quel momento entra nella stanza mamma e se l’avesse potuto avrebbe fulminato mia nonna.

«Mamma! Basta con queste sciocchezze!»

Rimango in silenzio e guardo le due donne litigare.

La nonna mi guarda e sussurra:

«Tua madre pensa che io sia impazzita più del solito».

Ridacchio e ricevo un’occhiataccia da mia madre.

«Devi spiegarmi perché sei così arrabbiata, sono solo storie».

La guardo negli occhi, come fa di solito: invece di rispondere, cambia argomento, come se non le importasse della mia opinione.

«Porta fuori Zeus».

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