

Capitolo 1
POV DELL’AUTORE
Manuel era ormai diventato un uomo di 33 anni. Le sue sembianze ricordavano molto quelle di suo padre; aveva la stessa struttura fisica di Erik, alto, bello, capelli neri, spalle larghe e massicce; inoltre aveva ereditato da lui e da suo padre Alexander il carattere dominante e zero pazienza.
Il suo corpo imponente e muscoloso era ricoperto di inchiostro nero che gli donava un area aggressiva e spaventosa.
Manuel era violento e pericoloso. Negli ultimi anni si era immischiato in affari legai e non, diventando così estremamente potente e ricco.
Fedele al nomignolo che gli era stato affibbiato, il figlio dei diavoli era il tipo di uomo con il quale era impossibile parlare, una sola parola sbagliata e ti saltava il cervello.
Conosciuto come il degno erede di Erik e Alexander, Manuel non aveva nulla da invidiare ai suoi padri, anzi era ancora più spietato e possedeva sangue freddo; avrebbe scuoiato un uomo vivo senza rimorso. Temuto e rispettato dai suoi nemici, nessuno osava sbarrargli la stranda e quei pochi sprovveduti che avevano provato a sfidarlo, avevano trovato la morte.
Era pericoloso ed estremamente intelligente, qualità che aveva ereditato da sua madre Victoria, oltre agli occhi grigi come il piombo.
Proprio come lei aveva preso due lauree in pochi anni e una di queste era in medicina, pochi sapevano che Manuel era un chirurgo esperto capace di tirare fuori il cuore con sole due incisioni. La chirurgia lo aveva sempre affascinato, con il suo talento si sentiva come un dio terreno in grado di poter donare o stroncare una vita a suo piacimento; ma anche se a Manuel la professione di medico eccitava, non era abbastanza da poter saziare la sua sete di potere.
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Era sera, e Manuel stava ritornando da un affare andato male, era seduto nella sua limousine e pensava a quello che era successo.
Un certo Damian Russof era l’uomo con il quale stava provando a finalizzare un accordo, ma suo figlio, una gran testa calda, aveva cercato di fotterlo.
Due navi cariche di armi sarebbero dovute arrivare al porto, ma sorprendentemente una non aveva superato i controlli. Il caro Russof era colui che aveva assicurato che tutto andasse liscio, e con tale garanzia Manuel avrebbe negoziato un prezzo vantaggio per la sua famiglia.
A quanto detto dal figlio di Russof, la spedizione era tornata indietro e la nave era scomparsa nel nulla.
Beh se il figlio di puttana credeva che Manuel si fosse bevuto una stronzata del genere allora si sbagliava di grosso, così dopo aver preso informazioni, Manuel aveva scoperto che gli avevano rubato il carico, fatto fuori i suoi uomini e smantellando la nave fino all’ultimo bullone.
Manuel aveva fatto credere ai Russof di essersi bevuto la loro storia, e a tal proposito aveva chiesto un ulteriore incontro per discutere del prossimo carico. Arrivato al luogo concordato, il figlio di Damian aveva affrontato Manuel con uno stupido sorriso sulle labbra.
“Hey amico, mi dispiace per quello che è successo, ma tranquillo questo carico passerà senza problemi.” Disse ridendo.
Quell’atteggiamento da uno che ne sapeva di più di Manuel non fece altro che alimentare la sua rabbia.
Con lo stesso sorriso falso, Manuel annuì.
L’idiota non sapeva ancora cosa stava succedendo alle sue spalle, ma presto lo avrebbe scoperto, perché nessuno poteva fotte Manuel White, infatti aveva dato ordine ai suoi uomini di organizzare un agguato in uno dei luoghi dove i Russof tenevano i container. Il danno per la spedizione rubata da quel bastardo era di oltre 5 milioni, ed era per questo che adesso anche loro avrebbero pagato per la stessa perdita. Quattro container furono rasati al suolo ed ovviamente Manuel aveva ordinato di fare fuori tutti.
Fanculo, pensò Manuel, la prossima volta ci penseranno due volte prima di giocare alle mie spalle.
Non passò molto che quell’idiota ricevette la telefonata che Manuel si aspettava.
Il viso del giovane Russof cambiò improvvisamente, l’espressione e quel sorriso da imbecille gli crollò, corrucciando la fronte.
Manuel non gli diede tempo di riattaccare che gli sparò ad una spalla, mentre i suoi uomini perfettamente addestrai iniziarono a fare fuoco su tutti.
Gli uomini di Russof risposero prontamente, ma appena notarono il loro capo sul cemento, partirono in ritirata.
Il bastardo era ancora vivo, in realtà Manuel non lo voleva morto, questo era solo un avvertimento, un messaggio da portare indietro al suo paparino.
Mentre Manuel era avvolto nei suoi pensieri il suo telefono squillò, era suo fratello minore.
“Hey Jack…” Rispose annoiato.
“Manuel, cosa cazzo hai fatto?…Papà è incazzato nero.” Il tono nervoso di Jack non intimorì Manuel.
Quello che era successo era già arrivato a destinazione e non solo, pensò ridendo. Le cattive notizie volano.
“Tranquillo…” Disse mentre prendeva una boccata dalla sua sigaretta.
“Chi dei due?” Chiese rilassato.
“Entrambi, ma Erik è quello che ha dato più in escandescenza.” Rispose Jack.
Erik reagiva sempre in modo esagerato, quell’uomo era sempre pronto a fare di tutto un dramma.
Manuel roteò gli occhi verso l’alto pensando a quanto suo padre rompesse il cazzo.
“Ci parlerò io stesso…Adesso prepara due brune, voglio quella con le tette grosse e un bel culo da scopare… sto arrivando.”
Manuel prese un’altra bocca dalla sua sigaretta, chiuse gli occhi e gettò la testa indietro sul poggiatesta. Era mentalmente esausto ed aveva bisogno di due belle ragazze per scaricare la tensione, e le brune erano le sue preferite. Niente da togliere alle altre, Manuel si sarebbe scopato qualsiasi bel buco, ma quando era stressato, le voleva scure come il manto delle sue cavalle.
“Ok…ma ti avverto, papà sta per arrivare al REX.” Disse Jack.
“Ok.” Rispose chiudendo la telefonata.
Sbuffò, non aveva voglia di incontrare il suo vecchio, poi pensò che forse la cosa sarebbe andata ancora peggio se si fossero presentati entrambi, si grattò il mento pensando che non era in vena di ramanzine per bambini.
Si…per chi lo stesse chiedendo, Manuel aveva due padri. Uno non bastava, aveva pensato più di una volta, ma sua madre aveva due mariti.
Era strano? Non per lui, non per i suoi fratelli e neanche l'intero paese.
Chi fosse il suo vero padre biologico? Non lo sapeva, e non gli interessava.
I suoi padri erano fratelli gemelli identici, e lui e Jack erano cresciuti con entrambi.
Suppongo che mia madre non sia stata in grado di deciderne uno, diceva spesso Manuel. O forse nessuno dei due voleva privarsi di lei. D’altronde erano due uomini possessivi a cui non piaceva cedere.
Manuel, Jack ed i loro padri erano praticamente uguali, se non fosse stato per la differenza d’età sarebbe stato impossibile distinguerli.
Per molti la relazione dei suoi era considerata abominevole e perversa, ma a lui non interessava cosa facessero nella loro camera da letto, beh ovviamente poteva immaginarlo, ma d’altronde anche lui non era da meno. Qualunque donna nella capitale e nei paesi limitrofi conosceva la perversione dei White.
Il rapporto a tre dei suoi genitori non era mai stato un problema, anche se una volta da bambino un idiota aveva cercato di insulare sua madre, Manuel l’aveva fatto praticamente a pezzi. La sua famiglia era schifosamente ricca e potente per lasciare che qualcuno avesse avuto una sua opinione sulla sua famiglia, così da sempre tutti avevano dovuto accettate la stranezza della loro relazione senza fiatare.
Per quanto riguardava Manuel, i suoi gusti erano ben diversi dai suoi padri…non gli piaceva condividere le sue cose, tantomeno le donne.
POV DI MANUEL
Dopo un lungo viaggio in auto non vedevo l’ora di rilassarmi, mi sentivo stressato ed avevo proprio bisogno che qualcuna che me lo succhiasse.
Finalmente arrivai al REX, era uno dei nostri locali, ne avevamo diversi sparsi per il paese, ma da quando avevo preso il controllo di essi, avevo cambiato alcune cose.
Il REX non era più il solito club per giovani, ma anche un posto dove uomini ricchi e di potere potevano venire a divertirsi con belle ragazze senza troppe seccature.
Erano le 23:00 quando finalmente entrai nel mio privet, avevo proprio bisogno di un drink e di una bella scopata.
Aprendo la porta allentai la cravatta, due ragazze erano già sul divano e si stavano sditalinavano a vicenda.
Tolsi via la giacca e tirai la camicia fuori dai pantaloni.
Diedi un’altra occhiata alle due, erano le mie preferite. Natalie capelli neri e pelle abbronzata, due tette grosse come due meloni e un buco del culo perfetto.
La ragazza era una di quelle pronte per l’uso senza doverci lavorare troppo.
Mi piaceva scoparla forte e infilarglielo tutto dentro fino a farla svenire, mentre Jennifer, capelli neri e occhi blu, era un vero talento nel succhiarlo, lo prendeva profondo fino in gola ed era in grado di farti sborrare in un mezzo minuto.
Così mi piaceva scopare, con donne esperte che soddisfavano a pieno le mie perversioni.
Ogni sera avevo una vasta scelta, tra le ragazze che lavoravano per me e quelle che si gettavano volentieri ai miei piedi senza essere pagate.
Le accompagnatrici/ballerine del REX conoscevano molto bene quello che succedeva nel mio privet, nessuna era obbligata a venire a letto con me, ma tutte sapevano che oltre ad un bel assegno succulente, una volta entrate nella mia stanza la parola no non aveva nessun significato, dovevano fare qualsiasi cosa chiedessi.
Per quanto riguarda le altre donne, beh a loro era nota non solo la mia perversione, ma anche la mia generosità e soprattutto il mio potere.
Tutte volevano provare il brivido di essere la donna di Manuel White almeno per una volta.
Nessuna ragazza, nessuna figa della capitale mi aveva mai rifiutato e tutte avevano sempre acconsentito di loro spontanea volontà nel farsi scopare come puttane.
Avvicinandomi al letto, le ragazze mi guardarono e si fermarono.
Sorrisi con un ghigno lussurioso sentendo il cazzo nei miei pantaloni duro e pronto a scopare ogni loro buco.
Con un segno della mano, feci cenno di continuare.
Mi sedetti sul divano di fronte a loro, accavallai le gambe sul tavolino, allungai le braccia lungo lo schienale e mi godetti la scena lesbo davanti a me, ma la mia pace durò solo poco tempo perché improvvisamente la porta si aprì bruscamente.
“Devi bussare prima di entrare” Dissi infastidito.
“Non ho mai bussato e non ho intenzione di farlo adesso….Hai paura che ti becchi col cazzo di fuori?” Chiese ridendo.
“Cosa vuoi papà?” Mormorai annoiato. Davvero non ero in vena di chiacchiere.
“Che cazzo hai combinato?…Erik è fuori di sé.” Disse mio padre Alexander sedendosi accanto a me.
Nonostante la situazione, il suo tono era rilassato e non sembra infastidito da quello che avevo creato.
Sapevo che tra i due Alexander era quello che la pensa come me.
Le nostre personalità erano così simili che a volte ho creduto che lui fosse il mio vero padre biologico.
“Hanno cercato di fottermi...l’accordo è saltato…nessuno lo mette nel culo a Manuel White.” Sputai infastidito.
Mio padre mi diede una pacca sulla spalla e iniziò a ridere.
“Fanculo Erik… hai fatto bene...nessuno può mancarti di rispetto.” Disse con un sorriso compiaciuto, poi il suo sguardo si spostò sulle due ragazze.
“Le bionde sono più belle…” Mormorò con ghigno.
“Non sono un fan delle bionde…”
Roteai gli occhi annoiato. Ci risiamo con la storia delle bionde.
“Dici così perché non hai trovato ancora quella che te lo fa venire duro…” Continuò ridendo.
“Tranquillo…mi viene duro con tutte…solo che le bionde non sono il mio tipo.” Risposi annoiato.
Mio padre iniziò a ridere.
“Strano…a noi White le bionde fanno perdere la testa.” Continuò a sghignazzare.
Gli lanciai un’occhiata infastidita sapendo dove voleva arrivare.
Diceva così perché entrambi i miei padri avevano perso la testa per una bionda e anche mio fratello Jack usciva attualmente con una bionda.
“Ti lascio ai tuoi affari, ma domani passa alla White Corporation…dobbiamo sistemare questa situazione.” Disse mentre si alzava e andò via.
Si, lo sapevo avevo fatto un bel casino, ma non me ne fregava un cazzo.
Fanculo l’accordo. Fanculo Russof.
Quei bastardi credevano davvero di avermi fregato. Forse non avevano capito chi ero o forse lo sapevano ma mi avevano sottovalutato.
Chiunque abbia avuto a che fare con me poteva confermare la mia natura malvagia e manipolatrice.
Sono un bastardo senza rimorsi, cinico e senza morale e quando si tratta dei miei interessi non lascio niente al caso.
Sono sadico e spietato, godo nel vedere la paura e la sofferenza nel volto delle persone, inoltre sono fottutamente intelligente, ho il quoziente intellettivo di mia madre e la malvagità dei miei padri…è impossibile fottermi.

