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3. Difficoltà e misteri:

Lunedì 12 aprile, ore 14.30

Passa così una settimana in un continuo altalenarsi di indizi e di piste investigative che man mano li si controlla, portano tutti ad un nulla di fatto: anche per quanto riguarda l’auto noleggiata dal presunto Perrez, non erano stati fatti passi avanti, sembrava infatti essere sparita in un vortice misterioso, il commissario e i suoi non l’avevano trovata da nessuna parte, nemmeno nascosta in qualche rimessa o abbandonata nel fossato più remoto di campagna.

Forse il proprietario delle auto a noleggio si era sbagliato, l’uomo assomigliava talmente tanto all’assassino della Dünnerz, da essersi confuso, e aver fatto perdere così giorni preziosi all’indagine.

Senza un nulla di fatto, il caso rischia di chiudersi definitivamente, riflette Terenzi, il questore sta avendo fin troppa pazienza e noi non possiamo inseguire un fantasma, tralasciando tutti gli altri casi.

Il poliziotto sta uscendo dal suo ufficio per andare a cercare l’ispettore e dirgli che da quel pomeriggio loro non si sarebbero più occupati del caso Dünnerz-Perrez, quando Ghirodelli lo intercetta in corridoio:

-Commissario, è arrivato un fax da Berlino!- lo apostrofa sventolandogli il foglio

-Finalmente! Che cosa c’è scritto?-

-Lo vuole leggere lei?-

-Ce l’hai in mano tu, leggilo tu, no?-

-D’accordo- l’ispettore si schiarisce la voce e, un abbozzo di sorriso sulle labbra sottili, distribuisce una parola dietro l’altra:

- “Buon ciorno, commissario. Vorrei che lei venire qui per fare indagini insieme, nuove informazioni. Prendere treno o aereo. A presto”

-Cosa pensa avrà scoperto?- domanda l’ispettore, una maschera dubbiosa sul viso.

-Sicuramente qualcosa di importante, altrimenti non mi avrebbe chiesto di raggiungerlo … - ribatte tentennante anche lui.

-Ha intenzione di andare?-

-Non lo so, in fondo non abbiamo scoperto nulla in questa settimana. Se Perrez è ancora qui a Torino, non mi va di lasciare la città: mi è già bastata quella volta a Porto Ercole, e non ci tengo proprio a ripetere l’esperienza. Inoltre, qualsiasi mossa facciamo, non riusciamo mai ad ottenere nulla di concreto: l’identikit diffuso ha sortito lo stesso effetto di una foto di un attore hollywoodiano, “l’abbiamo visto di qui, l’abbiamo visto di là” … e poi anche la pista dell’auto noleggiata è stata un buco nell’acqua -

-Pensa quindi che anche quella sia stata una falsa pista?-

-Non lo so, Ghirodelli: qualcuno ha noleggiata l’Audi, ovviamente con dati completamente inventati, che però non si è trovata da nessuna parte! E anche i posti di blocco non hanno dato risultati … - Terenzi scuote leggermente la testa, poi continua:

-Comunque sia, non spetta a me decidere, devo chiamare il questore e sentire lei che cosa vuole fare-

-Già, l’ultima parola spetta al Grande Capo … -

Il superiore accenna un sorriso e, scuotendo la testa divertito, continua:

-Mentre provo a chiamarla, fammi un favore: informati su tutti gli orari degli aerei diretti a Berlino che partono domani-

-Mattino o pomeriggio?-

-Da mezzogiorno in poi-

-Va bene, commissario, vado subito-

Mezz’ora più tardi, l’ispettore bussa all’ufficio di Terenzi con in mano due fogli stampati di fresco:

-Posso entrare?- chiede, aprendo leggermente la porta

-Sì, vieni- l’uomo alza la testa dalle carte che sta controllando

-Ho trovato quello che mi ha chiesto … -

-Bene. Io invece ho telefonato al questore e lei è disposta a farmi partire alla volta di Berlino-

-E’ una buona notizia?-

-Non proprio, avrei preferito dirigere le indagini da qui … che orari mi proponi?-

-Dunque, c’è un aereo che parte domani alle 12.10, un altro alle 14.30, un altro ancora alle 16.45, alle 18…-

-Quello delle 14.30 può andare bene-

-Faccio che prenotarlo?-

-Sì, grazie, seconda classe, non vorrei fare andare in malora le nostre casse già così piene!-

-Poi chi la sente il questore-

Pochi minuti più tardi, Ghirodelli entra nuovamente nell’ufficio di Terenzi, il volto meno disteso di quando ha lasciato la stanza qualche attimo prima:

-Commissario, mi scusi, è arrivato un altro fax di Marz-

-Stavo giusto venendo a mandargliene uno per confermare la mia partenza. Cosa dice?- il poliziotto si alza dalla sedia e si avvicina al sottoposto

-Ecco, ci sarebbe un contro ordine… -

-In che senso? Non vuole più che lo raggiunga?-

-Il fatto è che sembra che Sebastian Perrez sia morto questa mattina-

-Come morto?! Fino a meno di un’ora fa era vivo e vegeto!-

-Eh lo so, commissario, ma c’è scritto così sul fax-

-Fammi vedere … - intima l’uomo, contraendo la mascella, le sopracciglia aggrottate -qui dice che Perrez lo avrebbe chiamato dicendogli che non riusciva più a sopportare quello che aveva fatto alla Dünnerz e per questo si sarebbe ucciso. Ovviamente non sono riusciti a rintracciare il numero… - conclude Terenzi, alzando lo sguardo come ipnotizzato da un sortilegio solo a loro due noto.

-Ora come procediamo?-

-Eh … ci siamo mobilitati per nulla- sbuffa il poliziotto, restituendo il foglio a Ghirodelli e continuando poi:

-Non siamo stati abbastanza tempestivi. Quando la scorsa settimana abbiamo ricevuto la segnalazione dell’auto noleggiata, avremmo dovuto muoverci subito, avrei dovuto partecipare io stesso ai posti di blocco-

-Non è colpa sua, commissario. Dopotutto non era nemmeno un nostro caso, eravamo solo di supporto ai colleghi tedeschi-

-Sì, lo so, ma mi sento preso in giro: così non sapremo mai se Sebastian Perrez abbia veramente ucciso quella donna oppure no-

-I fatti sono piuttosto chiari-

-Lo so, ma c’è qualcosa che non mi convince-

-Si riferisce al fatto che solo dopo sette anni il presunto omicida sia stato assalito dai sensi di colpa?-

-Sì- risponde pensieroso il superiore, incrociando le braccia sul petto coperto da una camicia a fantasia scozzese - qualcosa in lui deve aver fatto scattare questo improvviso rimorso che lo ha portato ad uccidersi, non me lo spiego altrimenti, dannazione!-

-Ma non le sembra strano, commissario?-

-Certo che mi sembra strano, Ghirodelli! Ma sappiamo entrambi che adesso come adesso non ci sono elementi sufficienti per tenere aperto il caso. L’unica cosa certa è che non c’è più ragione di partire: per favore, disdici la prenotazione-

L’ispettore, un’occhiata che ricorda quella lanciata da chi è stato beccato a fare qualcosa che avrebbe dovuto fare senza l’input di nessuno, guarda titubante Terenzi:

-Non avevo ancora telefonato, commissario: il telefono del mio ufficio non funziona-

-Come non funziona?!-

-Eh sì, stavo provando a vedere come mai, quando è arrivato il fax di Marz-

Il commissario si passa una mano sulla barba incolta, gli occhi rivolti al soffitto:

-Ma cos’è questo? Un complotto contro di noi?! E’ mai possibile che quando serve qualcosa non funziona mai niente in questo posto?!-

-Mi scusi, commissario, chiamerò subito il tecnico per farlo riparare-

-Ecco bravo, io intanto mando un fax a Marz. Voglio sapere esattamente la dinamica di questo maledetto suicidio! Ah, aspetta: già che ci sono, vengo a dare un’occhiata a questo benedetto telefono!-

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