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Capitolo 3 BARBECUE CON I SUOCERI

Giuseppe si avvicinò a me, dando la mano a mio padre, mentre vedevo nei suoi occhi tristezza e rabbia, ma non c'era motivo di tirarsi indietro ora, perché il mio destino era segnato con quell'uomo da quando ero nata. Giuseppe si avvicinò a me, cingendomi la vita con un braccio, afferrandomi la nuca per tirarmi a sé, premendo la sua bocca sulla mia mentre la sua lingua vagava disperatamente per la mia bocca, alla ricerca della mia lingua, mentre le sue mani scendevano verso le mie natiche, stringendole come se gli appartenessi già.

- Bella e deliziosa - mi disse Giuseppe spostando il suo corpo a pochi centimetri da me.

- E tu sei uno sfacciato, lo sai? - Gli ho sussurrato all'orecchio

- Mi piace, selvaggio come un gatto, ma saprò come controllarti", disse prima di lasciarmi per congratularsi con mia sorella.

- Congratulazioni a tutti e due, so bene che mio figlio vi renderà molto felici", disse una donna che si avvicinò a dove io e i miei genitori stavamo parlando, dando per scontato che fosse la madre di Giuseppe, anche se nessuno ci aveva presentati.

- Grazie mille signora de Capri, anche se non mi aspettavo questo evento visto che posso quasi dire di essere appena arrivata, dopo diversi anni di studio all'estero - le ho detto.

- Allora non preoccuparti di nulla, io e tua madre prepariamo il tuo matrimonio, ho grandi idee per il tuo grande giorno", disse.

- Ah sì? Beh, che emozione, eh? - Dissi con sarcasmo, guardando mia madre.

- Tesoro, vieni con me, credo che tu mi debba un ballo", disse Giuseppe, prendendomi per mano e conducendomi con lui verso il centro della pista.

- Ma cosa credi che io sia, la tua bambola? - Ho detto a Giuseppe

- Lo sarai, non preoccuparti, quando ti avrò a letto nuda e alla mia mercé", rispose, facendomi fare una risata nervosa.

- Sogna pure, bel ragazzo, non lo vedrai, non ti permetterò di toccarmi nemmeno se mi rivendichi come marito", risposi.

-- Vuoi che ti dica qualcosa su quello che ti farò durante la nostra prima notte di nozze? - mi sussurrò all'orecchio, in modo che nessuno lo sentisse, mentre mi cingeva la vita con le braccia, avvicinandomi al suo corpo e facendomi sentire quanto fosse già duro il suo cazzo.

- Per favore, allontanati da me, ho il fiato corto, e poi non ho bisogno di sapere quanto è grande il tuo giocattolo", dissi cercando di andarmene, ma lui mi strinse più forte al suo corpo, baciandomi e mordicchiandomi il collo, facendomi accapponare la pelle.

- Sono sicuro che sei già bagnata", disse.

Gli misi le mani sul petto, spingendolo via da me, alzai il braccio e con la mano aperta lo schiaffeggiai, facendogli piegare il viso e vedere la mia mano segnata sulla sua guancia.

- Non osate mai più o dovrò punirvi, mi avete capito? - disse, notando come gli altri ospiti ci guardavano.

- Non ho paura di te o di quaranta come te...", gli gridai uscendo dalla stanza.

Uscii dalla stanza sentendo ancora mia sorella e mia madre che mi chiamavano, salii in ascensore fino a dove c'era la suite, entrai sbattendo forte la porta, vedendo che Nana e Carlo, che era anche lui nella suite con lei, si avvicinavano a me.

- Cosa c'è, figlia mia? - chiese mia nonna

- Quel Giuseppe è l'uomo più porco che abbia mai dovuto sopportare", dissi, vedendo un sorriso sornione sulla bocca di Carlo.

- Amore mio, è abituato ad avere qualsiasi donna, ma sa che tu non sei come loro, sono sicura che ti stava provocando per scoprire come avresti reagito alle sue provocazioni - mi disse Nana.

- Beh, ti assicuro che lo sa già, ha la mia mano marchiata sulla faccia, quel porco, stupido.

Una settimana dopo l'anniversario di mia sorella a Marbella e di ritorno a casa in Sicilia, mio padre annunciò a me e a mia sorella che Giuseppe e i suoi genitori sarebbero venuti a cena a casa mia per discutere dei preparativi del mio matrimonio con Giuseppe. Mio padre preparò un barbecue in giardino perché faceva caldo ed era meglio cenare all'aperto. Quando arrivarono i genitori di Luca, la mia tata li fece venire in giardino dove era già tutto pronto.

-- Ciao amore mio", disse Giuseppe, baciandomi la guancia mentre si avvicinava a me.

- Siete una bella coppia, non è vero Fiorella? - disse la madre di Giuliano a mia madre.

- La verità è che sì, Bianca, quando l'amore arriverà per voi due e ci darete un nipotino, sarà bellissimo", rispose mia madre con sarcasmo.

- Nipoti? Mamma, ti prego, ci sono molti bambini orfani che hanno bisogno di essere adottati", dissi ridendo, vedendo lo sguardo serio della madre e del padre del mio fidanzato.

- Arianna ti prego figlia, comportati bene con i tuoi futuri suoceri - mi disse mio padre con molta serietà.

Avevamo finito di cenare ed eravamo tutti seduti sulle poltrone del giardino a parlare dei preparativi per il matrimonio, quando all'improvviso il mio futuro marito si mise in ginocchio con una gamba davanti a me, tenendo in mano una piccola scatola di raso rosso.

- Ti prego, non fare sciocchezze", dissi.

- Arianna, rispetta il tuo futuro marito", gridò mio padre per la prima volta in modo serio.

- Tesoro, accetta questo anello come segno della mia sincerità nel dirti che cercherò di renderti felice e ti difenderò con la mia vita da chiunque voglia farti del male", disse Giuseppe, infilandomi l'anello all'anulare.

Mi alzai dalla poltrona per andarmene, ma il mio futuro marito avvolse le sue forti braccia intorno alla mia vita, unendo la sua bocca alla mia, le nostre lingue che danzavano, finché non ci mancò il fiato, dovendo separare i nostri corpi.

- Grazie per l'anello, è bellissimo, ma se me lo permettete, preferirei ritirarmi nella mia camera da letto", dissi, vedendo le loro facce sorprese mentre uscivo.

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