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Capitolo 2 IMPEGNO

Una volta vestita, mi pettinai e mi dipinsi un po' il viso, uscii dalla suite verso la zona degli ascensori, quando arrivai alla hall dell'albergo, inciampai in un uomo che mi mise un braccio intorno alla vita per evitare che cadessi a terra, quando mi trovai accanto a lui, rimasi a bocca aperta vedendo quel sorriso sornione sulle sue labbra piene, notando anche i suoi bellissimi occhi azzurri come il cielo e le grandi ciglia che aveva, vedendo come mi guardava ridendo sorpreso.

- Stai bene? - mi chiese, ma il suo accento non sembrava italiano, bensì americano.

- Sì, grazie per non avermi fatto cadere a terra", balbettai,

L'uomo si staccò da me mentre si leccava le labbra e i suoi occhi si spostarono sul mio seno e poi sul mio viso. Lo guardai sorridendo, ma la mia mente si spense completamente di fronte a un'azione così inaspettata da parte mia.

-- Posso offrirti da bere? - mi ha chiesto

- Non credi che sia troppo presto per bere qualcosa? Inoltre, mi dispiace molto, ma devo andarmene da qui - dissi cercando di lasciare il posto, ma sentii la voce di Carlo che mi chiamava.

- Signorina Salvatore, sua madre ha bisogno di lei nella suite, mi ha detto che è urgente - mi ha detto Carlo.

- Salvatore, mmm? piacere di conoscerti, mi chiamo Giuseppe di Capri - mi disse l'uomo, lasciandomi immobile, sentendo il mio viso bruciare per l'imbarazzo.

- Ne sarei felice, ma ora scusatemi, mia madre ha bisogno di me - dissi allontanandomi verso gli ascensori accompagnata da Carlo.

Io e Carlo salimmo in ascensore e scendemmo fino alla suite, entrai e vidi mia madre seduta, sconvolta, sul grande divano che c'era. Mi avvicinai a lei e mi sedetti accanto a lei, prendendole la mano.

- Cosa c'è che non va mamma, hai qualcosa da dirmi? - Ho chiesto

- Arianna figlia, anche se tuo padre non vuole che si sappia, credo che spetti a te come erede saperlo, tuo padre non ha molto da vivere, ora è andato a parlare con il padre di Giuseppe per vedere se può rompere quel patto, perché tuo padre ti vuole bene e l'ultima cosa che vuole è vederti soffrire - mi ha detto.

- Da quanto tempo lo sai? Ci devono essere delle cure per qualsiasi cosa abbia papà", dissi.

- Non si può fare nulla ora Arianna, è troppo avanti e non gli resta molto tempo", disse mia madre, vedendo le sue guance bagnate di lacrime.

Abbracciai mia madre così forte che pensai di farle male, staccandomi da lei di qualche centimetro quando vedemmo mio padre entrare nella suite, avvicinandosi a dove eravamo io e mia madre.

- Mi dispiace figlia, ci ho provato, ma se non ci sarà il matrimonio ci dichiarerà guerra per il potere", disse mio padre, molto sconsolato.

- Non preoccupatevi di questo ora papà, inoltre non è così grave per vostro figlio, ci siamo incontrati nella hall dell'albergo quando stavo partendo, ora dobbiamo pensare a mia sorella in modo che questo giorno sia il più felice per lei, -- dissi loro vedendo come cambiavano i volti dei miei genitori.

Verso l'ora della festa, mia sorella si vestì con un bellissimo abito lungo viola, e la parrucchiera raccolse i suoi bellissimi capelli biondi in un bellissimo chignon, mettendole una specie di diadema con gli strass, io lasciai i miei capelli sciolti, mi vestii con un abito lungo anch'esso, turchese con una scollatura a barca, che cadeva sulle spalle, mi dipinsi il viso con colori tenui, presi la mia borsetta, lasciando i miei genitori, Indossai un lungo abito turchese con scollatura a barchetta, che cadeva sulle spalle, mi dipinsi il viso con colori tenui, presi la mia borsetta e i miei genitori, mia sorella e io ci recammo nella sala rosa dell'hotel dove si sarebbe festeggiato l'anniversario di mia sorella. Quando entrammo nella stanza, una lacrima mi scese lungo la guancia mentre guardavo mio padre, vedendo quanto fosse emozionato e che entrava nella stanza con la mia sorellina in braccio, sapendo che probabilmente quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbe goduto l'anniversario di una delle sue figlie. Io e mia madre entrammo dietro di loro e fummo avvicinate da uomini con le loro compagne, molto ben vestiti con abiti costosi, che si congratulavano con mia sorella e le offrivano i regali che avevano portato per lei, notando i volti felici di mio padre e di mia sorella.

-- Arianna, sei qui - ho sentito uno dei miei amici che mi ha spaventato.

- Che cosa ci fate voi due qui? Che sorpresa", risposi.

- Non potevamo mancare al compleanno di tua sorella, ma andiamo in giardino, hai tante cose da raccontarci - mi dissero le mie amiche Paola e Stefania, prendendomi sottobraccio.

- Scusate signore, posso avere questo ballo, Arianna? - Giuliano mi ha chiesto

- Mi dispiace, ma ora voglio stare con i miei amici, forse più tardi", dissi mentre noi tre ci avviavamo verso i giardini.

Non so per quanto tempo siamo rimasti nei giardini a parlare e a ridere, quando abbiamo visto mia madre avvicinarsi a noi tre.

- Arianna, andiamo in salotto, tuo padre dirà qualche parola prima che tua sorella spenga le candele", disse, e noi quattro andammo in salotto, io e mia madre in piedi accanto a mio padre.

Quando mio padre stava per parlare, mi si accapponò la pelle nel vedere il rispetto che tutti gli invitati avevano per lui, perché mentre pronunciava il suo discorso c'era un silenzio sepolcrale nella sala, che si trasformò in applausi e congratulazioni quando mio padre finì di pronunciare il suo discorso, mia sorella che spegneva le candeline mentre tutti cantavamo Buon compleanno. Una volta spente le candeline, vidi un uomo alto dai capelli neri con Giuseppe che si avvicinava a mio padre.

-- Signore e signori, sono lieto di annunciare il fidanzamento ufficiale di mio figlio Giuseppe con la signorina Arianna, spero che voi ragazzi siate felici", disse l'uomo, supponendo che fosse Giulano, il padre di Giuseppe.

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