Paradiso perduto
Jade
"Buongiorno a tutti." Disse la nostra professoressa di letteratura inglese.
Al mio fianco nel frattempo, Rosie dormiva sul banco, letteralmente.
Il giorno prima eravamo finite a parlare di Kyle per tutto il pomeriggio, e Rosie anche per tutta la notte, solo che a un certo punto io ero crollata, e l'avevo lasciata a parlare da sola. Solo Dio sa cosa abbia avuto da dire su un ragazzo che nemmeno conosceva.
Quella mattina a lezione c'erano anche lui e il suo compagno di stanza, erano seduti in un banco alla nostra destra, due file più indietro rispetto a noi. Kyle mi aveva lanciato delle occhiate quando aveva fatto la sua entrata in aula, e mentre tutte le ragazze gli sbavavano dietro io decisi di evitare il suo sguardo.
E dato che quella mattina Rosie era fuorigioco, avrei potuto seguire quella lezione attentamente, o almeno era quello che speravo.
"Oggi parleremo dell'opera più importante di John Milton, Paradise lost, qualcuno l'ha letto?"
Io ed altre persone alzammo la mano, adoravo quel libro. La professoressa sorrise.
"Fu pubblicato nel 1667, e racconta l'episodio della tentazione di Adamo ed Eva per opera di Satana, e la loro cacciata dal giardino dell'Eden.
Vediamo la figura di Adamo, un personaggio forte, intelligente ma allo stesso tempo imperfetto perché cede alla tentazione. Ed Eva, la madre di tutta l'umanità, la cui vanità viene sfruttata da Satana per ingannarla."
"Ora, qualcuno che lo ha già letto, potrebbe analizzarmi la figura del personaggio di Satana?" Chiese, e io alzai di nuovo la mano. La professoressa mi diede la parola e presi un respiro prima di iniziare il mio monologo.
"Satana è il personaggio principale dell'opera e viene definito anche come l'Angelo caduto. Milton lo rappresenta come un essere ambizioso e orgoglioso che crede di essere superiore a tutti, tanto da arrivare a sfidare Dio, il suo creatore, che ovviamente lo sconfigge facendolo precipitare in terra." La professoressa annuì ma invece di farmi continuare rivolse subito lo sguardo a qualcun altro, che iniziò a parlare al mio posto.
"Il personaggio di Satana non è solo questo." Mi voltai verso la voce che era di... Kyle. Kyle, che in quel momento mi guardava come se mi odiasse. Girai il busto verso di lui e ascoltai ciò che aveva da dire.
"Egli è anche rappresentato come l'oggetto di ammirazione della storia, da imitare e celebrare come un vero eroe. Satana lotta duramente per vincere le sue stesse debolezze e riesce a compiere il suo obiettivo, ossia corrompere la specie umana.
Credo sia il personaggio più interessante e avvincente del poema, principalmente per la sua complessità e la sua astuzia."
La professoressa sembrava stupita.
Io invece, ero incredula. Un ragazzo che credeva che Satana fosse una figura da celebrare non era proprio la compagnia che stavo cercando.
"Bene ragazzi, evidentemente vi siete creati diverse opinioni su quest'opera, cosa che può darci delle riflessioni molto interessanti."
Lanciai un'occhiata fugace a Kyle e notai che mi stava già fissando. Mi ricomposi subito e sospirai.
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Alla fine dell'ora, tutti uscirono velocemente dall'aula. Kyle e Michael mi passarono accanto senza degnarmi di uno sguardo, come avevo fatto anch'io, dopotutto.
Io intanto, dovevo svegliare la mia migliore amica dal coma.
Mi avvicinai al suo orecchio e iniziai a sussurrarle le cose che amava di più.
"Pizza ai peperoni."
"I BTS."
"Obama."
Sbuffai.
"Damon Salvatore."
"DOVE!" urlò, alzando la testa ti scatto.
Mi spostai e mi portai una mano sul cuore che mi era appena uscito dal petto per il colpo.
"Possiamo tornare al dormitorio se non ti disturbo troppo?" Chiesi. Lei annuì e si alzò per poi camminare come uno zombie.
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Quando tornammo in camera Rosie mi chiese di prenderle qualcosa al cioccolato perché aveva mal di testa.
Così andai alle macchinette più vicine alla nostra stanza, dove ovviamente incontrai Kyle, o meglio il figlio del diavolo, nome che gli avevo affibbiato dopo aver sentito i suoi strani discorsi in classe.
"Ehi." Dissi
"Ehi." Disse, senza guardarmi nemmeno per un secondo.
"Interessante la lezione di oggi, vero?" Feci un finto sorriso e lui finalmente mi guardò negli occhi.
"È sempre un piacere discutere su un buon libro." Aveva l'aria di chi, convinto di avere ragione, non perde il suo tempo a cercare di convincere gli altri delle sue teorie. Perché non gli interessava.
Io invece volevo che gli altri mi dessero ragione. "Assolutamente sì."
Kyle prese la sua bottiglia d'acqua e mi fece un cenno col capo.
"Ci si vede."
Mi aveva davvero liquidata in quel modo?