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Capitolo 3

Il giorno della riunione arrivai puntualmente al ristorante, ma, per qualche motivo, la riunione era già iniziata.

Matteo stava sgusciando dei gamberi per Chiara.

Sentii una stretta al cuore: sapevo che mio fratello era allergico ai gamberi.

In passato, anche a me piacevano i gamberi, e spesso insistevo perché lui me li sgusciasse.

Nonostante la sua allergia, mi accontentava sempre con un sorriso amorevole, sgusciandomi i gamberi con le sue mani.

Ma poi, i nostri genitori morirono.

Mio fratello cominciò a trattarmi con freddezza e disprezzo. A quel punto, i gamberi scomparvero dalla tavola.

Sollevai leggermente la testa, cercando di trattenere le lacrime, e guardai di nuovo verso il gruppo nella sala privata.

Le risate si interruppero bruscamente.

Tutti mi guardavano sorpresi. Solo mio fratello non sollevò la testa, ma la tensione nella sua mascella era sufficiente a rivelare quanto mi disprezzasse.

Il respiro mi si bloccò.

Chiara si alzò con dolcezza e mi si avvicinò, affettuosa: “Cugina, pensavamo che non saresti più venuta.”

Guardai il capoclasse con uno sguardo interrogativo.

Gli avevo chiaramente detto che sarei venuta, e avevo confermato più volte l'orario.

Ma lui distolse lo sguardo, imbarazzato, incapace di guardarmi negli occhi.

Chiara si fece venire le lacrime agli occhi: “Cugina, ti sei arrabbiata? C’è qualcosa che non va?”

Prima che potessi rispondere, Matteo si alzò di colpo e tirò Chiara vicino a sé.

Con una voce fredda e piena di disprezzo, disse: “Lei arriva in ritardo e ha pure il coraggio di arrabbiarsi?”

In quell'istante capii tutto.

Al liceo, il capoclasse aveva sempre seguito Chiara in tutto.

Guardai Chiara, pronta a chiederle spiegazioni, ma lei iniziò subito a piangere.

“Cugina, è la riunione dei compagni di scuola. Non ti arrabbiare, non rovinare l’atmosfera per tutti noi.”

Non avevo ancora detto nulla, eppure lei mi aveva già fatto passare per quella colpevole di tutto.

Vedendo le lacrime di Chiara, Matteo mi guardò con ancora più odio.

“Se non vuoi stare qui, te ne puoi andare. Non c’è bisogno che tu rovini la festa.”

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