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Capitolo 2

Tornai nel mio piccolo e buio appartamento in affitto.

Trovai diversi messaggi e chiamate perse sul telefono.

Due erano del capoclasse del liceo, e un’altra era di Chiara.

Chiara è la nostra cugina, ma chiamava sempre Matteo "fratello" con dolcezza, mentre a me si rivolgeva chiamandomi "cugina".

Chi non lo sapeva, avrebbe potuto pensare che fossero fratelli di sangue.

Sorrisi amaramente mentre scorrevo i messaggi sul telefono.

Scoprii che tutte quelle chiamate erano per lo stesso motivo: la riunione dei compagni di scuola.

All’improvviso, sentii il mio stomaco ribollire e, senza rispondere a nessuno di loro, corsi in bagno e iniziai a vomitare.

Ma non avevo mangiato nulla per tutto il giorno precedente, quindi non c'era niente da vomitare.

Nonostante ciò, non riuscivo a soffocare il senso di nausea che sentivo dentro.

Solo quando sputai un po’ di sangue, crollai sfinita accanto al water.

L’estate afosa dopo la fine del liceo era diventata un incubo che non avrei mai osato affrontare di nuovo.

Anche il solo pensiero a qualsiasi cosa legata al liceo mi faceva venire la nausea e mi faceva tremare.

Dopo aver aspettato un po', mi calmai e tornai al divano. Presi il telefono in mano, pronta a rifiutare l'invito.

Ma quando il mio sguardo si posò sul referto medico sul tavolo, mi bloccai per un momento.

A diciotto anni, mio fratello mi aveva cacciata di casa.

Ora, anche solo poterlo vedere era un lusso.

Matteo amava Chiara e sicuramente l’avrebbe accompagnata alla riunione dei compagni di scuola.

Non mi permetteva di tornare a casa sua, quindi quella era l’unica opportunità per incontrarlo.

Con il cuore pesante, mi feci coraggio e, cercando di soffocare il disagio che sentivo dentro, chiesi al capoclasse l’orario e l’indirizzo.

Poi presi il referto medico, lo misi in una cartellina, pronta a portarlo a Matteo, sperando che almeno questo lo rendesse felice.

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