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Capitolo 11

“Niente di che?”, borbotto, “Ma guardando le immagini dell'incidente, sono stato fortunato a uscirne vivo e questo è un ricordo molto chiaro di quello che è successo”.

Sono passati diversi mesi da quello che è successo, ho ripreso il mio lavoro in azienda e mi mancano pochi giorni al mio compleanno, in questo periodo, Monica è venuta a trovarmi, ma la prima volta che mi ha visto, mi ha detto che la cicatrice sul mio viso era orribile e che conosceva un bravo chirurgo per sistemarla, essendo onesto, le ho detto che non mi andava di tornare in un ospedale e men che meno di curare una sciocchezza, ma che in un paio d'anni l'avrei sistemata, non sembrava contenta della mia decisione, ma non ha nemmeno detto nulla, l'ha solo accettata.

Oggi ho deciso di lavorare nel mio ufficio, non ho voglia di uscire. Come al solito, rimango sveglia fino a tardi a lavorare, controllando un sacco di documenti mal organizzati. Chi è il responsabile di tutto questo? Non credo di avere una segretaria così inutile, è molto carina, ma... credo che abbia aria nel cervello, secondo il suo curriculum aveva molta esperienza nel campo del lavoro, ma quando la vedo lavorare, ne dubito molto. Perso nei miei pensieri, lo squillo del telefono mi riporta alla realtà; senza prestare molta attenzione, prendo il cellulare con una mano e rispondo.

“Signor Baker, è bello vederla bene e lavorare, ero preoccupato per la sua sicurezza e la sua salute”.

Una voce maschile mi fa uscire dalla mia trance, immediatamente tutta la mia attenzione si concentra su questa chiamata. Perplessa, allontano il telefono dall'orecchio e vedo che sullo schermo c'è scritto Sconosciuto e nient'altro, incollo di nuovo il mio odio al cellulare.

“Chi sei e cosa vuoi?”, chiedo bruscamente e con rabbia.

“Si rilassi signor Baker, voglio dimostrarle che sono una persona di cui si può fidare, sono un grande fan del suo lavoro e voglio anche che sappia che sono qui per guardarle le spalle”.

“Suppongo che tu abbia qualcosa di troppo interessante da dirmi per chiamarmi a tarda notte e interrompere il mio lavoro, quindi ti ascolto”.

“Infatti, in questo momento sto inviando alcuni file al suo computer insieme ad alcuni audio, li controlli attentamente e quando avrà finito, risponda al telefono, la aspetterò.

Sto per mandarlo a quel paese, ma in quel momento mi arriva all'orecchio la notifica che ho ricevuto un'e-mail, mi giro subito verso il monitor e inizio a controllare tutto quello che mi ha mandato. Spalanco gli occhi e vedo che sono foto della mia fidanzata con un altro uomo che conosco perfettamente, si tratta di Baron Burgos, un uomo senza lavoro né sussidi, un vero figlio di mamma e papà. Continuo a guardare le altre foto e vedo che si tengono per mano felici e gioiosi, bevono caffè, fanno shopping, insomma. Controllo le date delle foto ed è proprio quando lui era in ospedale.

Sbatto con forza la scrivania e prendo il telefono, sto bruciando di rabbia, ma non per aver visto le foto, che chiunque potrebbe creare. Quello che voglio adesso è una spiegazione e un motivo per cui vuole rovinare il mio fidanzamento con lei. Prendo grandi boccate d'aria e le lascio uscire con forza, facendo un enorme sforzo per controllarmi.

“Calma signor Baker, non è una messa in scena se è questo che vuole sapere, ma se non mi crede”.

Un'altra notifica, ancora con il telefono in mano mi giro per vedere cos'è, apro il file ed è un video di Monica che fa sesso con Baron, mi passo una mano sul viso, ho le lacrime agli occhi, cerco di trattenermi il più possibile, non voglio che un perfetto estraneo mi senta piangere, sarebbe pietoso.

“Non è solo un video, signor Baker”. Sospira pesantemente: “È la telecamera di sicurezza della sua stanza, in questo momento i due sono insieme nell'appartamento di Monica”.

Senza pensarci due volte, mi alzo dal sedile e corro alla macchina, guidando all'impazzata per le strade, pregando che si tratti di uno scherzo di cattivo gusto, di uno stupido scherzo di uno dei miei amici, voglio pensare che Monica stia dormendo o stia bevendo una tazza di tè per riaddormentarsi, visto che ha problemi a dormire.

Arrivo all'ingresso del suo condominio e vedo qualcuno in piedi che guarda il suo telefono, è un uomo della mia età, scendo dall'auto e sto per superarlo, ma lui alza subito lo sguardo, i suoi occhi marroni mi fissano.

“Signor Baker, sono molto lieto di conoscerla di persona”.

“Sei tu che chiami, vero?”.

“Sì, sospettavo che sareste venuti e ho previsto tutto, non voglio che facciate un commento stupido e tanto meno con quei due idioti, non vi fermerò se è quello che pensate, ma vi accompagnerò, quindi... fate strada”.

Senza un'altra parola iniziamo a camminare per i corridoi fino a raggiungere l'appartamento di Monica; infilare la chiave nella serratura è una sfida per me che sto tremando di coraggio. Quando finalmente riesco a togliere la serratura, apro con cautela la porta e vado in camera sua.

La sento urlare lungo il corridoio, il che mi fa infuriare ancora di più, al punto che sbatto la porta della sua camera da letto con un forte botto, che quasi cade a terra. Loro saltano al loro posto, la mia ex fidanzata mi guarda terrorizzata mentre si tira addosso le coperte.

“Derek, cosa ci fai qui?”. Esclama spaventata, guardandomi dal letto.

“Cosa credi che faccia, Monica, credi che abbia il feticismo di guardare gli altri che fanno sesso?”, rispondo con sarcasmo, spostando lo sguardo da lei a Baron.

“Tesoro, ti giuro che sarebbe finita quando ti sei tolta la cicatrice dal viso, a dire il vero non mi piace starti vicino così”. Si avvicina un po' di più al bordo: “Ti giuro che io e Baron siamo solo una cosa passeggera, ti amo”.

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