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Capitolo 2

I miei piedi mi guidarono attraverso la folla allegra che si precipitò sulla pista da ballo non appena la band tornò sul palco. La musica e le risate, gli abiti, le facce felici e alticce, tutti quegli orpelli, erano ripugnanti. Seguii la coppia che scappava dalla sala banchetti attraverso la porta nascosta dietro un'enorme zona fotografica.

Venivo spintonata da persone che non notavo nemmeno, che mi assalivano da una parte all'altra, ma mi stavo dirigendo verso il luogo in cui la coppia era fuggita dalla festa.

Mi voltai dietro la zona fotografica, mi infilai dietro un denso drappo blu scuro e uscii nel corridoio luminoso. La porta chiusa soffocava il rimbombo della musica. Da qualche parte si sentivano risate e passi affrettati, che però si attenuavano gradualmente. Si incamminò nella direzione da cui provenivano le voci che scomparivano. Svoltò un angolo, ascoltando i suoni. Vide un angolo dove era nascosta una porta con la scritta "per il personale". Il cuore le batteva forte e si avvicinò, ascoltando il fruscio all'interno.

- Finalmente", disse una voce femminile. - Pensavo che non sarei mai rimasto solo con la mia tigre.

- Merda, Angel, il mio Angel!

Rabbrividii quando mio marito, ansimando, ne chiamò un'altra, proprio come aveva fatto con me in tutti questi anni.

- Sto per esplodere! - Ho sentito il rumore di un bacio tra le parole. - Quando ti ho visto con quel vestito, ho pensato che sarei caduto nei pantaloni come un bambino moccioso.

- Non parlare! - La fanciulla gridò e la fibbia della sua cintura tintinnò.

E poi c'è stato un annaspare, un agitarsi e un gemito prolungato.

Tremavo. Non riuscivo a credere a quello che stava accadendo. Aprii la porta e vidi mio marito che muoveva vigorosamente i fianchi, spingendo il suo cazzo nella brunetta sdraiata con i seni sul tavolo. Lei gemeva così forte che non mi sentirono nemmeno venire.

È solo un brutto sogno. Un incubo. Pizzicandomi, il sogno sarebbe scomparso. Ma per quanto stringessi la pelle del polso con le unghie, l'azione inquietante non passava.

- Sì! Sì!" urlò la ragazza. - Più a fondo! Fino in fondo! Più forte!

E il marito, come un martello pneumatico, lavorava i fianchi fino al limite.

Potevo vedere il suo volto arrossato e teso di profilo, contorto dalla foga o dalla passione, non importava. Le teneva i fianchi, cercando di farle squittire quella fica.

- Non riesco a tirarlo giù fino in fondo", scoppio in una risata isterica. - Il pozzo è troppo profondo, vero, amore?

Stas si girò verso di me e sussultò per la sua "moglie fittizia". Non l'avevo mai visto così spaventato e patetico. Mi fissava come un gatto che aveva fatto qualcosa di sbagliato e apriva e chiudeva la bocca in silenzio, non sapendo cosa dire.

- Ma che...? - La brunetta sibilò infelicemente. - Chi diavolo sei? - Si alzò in piedi, aggiustando il vestito che le era stato tirato su fino alla vita e infilando i seni fuori dalla scollatura.

- Io? La moglie di quella tigre", sorrise, nascondendo il suo cuore sanguinante dietro il sorriso.

- Stas, chi è? - Margot lo guardò con rabbia.

- Angelo mio, non ho idea di chi sia questa pazza", borbottò mio marito, impallidendo sempre di più a ogni parola.

- Non so chi tu sia. Ma sono sua moglie", disse la brunetta sporgendo in avanti il suo busto di silicone e guardandomi dall'alto in basso. - E vattene da qui prima che chiami la sicurezza", soffiò su una ciocca sciolta il nuovo angelo di mio marito.

Fissai Stas per qualche istante, aspettando che mi spiegasse qualcosa o che mettesse a tacere questa persona insolente, additandola e non permettendole di parlare così alla sua donna preferita. Ma lui continuava a recitare la parte, facendo finta di non avermi mai vista prima.

Rosso, spaventato, con i pantaloni abbassati e l'uccello che sporgeva, imbrattato dei succhi degli altri, aveva un aspetto ridicolo. Non potevo credere che fosse lo stesso uomo che avevo amato disinteressatamente da quando avevo diciassette anni e di cui mi fidavo incondizionatamente. Non solo non potevo sospettarlo di adulterio, ma non pensavo nemmeno che notasse altre donne oltre a me. Ma la verità rivelata era così scioccante e dolorosa che il mio cervello si rifiutava di accettare l'informazione. Forse si trattava di una difesa psicologica, ma all'improvviso mi sono sentita vuota. Non provavo altro che disgusto e delusione.

- Stas", cercai di chiamare mio marito per nome.

Ma lui si limitò a distogliere lo sguardo e, come se fosse tornato in sé, cominciò a tirarsi su i pantaloni e le mutande.

- Perché ti chiama? - La brunetta stava impazzendo.

- Tesoro, non ho idea di cosa voglia da me. È solo uno stalker che non mi lascia passare", non riconobbi quel misero lumacone, così spaventato di giustificarsi con un perfetto sconosciuto.

Pensavo fosse il più forte, il più coraggioso, il più affidabile.....

- Stalker, allora", cercai di catturare il suo sguardo, ignorando la ragazza, ma il mio amato marito preferiva guardare ovunque tranne che su di me.

- Perché se la prende con te? - La ragazza ha strillato. - Sei sordo? Vattene! - Si è avvicinata a me, spingendomi sul petto. - Vattene, pazzoide! - Mi punzecchiò con le sue dita ossute. - Non guardare i mariti delle altre. Una falena come te non avrà un uomo come te. Capito? - Mi spinse verso la porta. - Stas, chiama la sicurezza! Perché degli estranei si aggirano così liberamente alla mia festa? - Si stava agitando ancora di più.

- Tesoro, lascia che scorti questo...", balbettò, non sapendo come chiamarmi.

Sopportai in silenzio le spinte dell'amante di mio marito e tenni gli occhi sul mio viso, cercando disperatamente di scorgere l'uomo che amavo. Ma era un bastardo alieno, distante e completamente senz'anima, che mi uccideva con la sua indifferenza e vigliaccheria.

La mia schiena colpì la porta e mi svegliai, rendendomi conto che non c'era modo di ottenere protezione dall'uomo che pensavo fosse la mia roccia.

- Niente guardie! - Ho schiaffeggiato le mani del bastardo. - E smettila di spingermi, idiota! - Ho risposto alla maleducazione con la maleducazione. Non mi interessa il mio aspetto.

- Andate all'inferno, tutti e due", rivolse a Stas uno sguardo sprezzante, indirizzandolo per primo a lui.

Cadde dalla cella e a gambe levate si allontanò dal traditore, dalle bugie, dall'amore assassinato. Questo è il punto. Questo è il punto di non ritorno.

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