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Capitolo 3: Doveri di moglie

Serena trascorse la notte da sola nella stanza vuota. Svegliatasi presto, sistemò i suoi vestiti nell’armadio e occupò l’intera stanza. La sera precedente era stata abbastanza chiara con Cristian, lui non avrebbe vissuto in quella parte della casa, perciò quella stanza sarebbe stata tutta sua.

Sarebbero stati marito e moglie solo sulla carta, ma non avrebbero avuto niente a che fare l’uno con l’altro.

Il che era perfetto per lei.

Si cambiò poi scese al piano di sotto, i domestici erano impegnati, e lei, avendo fame, voleva chiedere dove si trovasse la cucina, ma una domestica la raggiunse e la strattonò dicendo: “Da dove vieni? Togliti di mezzo!”

Serena accidentalmente cadde a terra.

La domestica le lanciò uno sguardo acuto e i suoi occhi si riempirono improvvisamente di timore.

Due mani calorose l'aiutarono a rialzarsi, e nel voltarsi, lei si imbatté in due occhi profondi e belli come giada.

L’uomo davanti a lei portava una camicia bianca, senza alcuna piega, e aveva un sorriso gentile come la brezza primaverile di Marzo.

Serena restò stordita per un attimo, poi indietreggiò un po' per prendere le distanze da lui, e disse: “Grazie.”

“Di niente, cognata.”

“Cognata?”

“Sono il fratello maggiore di Cristian, mi chiamo Leonardo.”

Leonardo le tese la mano, ma lei restò impassibile per un attimo. Dunque era il fratello di Cristian.

Poi pian piano stringendo la mano di Leonardo gli disse: “Salve, cognato.”

La sua voce rivelava un po' di nervosità.

“È stata colpa della domestica, ti chiedo scusa per lei, spero tu non te la sia presa, le persone nella nostra casa sono tutte molto amichevoli. Parlerò con loro.”

Serena fece cenno con il capo e lo ringraziò. Leonardo sorrise, e mentre si preparava a dire qualcos’altro, fu interrotto da una voce fredda.

“Sembra che io interrompa qualcosa.”

Questa voce... Serena si voltò.

Luca spingeva la sedia a rotelle con sopra Cristian, il quale aveva sulle gambe una coperta leggera. Nonostante tutto, egli aveva l’aspetto di un re.

Il suo sguardo era freddo e cadde tagliente come una lama sul viso di Serena, la quale, sentendosi a disagio, chinò il capo.

Aspetta, perché avrebbe dovuto sentirsi a disagio? Non sarebbe stato altro che un saluto alla sua famiglia.

“Cristian, è raro trovarti in casa.” Disse Leonardo al fratello, con lo stesso volto sorridente di prima. Cristian si limitò ad un inespressivo cenno con il capo.

“Bene, ti lascio con tua moglie.” Detto ciò, Leonardo si rivolse a Serena e le disse gentilmente: “Cara, devo tornare a lavoro, vi lascio.”

Serena annuì timidamente e guardò Leonardo andar via, e mentre si preparava a voltare lo sguardo, sentì Cristian dire con tono di sfida: “Le donne divorziate sono così affamate? Non riescono a resistere all’idea di sedurre uomini?”

Serena tornò improvvisamente alla realtà.

“Cosa?”

Gli occhi di Cristian erano scuri e profondi come un ombra, Serena riuscì a percepire la sua forte rabbia, e mordendosi il labbro inferiore disse: “Non sono così spregevole come pensi.”

“Davvero?” Il sorriso sarcastico di Cristian rivelava il fatto che lui non l’avesse presa affatto sul serio. “Una donna che ha appena divorziato e già non vede l’ora di sposarsi di nuovo e gettarsi nel letto di un altro uomo. Non è spregevole?”

Serena strinse i pugni, arrabbiata. Era forse stata lei a volersi risposare di nuovo? Lei era stata costretta. Ma questo non avrebbe potuto dirlo a Cristian. Alla fine ciò che importava era che lui la lasciasse restare in questa casa. Così rilassò i pugni.

“Farai meglio a mantenere la tua promessa e non avere nulla a che fare con le persone che vivono in questa casa, se scopro che usi il nome della mia famiglia per i tuoi interessi, o che hai secondi fini verso i componenti della mia famiglia, renderò la tua vita un inferno.”

“Luca”

All’ordine, Luca portò via Cristian. Dopo che i due se ne furono andati, una domestica venne incontro a Serena dicendole: “Signora Ferrari, il signor Alessandro vorrebbe incontrarla.”

Il signor Alessandro? Il nonno di Cristian?

Serena cominciò ad agitarsi, sua madre le aveva detto che i componenti della famiglia Ferrari non avevano mai incontrato Aurora, perciò avevano osato sostituirla alla sorella.

Ma sentendo adesso che il signor Alessandro voleva incontrarla, Serena era diventata improvvisamente nervosa.

L’anziana domestica, percependo la sua confusione, le disse: “Signora Ferrari, venga con me.”

Serena, tornata in sé, annuì e la seguì.

La casa dei Ferrari era estremamente grande, e sebbene vi fosse la domestica a guidarla, lei si sentiva ancora smarrita.

Giunta nello studio, la domestica le disse in tono umile: “Signora Ferrari, prego.”

Serena la ringraziò e si accomodò.

Lo studio era più o meno come lei lo aveva immaginato, un ambiente serio e solenne, con ornamenti e scaffali in stile classico, e con varie penne ad inchiostro sugli scaffali.

Dopo aver dato un’occhiata, Serena ritrasse subito lo sguardo e lo diresse alla persona dentro la stanza.

“Salve signor Ferrari.”

Lo sguardo di Serena sull’uomo fu catturato dai suoi occhi sagaci che la fissavano dall’alto in basso.

Serena pensando alla sua identità, divenne nervosa e abbassò lo sguardo per paura che il nonno potesse accorgersi del fatto che essa nascondesse qualcosa.

Con Cristian aveva trovato il modo di sistemare temporaneamente la faccenda, ma se il nonno avesse scoperto che lei non era Aurora, come avrebbe fatto?

“Aurora!”

“Si”

Serena alzò la testa di scatto, incontrò lo sguardo dell’uomo e subito riabbassò il capo.

Il signor Ferrari con sguardo estremamente solenne disse: “La salute di Cristian è sempre stata precaria sin da quando era bambino, adesso che siete sposati, dovrai prenderti cura di lui. Adempi ai tuoi doveri di moglie, non serve che io ti istruisca su questo.”

“Certo.”

“A partire da domani, lavorerai a fianco di Cristian come sua assistente.”

Sentendo ciò, Serena alzò gli occhi sorpresa: “Ma signor Ferrari, io ho già un lavoro...”

“Le donne della famiglia Ferrari non lavorano, anche se dovessero lavorare, affiancano i loro mariti.”

Che cosa? La famiglia Ferrari era davvero così all’antica? Naturalmente Serena non avrebbe mai osato dar voce a questi pensieri in presenza dell’uomo, che d’altro canto non le diede la possibilità di parlare esortandola a lasciare la stanza.

Dopo aver lasciato lo studio, Serena tornò nella sua stanza con il cuore ancora ansioso.

Ma le parole del nonno erano state pesanti, Serena sapeva che se non avesse lasciato il suo precedente lavoro, il nonno l’avrebbe sicuramente scoperta.

Doveva lasciare il lavoro. Il suo era un lavoro abbastanza ordinario, dopo il suo matrimonio con Francesco, per poter preparare la cena prima che lui tornasse a casa, aveva trovato impiego come assistente del direttore generale presso una piccola azienda vicino casa.

Serena consegnò la lettera di dimissioni e ben presto qualcun altro prese il suo posto nell’azienda.

Quando lei apprese la notizia, restò scioccata per un po' per il fatto che, sul lavoro come nel matrimonio, vi sia sempre qualcun altro pronto a prendere il posto altrui con molta facilità.

Serena sorrise amaramente.

Il giorno dopo aver dato le dimissioni, il nonno stabilì che Cristian portasse Serena in azienda.

“Non hai voluto trovare un’assistente, so di cosa ti preoccupi, ma adesso Aurora è tua moglie, lascia che ti segua e si prenda cura di te.”

Il tono in cui il nonno si rivolgeva a Cristian era lo stesso che aveva usato nei suoi confronti. Lei pensò fosse strano, come poteva essere? Aveva creduto che il rapporto tra i due fosse buono.

Pensando a ciò, avvertì uno sguardo tagliente sul volto, non serviva chiedersi di chi fosse.

Cristian la fissò ed esclamò in tono sarcastico: “Va bene.”

Serena si stupì, lei credeva...che lui avrebbe rifiutato.

Non avrebbe mai potuto immaginare che non si opponesse a ciò.

“Bene, andate.” Il volto del nonno apparve un po' più rilassato. Cristian sedeva sulla sedia a rotelle con volto inespressivo, e Luca annuendo al vecchio, disse: “Signor Ferrari, andiamo al lavoro.”

“Portate Aurora.”

Serena dovette seguire Cristian.

Giunti al giardino, Cristian disse con sarcasmo: “Tu e il vecchio avete legato in così poco tempo? Vuoi spiarmi?”

Serena si fermò un attimo e aggrottò le sopracciglia.

“Non so di che cosa stai parlando.”

“Certo” disse Cristian con una fredda risata: “Meglio che tu non capisca mai, altrimenti...”

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