Capitolo 5
Con sorpresa, apro la bocca, lasciandolo entrare. Solo allora mi rendo conto che è con queste labbra... e ora con me.
Terribile. Brutto. Brutto.
Mi giro con la testa, scalcio all'indietro, cerco di schivarlo, ma lui non me lo permette. Mi tiene stretta. È un uomo forte. Alto, forte. Non si rilassa, va sempre in palestra. Si prende molta cura di sé. Fin da quando era giovane. Mi ha detto che era un ragazzino brutto e brufoloso che era stato scaricato da una bella ragazza che aveva detto che non avrebbe frequentato un tale mostro. Questo è stato un incentivo. Non so perché ci sto pensando ora, non è affatto il momento. Probabilmente è solo il mio cervello che cerca di distrarsi dall'impazzire.
Non riesco a respirare, mugugno, sbatto i pugni sul suo petto, cerco di spingerlo via.
Mi stacco per un attimo per respirare e distolgo lo sguardo.
- Non farlo, ti prego.
- No, tesoro, devi farlo. Devi farlo.
Mark mi fa rotolare sul letto e io mi spavento. Non lo farà, vero? No! Non deve farlo!
Non deve farlo! Non così, non dopo che io...
Mi slancio, reagendo, cercando di proteggere la mia, la mia ultima, ciò che probabilmente è ancora rimasto. Dignità.
- Mark, ti prego...
- Calmati, smettila.
- Mark... non... ti prego!
Sussulta, ruggisce, si agita in un brivido convulso di annegamento. Vertigini. Paura di svenire. Se mi fa questo adesso, come farò a vivere dopo? Come?
- La mia bambina, dolce, delicata, zitta, va tutto bene... andrà tutto bene.
Mi bacia, tirando giù l'asciugamano, e io so già di aver perso. Non farò nulla. Potrei resistere, ma è inutile.
Si prenderà comunque ciò che è suo. Si prenderà quello che non ha ottenuto in quel ristorante...
Ma questo non significa che io sia d'accordo, che sia pronto.
- Mark, non farlo, ti prego. Ti supplico. Ti prego. Non ora. Non così..." sussurro, ripetendo come una preghiera.
Ascoltami, amore mio, ti prego! Mi hai già fatto male, molto male! Ti prego, non peggiorare le cose. Non potrò perdonarti più tardi, non potrò farlo.
È inutile. Le lacrime mi scorrono sulle guance. Un dolore acuto mi attraversa tutto il corpo. Non è fisico, no. Non mi fa male fisicamente. Io... non sento nulla. Non riesco a sentire nulla. Emotivamente, sono solo morto.
Piango silenziosamente. Piango per tutto il tempo in cui mio marito lo fa.
E come faccio ad andare avanti?
Non so per quanto tempo va avanti. Mi sento così male che cado nell'oblio. Non penso. Ho gli occhi chiusi. Non mi bacia più sulle labbra. La sua bocca avida è sul mio collo. Fa la stessa cosa che ha fatto con la bionda.
Nauseante. Nausea. Penso che vomiterò di nuovo. O forse no. Credo di essere completamente intorpidito dal dolore che mi preme sul cuore.
- Alya... guardami.
Sto guardando. Non riesco a vedere. Non vedo il Mark che ho conosciuto, quello di cui mi sono innamorata. Un uomo molto strano e brutto è con me ora.
- Alya, parleremo domattina, hai capito? Tu..." Ovviamente vorrebbe dire qualcos'altro, ma si limita a sospirare pesantemente. - Dormire.
Dormire? Come posso dormire dopo questo?
Si alza e va a fare la doccia. Mi alzo anch'io. Ho il mio bagno. Entro di nuovo lì. Mi lavo via i segni della sua penetrazione e vedo con orrore il sangue...
No! Non può essere! Sto... sto per avere un bambino! Non posso...
Mi copro la bocca con il palmo della mano e piango in silenzio.
Quanto improvvisamente e paurosamente tutta la mia vita potrebbe crollare.