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Madison è nel bagno dell'aereo, dove ha trascorso la maggior parte del volo, e continua a vomitare perché ha paura dell'altezza e il suo stomaco è stato sconvolto dai nervi, facendole venire il voltastomaco.
Lacrime dense le scorrono sulle guance e si rammarica che il nonno abbia deciso di darla in sposa a un uomo che non la guarda con amore e nemmeno con pietà. Preferisce essere lasciata sola e lavorare duramente per sopravvivere senza la compagnia di nessun membro della famiglia.
Rendendosi conto della situazione che la ragazza sta vivendo, una delle hostess dell'aereo le chiede se sta bene e Madison risponde che no, ha bisogno di medicine per calmare la nausea. La hostess cerca allora Arnaldo e gli racconta il caso.
-Grazie per avermi informato, stavo dormendo e non mi ero accorta che stava passando un brutto momento. -Mentì e non volle nemmeno spostarsi dal suo posto, anzi si sistemò molto meglio, qualche minuto dopo notò che anche un signore era andato in bagno e ci mise un po' più di tempo del dovuto.
Sospettando che qualcosa non andasse, Arnaldo si alzò per andare a spiare e togliersi dalla testa quel presentimento che gli diceva che sua moglie è in pericolo dove si trova.
Quando si avvicinò sentì come se qualcuno si stesse lamentando, controllò gli unici tre cubicoli e due di essi erano vuoti. Stringendo forte le mani e pronto a dare all'uomo all'interno con la moglie la sua rivincita, decise di buttare giù la porta con un solo calcio.
Il suo cuore andò in frantumi alla vista della ragazza indifesa che cercava di allontanare l'uomo che la stava sottomettendo con la forza; allo stesso tempo il suo sangue ribollì di rabbia e afferrò l'audace uomo per il collo e lo scaraventò contro il muro dove iniziò a colpirlo con pugni nello stomaco fino a fargli mancare il fiato.
-Andiamo, ora sei al sicuro. -disse alla moglie e per la prima volta l'abbracciò per calmare i suoi nervi, le asciugò le lacrime e senza pensarci due volte le diede un caldo bacio sulla fronte.
-Mi dispiace, ti sei messa nei guai per colpa mia, non avresti dovuto difendermi, mi odi e in futuro ti pentirai di avermi salvato dalle grinfie di questo abusatore.
-Nulla è più importante del fatto che tu stia bene. - le assicurò Arnaldo, sentendosi un idiota per essere stato così gentile con lei.
Madison gli confessò che l'uomo malvagio aveva fallito nel suo intento e lo ringraziò per essere venuto a prenderla e per essere arrivato in tempo.
Insieme si recarono ai rispettivi posti, forse nessuno sospettava quello che era successo, alcuni passeggeri dormivano e altri leggevano, nessuno si rendeva conto di quello che l'altro stava facendo.
-Ah, mio marito si sta già cambiando! - esclamò Madison nella sua mente, con malizia.
Tuttavia, la gentilezza di Arnaldo era finita lì, perché quando arrivarono all'hotel dove avrebbero alloggiato per la settimana, lui era tornato a essere lo stesso marito prepotente e antipatico che lei aveva conosciuto poche ore prima.
L'uomo mandò la moglie a dormire in una stanza a parte e le disse di non cercarlo l'indomani perché non voleva passare la giornata con una donna brutta e mal vestita come lei, insomma le disse che era una vergogna per lui.
-Non pensare nemmeno che, essendo mia moglie, tu abbia il diritto di dormire nella stessa stanza in cui dormo io, andrai in un'altra.
Sono così ansioso che mio nonno vada all'estero per poter divorziare da te.
Non sei nessuno nella mia vita, non ti considero nemmeno un amico. Non avvicinarti a me, mai più in vita tua, spero che tu lo capisca una volta per tutte! - esclamò l'uomo con disprezzo, facendo scendere una lacrima sulla guancia della ragazza che si sentiva sola e lontana da casa.
Sdraiato sul suo letto, Arnaldo ricorda il giorno in cui tutta la sua vita è andata in frantumi, non avrebbe mai immaginato che suo nonno avrebbe preso una decisione così drastica nei suoi confronti.
Flashback
-Signore, Arnaldo, suo nonno, la manda a dire di andare a villa Ferreira stasera, ci sarà una riunione di famiglia e spera che lei non se la perda. -Il suo assistente annuncia.
-Spero che stasera il nonno mi nomini suo rappresentante in tutte le aziende. -Diceva Arnaldo nella sua mente.
Alla villa...
-È ingiusto quello che stai facendo, nonno, non merito di rovinare la mia vita accanto a quella ragazza che sono sicuro non sappia nemmeno leggere e scrivere. -Arnaldo si lamenta con il nonno, che non presta attenzione alle sue parole, perché ha già preso la sua ferma decisione e non intende rinunciare.
-Se vuoi essere l'erede del mio impero, devi sposarla, certo, se non vuoi farlo, non farlo, ma io ho già dato la mia ultima parola e tu decidi se accettare o lasciare. Il nonno risponde con fermezza, perché è sicuro che accetterà in virtù della sua ambizione di essere l'amministratore delegato del suo impero e di non cedere lo spazio allo zio suocero che è come un avvoltoio che aspetta il momento giusto per cadere nell'eredità e nominare il proprio figlio presidente.
Fu così che Arnaldo accettò a malincuore di diventare il marito di una ragazza di paese e analfabeta, come lui la considera.
Mentre in un'altra zona della città, un anziano signore convince la nipote a sposare il figlio di un suo amico, lei rifiuta, ma per esaudire l'unico desiderio del nonno, accetta di diventare la moglie di un milionario anche se sarebbe un matrimonio senza amore.