capitolo 17
Io dico: "Vai, Jazz!" Lei gli salta addosso e lui ci calcia a terra.
La sento dire: "Mi dispiace Sabrina". La sento mugolare dal dolore.
Torno alla mia forma umana e so che si è rotto qualche costola. Combatto comunque attraverso il dolore. Vado in cucina a cercare un coltello, ma non trovo nulla. Sto lì nudo senza niente con cui difendermi. Non è che abbia comunque una possibilità contro di lui.
Lo vedo camminare verso di me. Mi guarda e dice: "Mia dolce Sabrina, perché ti piace sfidarmi così tanto? Ti piace il dolore?"
Io gli urlo: "Vai all'inferno dove appartieni e stai lontano da me!".
Lui ride e riprende a camminare verso di me. Io lancio i nostri piatti, ma lui li schiva facilmente. Si frantumano sul pavimento.
Mi afferra per il polso mentre io tiro pugni e calci cercando di sfuggirgli. "Sabrina, smettila di essere così dannatamente difficile", dice.
Mi fa arrabbiare così tanto che gli urlo: "Ti odio!". Poi mi dà un pugno in faccia e tutto diventa nero.
Mi sveglio con lui che mi scopa. Cerco di allontanarmi da lui, ma è troppo forte. Mentre spinge sempre più forte, grido di dolore pregandolo di fermarsi. Lui va solo più veloce. Comincio a colpirlo e lui mi afferra per i polsi. Mi tiene i polsi come se non fosse un problema per lui. Mi gira come se fossi una bambola di pezza. Cerco di strisciare sul letto per allontanarmi da lui, ma lui mi afferra per i capelli e mi tira di nuovo giù dove non posso più muovermi. Poi comincia, ma questa volta è molto più doloroso. Si spinge dentro il mio buco del culo. Grido più forte che posso dal dolore, e lui va sempre più veloce e più forte. Grido che si fermi. Comincio a sentirmi svenire e lui mi schiaffeggia. "Non ci sarà nessuno svenimento. Devi imparare la lezione", dice.
Dopo ore di lui e di orgasmi multipli finalmente si ferma. Si stacca da me e mi dice di andare a pulirmi per andare a letto. Vado a farmi una doccia e la perdo. Mi pulisco. Ha dei vestiti scelti per me. Mi ci cambio dentro. Poi viene da me e mi dice: "Devo andare, ma tornerò presto". Poi mi bacia la fronte e se ne va.
Jazz dice: "Mi dispiace tanto Sabrina! Avrei dovuto fare di meglio per te. Invece, ti ho messo più in pericolo e ti ho causato più dolore".
Io rispondo: "Jazz, non è colpa tua. Ho perso la calma e ci ho messo in questa situazione. Ora dobbiamo ricominciare da zero per guadagnare di nuovo la sua fiducia. Non mi scuserò per aver difeso la mia famiglia da quel mostro.
Vado a stendermi e a riposare un po'. Sono fottutamente dolorante per quello che mi ha fatto. Non importa da che parte mi stendo, sento dolore. E' così scomodo, ma alla fine mi addormento.