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Capitolo 9

Arriviamo in un bar molto carino. Lincon dice che è il migliore mentre Betty dice che non è un granché.

-Sei già ubriaco, che ne sai?

-So come godermelo meglio.

Sorrido quando lui la guarda, questi due continuano a litigare, non mi stupirei se finissero insieme.

Una volta entrati, ci sediamo a uno dei tavoli. La pista da ballo è piena di gente che balla e allo stesso tempo vedo degli ubriachi. Fisso una coppia di ragazzi troppo giovani per essere in questo posto, a quanto pare stanno litigando, lei si alza dal suo posto e prende una birra dal tavolo, mi sorprende vedere come gliela versa in testa e se ne va, lui si guarda intorno e io distolgo lo sguardo.

-Cosa vuoi?

chiede Garret, sedendosi al tavolo con noi.

-Una bottiglia di vino bianco.

Risponde Betyy, pensando che sia troppo per lei.

-Prenderò la sua stessa bottiglia.

Dico e Betty mi guarda male. Garret se ne va e Lincon mi chiede di ballare. Accetto e lui mi prende la mano.

Una volta sulla pista da ballo, mi afferra per i fianchi e con l'altra mano mi tira verso di sé, iniziamo a ballare un genere che non conosco molto e che quindi non ballo molto bene. Ma decido di improvvisare, a lui piace e io sono ancora più attratta da lui, il suo respiro è rosa intorno al mio collo e le sue mani si aggrappano ai miei fianchi. So quali sono le sue intenzioni, così mi stacco e ballo da sola per un po', mi accorgo che non è divertito e mi afferra di nuovo per la vita e continuiamo a ballare.

Ho già evitato i baci mentre ballavamo, ma ora mi tira verso il centro della pista, in modo che non possa sfuggire a un altro bacio, semplicemente perché siamo più ammassati. In quel momento la canzone finisce e gliene sono grata.

Quando arrivo al nostro tavolo. Trovo Betty che sta pomiciando con un ragazzo che non avevo mai visto prima. Mi siedo e osservo la scena, bevendo quello che c'è sul tavolo. Garret e Lincon stanno ballando, così ne approfitto per andare in bagno.

Quando torno vedo che Betty non c'è più, così la cerco, ma non riesco a trovarla. Mi siedo di nuovo e all'improvviso sento una voce familiare alle mie spalle. Quando mi giro è Giovan. Si siede al tavolo e mi offre del vino rosato. È il mio preferito, lo accetto.

-Cosa ci fai qui?

-Cose di lavoro, tesoro. Sei molto carina.

-Grazie.

Sono contenta di rivederlo, anche se ci siamo lasciati a causa della monotonia, mi piace ancora, ma solo come amico, e poi ho scoperto che si è unito a un'organizzazione di non so cosa, il che è bastato a farmi passare la voglia di avere a che fare con lui in futuro.

Mentre parliamo, mi gira la testa ma non ci faccio caso, credo di aver bevuto troppo.

-Puoi darmi il tuo numero. Poi possiamo andare a cena fuori e parlare un po'.

-Certo.

Glielo do e continuiamo a bere e a parlare. Il mio telefono squilla nel portafoglio, ma non lo rispondo. Giovan mi chiede di ballare e io accetto, ma una volta in pista mi sento male.

- Scusami, vado... vado a prendere un po' d'aria, non mi sento molto bene.

Mi accorgo che sto biascicando le parole, mi gira tutto intorno.

-Ti accompagno.

Mi afferra per la vita, mentre sto perdendo l'equilibrio.

Non appena usciamo. Non mi sento forte, così il mio ex mi tira a sé e mi mette una mano sul sedere e l'altra sul collo, sono a pochi centimetri dalla sua bocca, il suo profumo mi entra nelle narici e mi fa arrossire.

-Mi piace di più così.

-Cosa hai messo nel vino?

Dico, biascicando sempre più le parole mentre la mia lingua si appesantisce.

-Amore e tanto amore.

Lui mi sorride e inizia a baciarmi, io cerco di pareggiare i conti ma il mio corpo non risponde.

All'improvviso comincio a vedere sfocato e mani fredde iniziano a toccarmi, non voglio questo, cerco di urlare ma non ci riesco, non sono in grado di muovermi.

-Lasciala andare.

Giovan smette di baciarmi e mi spinge via.

-E se non cosa.

Sento un tonfo e vedo Giovan cadere a terra. Mi aggrappo al muro e vedo l'immagine sfocata di Adrian. Allungo la mano e lui mi stringe nel suo abbraccio. È quello che voglio sentire in quell'istante.

Mi prende il mento e mi bacia la guancia. Mi stringo di più a lui, mentre la mia vista diventa sempre più sfocata e in pochi minuti tutto perde colore, tutto è nero.

Mi sveglio un po' disorientata, non so bene dove mi trovo. Mi guardo intorno, sul comodino trovo un'aspirina e un succo d'arancia.

Penso subito al film “Le sfumature di grigio”, prendo la pillola e Adrian entra dalla porta. Indossa una felpa, sembra che abbia fatto jogging. Si siede ai piedi del letto e sembra sudato.

-Come ti senti?

-Come se stessi rivivendo una scena di un film.

Lui gira la testa da un lato. Allora cambio argomento: dove sono?

Si alza e con un gesto esagerato dice.

-Sei nel mio palazzo, nel mio appartamento.

Si siede di nuovo e mi afferra le mani: “Chi era il ragazzo con cui ti ho trovato ieri? Le scene della sera prima mi balenano nella mente e mi si secca la bocca.

Allontano le mani e ignoro le sue parole. All'improvviso mi ricordo... Prendo il cellulare e in effetti ho delle chiamate perse da parte di Garret, altre da parte di Betty e Licon, e in parte sono sommersa di messaggi.

La mia compagnia mi guarda con aria di sufficienza, in attesa di una risposta, ma io non ho voglia di rispondere, quindi l'atmosfera diventa un po' imbarazzante, e gli faccio il sorriso più carino che ho.

Guardo di nuovo il mio cellulare, faccio una chat di trasmissione e scrivo velocemente: *Sto bene* premo invio e concentro di nuovo tutta la mia attenzione sullo spasimante di fronte a me.

-Come mi hai trovato ieri sera?

-Ubriaco.

Lui alza le spalle e io gli do una gomitata.

-Sai cosa intendo.

-Cosa mi hai vomitato addosso e ho dovuto venire a fare un bagno?

-L'ho fatto davvero?

Lui sorride, io lo spingo e mi alzo dal letto.

-Dove stai andando?

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