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- Dolce Gesù ! Non sta con Melanie?
- Lei stessa è venuta ma è già partita. Ha bambini piccoli e nessuno su cui fare affidamento per prendersi cura di loro. Io stesso devo tornare giù a Douala questa notte perché ho un imperativo che non posso assolvere domani alle prime luci dell'alba.
- Uhm! Lionel. Qui sono le 21:00, anche se lo volessi, non potrei partire subito. Speriamo domani mattina. Con chi passerà la notte? La sua fidanzata non è qui?
- Lei non c'è più...
-Ekie! Come mai non c'è più?! Lo abbandona adesso perché?!
- No Magguie non ci sei; non è sopravvissuta….
- Meumaaa ooooooooooo No!
- Ti dico…
- E il bambino?
- Entrambi sono morti all'istante
- Ateuhhhh!
La mia porta si spalanca su mamma
- Cos'è di nuovo Magguie? Chi è morto ?
- Wokoloooo Ok Lionel, domani mattina prenderò il primo autobus.
- Ok, grazie, ci vado, non ti mentirò, non sono nemmeno sicuro che ce la farà a passare la notte... qualcuno deve essere al suo capezzale stanotte.
- Ho capito ho capito. Chiamerò sua sorella Melanie grazie mille
- Cos'altro è Magguie?
- Mamma oooooo la mia vita qui, cosa ho fatto alle persone?
- Parla figlia mia mi fai paura!
Guardo i miei figli che hanno gli occhi fissi su di me. Mi alzo e trascino mia madre fuori dalla stanza. Le riassumo ciò che ho appena appreso. Tra esclamazioni e altre, chiama Papa Jean ma lui è fuori rete. chiamo Melania. Risponde al secondo squillo
- Buonasera Melanie sono Magguie
- Sì, conosco Magguie mio fratello ooooo vale a dire che non so quale crimine abbia commesso la mia famiglia per essere così punito Woyooooooo
- Calmati. Abbiamo bisogno di qualcuno con lui stasera. Sembra che sia serio?
- Magguie, è molto grave, non possiamo nemmeno trasfonderlo con il sangue, sai quanto sta male qui... Ha perso molto sangue, dicono che i suoi organi vitali sono stati colpiti.
- Eeeee aaaa Arthur ooooo. Mélanie sta guardando stasera per favore prendo il primo autobus domani mattina
- Non ho scelta, i bambini staranno qui con il mio vicino.
- Ok domattina allora
Ho appeso
- Hmm. Che storia è?! Magguie, tuo marito ha avuto l'incidente lo stesso giorno in cui abbiamo seppellito sua madre!
- Sono sopraffatto mamma!
- Cosa ti dice sua sorella?
- Che serietà
- Uhm! Devi andartene, ma non prendere una decisione lì senza consultarmi. Rimarrò qui a vegliare sui bambini.
- Grazie mamma
- Ma dov'è la sua fidanzata a vegliare su di lui?
- Hum Ma'a è anche la cosa più triste: non è sopravvissuta
- Non è sopravvissuta a cosa? non capisco molto bene
- Dico che era nella stessa macchina e non è sopravvissuta
- Zambeu wam (Mio Dio)! E il bambino?
- entrambi morti
- Non possibile !
- Ti dico !
Siamo passati dal pianto al pianto e alla preghiera prima di dormire. Alle 5 del mattino ero sul primo autobus Garanti, alle 9 ero al CHU. Mi è stato detto al pronto soccorso e sono andato lì con un nodo allo stomaco. L'odore dell'ospedale che orrore! C'è una signora molto magra sull'altro letto. Il tipo che ti dici se anche solo sbatti le palpebre scoprirai che è morta. Arthur… alla sua vista trattengo un singhiozzo. È sdraiato è lì senza esserci i suoi occhi sono vitrei la sua testa sepolta in una benda il suo braccio sinistro fasciato il suo infuso destro. Ha un cattivo odore, credere che sia finita.
-Artù….
- Hmmmm
La sua mano perfusa cerca la mia. Corro da lui per prenderlo senza una parola. Le lacrime scorrono solo dai miei occhi. Arthur è in pessime condizioni. Faccio una breve preghiera al cielo, senza troppa convinzione sperando in un miracolo. La sua mano rimane nella mia per un momento e poi mi rendo conto che è immobile. Controllo, si è appena addormentato. Quindi mi alzo e lascio la stanza per chiamare la mamma, informarla e trovare alcuni oggetti per pulire Arthur.
(…)
Esco dal bagno in comune da qui dove sono andato a pulirmi dopo essermi preso cura di Arthur. Finalmente è presentabile. Non potremmo discutere che fatica ad esprimersi. Dice con grande difficoltà la prima sillaba del mio nome. Quando entro nella stanza, il dottore è al suo capezzale. Lo tocca e gli fa delle domande alle quali Arthur risponde solo con hmmmmm. mi sto avvicinando
- Salve dottore, sono sua moglie
- Ah ok signorina
È preoccupato
- Possiamo vederci nel mio ufficio?
- Certo
Mi chino verso Arthur e gli sussurro
- Tornerò
Usciamo e andiamo nel suo ufficio.
- Signora, il caso di suo marito non glielo nascondo è molto critico
- Dimmi di più dottore
- La batteria di prova che abbiamo superato conferma i nostri timori. È sieropositivo e quindi non può essere trasfuso, inoltre aveva un intestino perforato e temo anche un'emorragia al cranio.
- Hmm
- Possiamo provare ad operarlo per dargli qualche giorno di vita, ma la malattia si era già impossessata del suo corpo, evidentemente non era in cura o prendeva farmaci che indebolivano il suo sistema immunitario.
- Se è necessario azionarlo in modo che sopravviva, allora fallo dottore. Il resto è nelle mani di Dio.
- Sta a te decidere. Personalmente sono uno di quelli che pensa che una vita non abbia prezzo ma qui sarò franco che guariremo una ferita ma che non rimuoverà dal suo corpo il virus fortemente tatuato che ha al limite distrutto il suo sistema immunitario.
- Dott. operalo! Quanto è necessario per questo? Cercherò i fondi
Già mi sono alzato. Descrisse la procedura e l'importo da versare, acconto compreso. Ho lasciato ringiovanito. Se riusciamo a fermare la sua emorragia ea chiudere il suo intestino perforato, potrebbe finalmente accettare la tripla terapia e starà meglio. Torno a vederlo nella stanza e gli sussurro all'orecchio
- Andrà tutto bene eh Arthur. Ti opereremo. Ti sentirai meglio
- Mag... ragazzo...
- Andrà tutto bene sii forte
Mi alzo ed esco a fare telefonate. Devo cancellare il mio conto e chiedere aiuto alle mie sorelle. Ho fame, ho sete. Esco e prendo delle arance, delle prugne e del mais. Sulla strada per la sua stanza mi chiama un numero non in elenco
- Maggi?
- SÌ ?
- Mattina. E' Angelo...
- OH! Angelo! Mattina
- Come va lì?
- Non è terribile. Dobbiamo raccogliere dei soldi per farlo operare.
- Quanto hai bisogno?
- 2.000.000 deposito 500.000
- Ok, vedo qui quanto riesco a trovarti anche entro domani.
- Ok grazie mille.
- No... sono io che ti ringrazio. Tu... eri molto forte. Grazie davvero.
- …………
- Ciao!
Aveva già riattaccato. Torno dentro e gli incuneo forte il cuscino contro la testa e cerco di convincerlo a prendere il succo d'arancia spremuto da un bicchiere di plastica. Mangia bene.
- Grazie Magguie
- Riposo
- …. IL …. Bambini ?
- Stanno bene. Ti salutano
- …Hmm
Prova a fare un ghigno, immagino
- …Maggio…. Come va ?.....
- Sto bene. Riposa Artù. Sei stanco
- Sono dolorante….
- Dove ?
Mi indica dentro il petto. Sono preoccupato. Lo rassicuro meglio che posso ed esco a fare le mie telefonate, ho bisogno di questi soldi il prima possibile. Deve essere operato.
(….)
Le mie sorelle mi mandano soldi durante il giorno. 500.000 ciascuno, Ange me ne mandò un milione. Mi prenderò un momento non appena si sarà riposato lì per prelevare dei soldi dal mio conto di risparmio. E recuperare questi mandati contestati. Dato che sono stato qui ieri, non so se sia psicologico, ma ho l'impressione che Arthur stia meglio rispetto a quando sono arrivato ieri mattina.
L'ho appena pulito di nuovo. Ho finito per prendere i pannolini da lui. Non riesce a spiegare a se stesso come ci riesce ed è molto imbarazzato che io debba affrontare tutto questo. Non mi dispiace così tanto. È mio marito. Nel bene e nel male. Il mio telefono sta squillando
- Pronto ?
- Maggi? Mattina
- Mattina… ?
- Questo è Armand NGUEFACK
Ecco allora! L'amico di mio marito. Stavano facendo i 400 colpi insieme. Molto consapevole della storia con Maeva e camminato senza imbarazzo con mio marito e la sua ragazza
- OH! Ciao Armand
- Come va ?
- Siamo qui. Stiamo resistendo.
- Sono appena entrato in città. Voglio andare a trovarlo ma non conosco gli orari di visita.
- Puoi venire anche adesso eh. L'orario di visita è già iniziato
- Ok, allora vengo
Torno nella stanza e gli dico che sta arrivando il suo amico. Indebolito com'è, riesce ad annuire. La mamma ha finalmente avuto papà Jean che sta andando a Ydé. Sarà lì a breve. Il mio telefono squilla di nuovo, è Armand. Ovviamente non era lontano dal CHU. Gli dico il nostro edificio e lui ci trova senza preoccupazioni. Appena viene a trovare il suo amico il mio telefono squilla di nuovo questa volta è papà Jean. Anche lui è al cancello. Gli indico anche che entra. Visto che sono lì, ne approfitto per lavarmi un po' la faccia poi mi unisco a loro e trascorro insieme il resto del periodo di visita, fino alla fine del tempo di visita quando Armand se ne va. Papa Jean va a casa di suo fratello a Ydé. Non appena li accompagno non lontano, torno al capezzale del mio paziente. Egli dorme. Me lo dice l'infermiera della signora della porta accanto
- Signora, ha chiesto di te quando te ne sei andata e ha fatto uno strano rumore
- Ah bene ?
Mi avvicino a lui e mi rendo conto che ha bagnato il letto. Questa non è la prima volta. Ma d'altra parte quando lo osservo sembra che non respiri più.
-Ekie! Arturo!!!!
Cerco di prendergli il polso. Gli ho anche messo il dorso del cucchiaio d'acciaio inossidabile che avevo lì sul naso per stare attento al vapore: niente
-Artù!!!!
Lo scuoto è inerte nessun gesto. Il suo corpo non è certo ancora freddo, ma sono terrorizzato. Corro fuori!
- Medico! Dottore! Infermiera !!!
L'infermiera della porta accanto arriva di corsa
- Non respira!
Viene, prende i suoi parametri e posa la sua artiglieria con una faccia triste e chiusa. Esce e torna con il dottore
- Dott. cosa sta succedendo? Sto ancora aspettando i soldi che inviamo oggi possiamo operare domani
Ma non mi sta ascoltando e usando il suo stetoscopio cerca di ascoltare il battito del cuore di Arthur. Lo mette via e me lo dice
- Sii forte signora. Ha lasciato
- Andato dove? Come mai ?
- L'infermiera copre il suo corpo. Madame se hai famiglia chiamala.
- NO ! chiudere la faccia perché?! Se è necessario scioccarlo! Tornerà ! Domani saremo operativi! NO ! Artùoooo
Lo scuoto forte
- Signora, questo è un ospedale! C'è un paziente nella porta accanto. Non piangiamo qui. Calmati !
- Sì, mi sto calmando dottore. Suo padre sta uscendo da qui, aspetta, lo richiamo!
Tiro su col naso quando faccio la chiamata. Risponde subito
- Papà Jean devi tornare qui, scusa
- Sto arrivando !
Ha riattaccato. Ecco mio marito che era già stato coperto di bianco e le infermiere volevano portarlo
- Eh eh lascialo lì! Sto aspettando il mio patrigno!
Fu in questo preciso momento che Alma mi chiamò per dirmi che mi aveva appena conferito il mandato.
- Alma, cos'altro devo fare con i soldi? Dicono che Arthur se n'è andato...
- Noooooonnnnnnn
- Eeeee aaaa na! Eccomi qui da sola in questa Yaoundé con il cadavere di mio marito. Quando sono venuta a fare da babysitter alla mia malata Alma ooooooooooooo ho finito!
Non ci volle molto perché Papa Jean si facesse vivo di nuovo. È tornato con suo fratello. Avevo già avuto mamma e Hono al telefono. Tra crisi di lacrime e consorti, la mamma mi ha detto che non mi avrebbe fatto vivere questa esperienza da sola. Che sarebbe venuta la sera stessa. I miei suoceri hanno gestito la situazione in modo brillante. Ho firmato ovunque dovessi firmare senza sapere veramente cosa stavo facendo. Ho chiesto a papà Jean un momento di solitudine. Ha insistito per riportarmi a casa di suo fratello con lui, ma gli ho detto che volevo stare da solo per un po'. Che stavo per prendermi una stanza da qualche parte. Due giorni che ho dormito sulle panchine pubbliche dell'ospedale due giorni che non ho vita due giorni che vivo male con la morte al mio fianco. Voglio stare da solo e riposare. Affronterò il lutto solo dopo aver dormito.
(…..)
Eccoci di nuovo in NLONG ma questa volta sono io ad essere in lutto. Sono io che sono seduto sul tappeto vestito di bianco. Vedo i miei figli nelle gonne di mia madre. Ho smesso di piangere Arthur il giorno dopo la sua morte. Sono uscito di scatto dal mio letargo non appena mia madre si è presentata in città quella stessa notte. Siamo tornati insieme dalla famiglia di mio suocero e il giorno dopo siamo tornati a casa a Douala.
Una volta a casa il mio primo istinto è stato quello di fare una lunga doccia e poi occuparmi dei miei ordini. La mamma ha cercato di costringermi a riposare ma ho rifiutato categoricamente. La casa si è subito riempita di zie e cugine che sono venute a piangere con me. Accolsi con serenità la loro afflizione. Non avevo risposte alle domande
"Cosa farai adesso? »
"Così giovani ma già vedovi, come faranno i figli senza il padre"?
Io stessa sono andata a prendere i piccoli a scuola e invece di portarli direttamente a casa siamo andati a prendere un gelato. E lì ho spiegato loro che papà è andato in paradiso
- In paradiso mamma?
- Sì Lloyd
- Tornerà ?
- No tesoro mio...
- Ma come lo rivedremo?
- Lui è lì… (gli ho indicato la testa) e lì…. (e il suo cuore)
- Era molto malato mamma?
- Mai molto malato….
- Uhm! In ogni caso, non ti farà più male.
- Il mio bambino... ha commesso degli errori ma è ancora tuo padre
- … non lo amo più
- Lo so, ma devi perdonarlo. Pensa ai tuoi bei momenti, ok?
- … Ci proverò
Ho stretto il mio cuore per non versare lacrime. Non avrei mai immaginato che mio figlio avrebbe odiato suo padre prima e dopo la sua morte. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi vedova a 28 anni. Non avrei mai immaginato che avrei vissuto un matrimonio triste e tumultuoso verso la fine della vita di mio marito. Arthur... andato così giovane! A causa di cose stupide fatte. Ora nella sua caduta ha trascinato giù una ragazza che era anche giovane... e innocente.
(….)
Le mie cognate urlano il loro dolore a squarciagola intorno alla bara del fratello. I miei figli sono proprietà custodita di mia madre. Finiscono così per andare ad indossarli e manifestare con forza la loro afflizione. Le promesse di non abbandonare i bambini e me piovono ovunque. La famiglia di Arthur mi mostra un sostegno incrollabile. Suo padre... i suoi zii... i suoi cugini... i suoi amici.
Osservo mio suocero; Ha preso un bel colpo di vecchio. In un mese seppellì moglie e figlio. Ha la schiena arcuata. Non sono sicuro che resisterò presto a un altro lutto. Possa ancora resistere scusa.
Dopo il funerale, sono rimasta a NLONG per altri 9 giorni per i riti della vedovanza e una volta la novena. La mamma è rimasta con me. La mattina della mia partenza papà Jean mi fece sedere
- Madame ZOGO, si dice comunemente che la morte separa le persone ma per me tu rimani mia nuora. Non allontanarti da noi. Non negarci i nostri figli. Questo è tutto ciò che ci resta di Arthur
- Non farò niente del genere.
- Ha contagiato anche te?
- Scusi ?
- La sua malattia lì... ti ha contagiato?
- Niente papà
- Ecco perché non hai più dormito con lui, vero?
- Sì… volevo che si prendesse cura di se stesso Papà Jean, ha rifiutato di accettare il suo status anche all'inizio.
- Hum… Che Dio presti la tua saggezza alle mie figlie….
- Ma papà Jean come lo sapevi? Ho fatto di tutto per non spargere la voce
- Me l'ha detto in ospedale il giorno in cui è morto lì; quando sei fuori per un po'
- … OK !
- Stava chiedendo aiuto. Ha detto che aveva paura di morire
- Ed è morto senza dirmi niente papà
- Si vergognava troppo per parlare con te. Ti ha fatto soffrire troppo e quel giorno lo ha ammesso davanti a me e al suo amico. Gli abbiamo anche fatto promettere di chiederti perdono. Pensavo che l'avrebbe fatto, ma purtroppo non aveva tempo
- …..
- Andate in pace, rimanete della mia famiglia anche i miei figli.
- Ok papà John
Tornai a Douala con la mamma e fu durante il viaggio di ritorno che le raccontai di cosa soffriva Arthur e il nocciolo della nostra disputa.
- Capisco perché non ne hai voluto parlare... Ma non hai niente?
- Ho fatto il test e l'ho anche rifatto: non ho niente, mamma
- Ok... Questa è la cosa principale. Devi andare avanti nella vita, figlio mio. È solo una fase che hai attraversato. Abbi cura dei tuoi bei momenti, parla sempre bene di lui ai tuoi figli e prega il tuo Dio
- Sarà un po' difficile con Maï, era già arrabbiata con lui prima della sua morte
- Lo so... possiamo solo guardarla evolversi pregando che lei lo perdoni nel tempo.
Tornato a Douala, ho tenuto il bianco per 3 mesi. Periodo durante il quale ho deciso di andare a trovare la madre di Maeva. Non l'ho detto a nessuno. Ci sono andata da sola, ho suonato il campanello di questo appartamento ed è stata la stessa mamma cascante che è venuta ad aprire la porta. Mi ha riconosciuto subito e si è offerta di farmi entrare.
- Posso darti qualcosa da bere?
- No mamma... io... volevo solo farti le mie più sincere condoglianze.
- … Grazie figlio mio. Non ho avuto modo di inviarti i miei... Anche se dubito fortemente che sarebbero stati sinceri. Non fraintendermi. Non ho niente contro di te ma finora non riesco a liberarmi della rabbia che provo contro il tuo defunto marito...
- Non sei l'unico. Anche mia figlia si risente molto di suo padre.
- Non tu ?
Ho un sorriso stanco
- Qual e il punto ? Ho accettato il mio destino e ho deciso di andare avanti nella vita. Arthur e tua figlia erano in una bolla. Nonostante i miei numerosi consigli a lui per prendersi cura di se stesso, ha rifiutato di accettare la sua malattia ed è sprofondato nella perversione. Credere che fosse arrabbiato con gli altri per non essere malato….
- Mia figlia ha iniziato a torturarmi in questo modo quando aveva 15 anni. Insomma, che finisca così non mi stupisce.
- Devi fare pace con te stessa signora. Hai ancora l'altra tua figlia... Nathalie, giusto?
- Sono due per stare con me; Nathalie è la più giovane, hanno una sorella maggiore che è tornata in convento e mio figlio che esegue gli ordini. Vuole diventare prete
- Ok, volevo venire a sostenerti, è sincero. adesso me ne vado
- Sono contento di rivederla. Sono contento che tu non sia devastato
- Va tutto bene, sto resistendo. Ho perso Arthur molto prima che morisse improvvisamente... Arrivederci signora
- Arrivederci
La mia vita ha ripreso il suo corso normale, condiviso tra la mia attività e i miei figli. Stavo vivendo una vita molto amorfa, in un profondo letargo. Improvvisamente ho smesso di provare gusto per la vita. Improvvisamente ho smesso di essere madre nel senso profondo del termine. Ho sentito tutto il tempo
- Magguie, stasera non guardi i quaderni dei tuoi figli?
- Mamma guarda la mia gonna è strappata
- Maggi! Tuo figlio tossisce! Non sono la loro madre eh! Devo fare tutto in questa casa?!
A volte era persino la ragazza di Marc che veniva sempre più spesso a casa ad occuparsi di intrecciare Mai senza nemmeno consultarmi. Ho dovuto uscire dal mio letargo quando anche la mamma ha iniziato a sviluppare problemi di salute e nonostante i suoi ripetuti giri in ospedale non andava ancora bene. Alma gli consegnò le sue carte e finalmente arrivò il fatidico giorno. È una mamma con grandi occhiaie sotto gli occhi e molto pallida che abbiamo accompagnato all'aeroporto Marc, i bambini ed io. Il lutto di Maï e Lloyd al momento dell'imbarco fu considerevole.
- Wekeeeee i miei nipoti sto tornando eh! Non piangere più!
- Faresti meglio a tornare! Non ce la faccio più, gli dissi, trattenendo a forza la mia eccessiva frustrazione.
Mi ha abbracciato e mi ha sussurrato all'orecchio
- Sorveglia quei bambini Magguie. Hanno solo te.
- Lo so mamma...
L'ho stretto molto forte tra le mie mani e ho ricordato il tempo della mia giovane infanzia in cui mi sono preso questa libertà. La voce dal microfono ha chiamato di nuovo le persone dal suo volo
- Mamma devi andare!
- Sì oooooo Marc eccomi qui a vegliare su tua sorella e sui suoi figli. Hanno solo te
- Puoi contare su di me mamma!
Lo abbiamo visto tutti andarsene, io con il cuore pesante e Mai e Lloyd tutti piagnucoloni.