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Nelle mani di un mafioso

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DR.AS
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Riepilogo

Katerin Nara, una bella ragazza che sta per compiere 18 anni, vuole avere un'attività tutta sua (qualcosa di semplice ma che le piace anche se non ne ha bisogno) perché ama stare a contatto con la natura. Crede che in questo modo potrà aiutare l'ecosistema e naturalmente non vuole lavorare nell'azienda di suo padre, il signor Ben Nara, un uomo d'affari che è il presidente della più grande azienda metallurgica del paese. Ma la sua vita non è più quella che desidera o che si aspettava. Una serie di eventi sconvolge la sua vita. Un incidente le cambia la vita... Un rapimento la tiene ferma... La sua vita è in pericolo...

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Capitolo 1

Un pomeriggio d'estate Katerin Nara stava guidando felice sulla strada, i suoi capelli castani ondeggiavano al vento a causa della velocità a cui andava, era felice perché suo padre le aveva regalato un'auto prima del suo compleanno, una bellissima Audi bianca, le sembrava di fluttuare sulla strada, pensava che gliel'avrebbe regalata per il suo compleanno ma lui continuò.

- Ma per quanto tempo? - Pensava che mancassero poche settimane al mio compleanno, anche se lui aveva promesso di regalargliela per quel giorno, quella mattina quando Katerin uscì per andare a fare jogging fu sorpresa di vedere quella bellissima auto con un grande fiocco rosso in cima, davanti a casa sua, aveva un biglietto attaccato al tergicristallo che diceva

“Alla mia cara ragazza, ti amo con tutto il cuore e spero che ti piaccia il tuo regalo di compleanno anticipato.

Con amore papà”.

Non riusciva a crederci, una macchina tutta sua, non avrebbe più dovuto usare quella di suo padre, sarebbe potuta uscire con i suoi amici e girare per la città con la sua bellissima auto.

-È il modo in cui papà si scusa per la discussione di ieri sera?

La sera prima hanno avuto una discussione con suo padre, il signor Ben Nara, dopo cena.

- Figlia, voglio solo il meglio per te.

- No papà, tu vuoi solo tenermi d'occhio, non voglio diventare un avvocato, un dirigente o qualcosa del genere, non voglio lavorare nella tua azienda.

-Ma che tu lo voglia o no, l'azienda sarà tua, prima o poi dovrai occuparti di tutta la società, è meglio che inizi a conoscere i soci, gli investitori e...” Katerin lo fermò prima che continuasse il suo discorso.

-Mi piacciono altre cose, viaggiare, stare a contatto con la natura, per questo voglio avere un'azienda mia, voglio avere un negozio di fiori, non guardarmi così, so che è l'opposto di quello che ti piace, ma è quello che mi piace davvero e in questo modo posso aiutare l'ambiente, aiutare le persone, cosa che non posso fare da un ufficio nella tua azienda.

- Ma Kat.

- No papà, è una mia decisione, il mio futuro, so che vuoi il meglio per me quindi ti chiedo solo di sostenermi, ti ho sempre sostenuto in tutto, ora ho bisogno di te....

Il signor Ben rimase a guardarla con orgoglio per la determinazione con cui sua figlia difendeva la sua opinione, si rilassò e riacquistò la sua aria spensierata e affabile, dopotutto era sua figlia, la sua unica figlia, dato che sua madre era morta dandola alla luce, quindi era la cosa più simile a lei che avesse, era identica a sua madre, capelli castani, pelle marrone, occhi verdi, un bel sorriso e soprattutto molto umanitaria, voleva aiutare tutti. Per questo aveva avuto qualche altra relazione sentimentale (molto breve, tra l'altro) ma aveva preferito rimanere da solo, amava moltissimo sua moglie e non voleva tradirla nemmeno dopo la sua morte.

- Va bene Kat, se è questo che vuoi, puoi avere la tua attività, qualsiasi cosa tu decida di fare ti sosterrò, so che sei una donna responsabile e dedita a tutto ciò che fai.

- Grazie papà, sapevo che avresti capito....

Katerin aveva imparato a guidare all'età di 13 anni: suo padre era il proprietario della più grande azienda metallurgica del paese e amava le auto, quindi non esitò a insegnare alla figlia quando vide che era interessata a imparare a guidare, quindi sapeva come fare.

Affrontava le curve con facilità e toccava appena il pedale del freno, accelerava all'uscita di una curva difficile quando sentì un tonfo e il volante iniziò a girare da solo rendendola incapace di prenderne il controllo, i nervi la invasero, l'auto attraversò la strada, spaventata riuscì solo a vedere come l'auto cadeva verso il precipizio senza riuscire a crederci, riuscì solo a coprirsi il viso con le mani mentre girava in aria finché non si fermò e tutto rimase nel buio e nel silenzio più assoluto.

...