CAPITOLO 12
"Un nuovo inizio."
(21 marzo 2015 Filadelfia, Pennsylvania)
(Aurora Carsson)
Il giorno dopo ho chiamato il dottor Mickols informandolo di tutto e che stavo tornando a New York, si è offerto di venirmi a prendere alla stazione centrale dei treni.
Non andavo a casa dei miei, quindi cercavo online un posto dove vivere, trovavo un appartamento economico, non aveva mobili ma questo era il minimo, compravo il necessario, avevo quasi tutto il mio soldi intatti perché c'erano solo io spendevo i seimilacinquecento dollari dei miei risparmi per la retta universitaria, le mie spese quotidiane erano pagate con quello che guadagnavo dal mio lavoro.
Una settimana dopo è stata installata grazie all'aiuto e al supporto del dottor Mickols che insiste perché lo chiami Angel.
Grazie a lui e alle sue sorelle ho potuto acquistare le cose più essenziali come un letto e delle poltrone per il soggiorno, una piccola sala da pranzo e un cavalletto per dipingere; Avevo il mio laptop, quindi mi sono comprato una stampante e una piccola scrivania. Grazie all'intervento di Ángel, aveva affittato l'appartamento per cinque anni a un canone congelato.
Ho contattato l'editore per lavorare da remoto per motivi di salute e il dipartimento di traduzione ha accettato con riluttanza.
Ho provato ad entrare nel dipartimento di design con quello che ho presentato, quindi ho presentato alcuni disegni e mi hanno assegnato come prova le copertine anteriore e posteriore di un romanzo giallo e horror chiamato "The Gate of Hell". Questo da solo era uno spunto di riflessione, ma avrei comunque dovuto leggere parte del libro per farmi venire qualche idea.
Le giornate iniziarono a passare in relativa tranquillità a poco a poco facendo una routine, ma dopo sei mesi quando andai a lasciare una traduzione e un paio di illustrazioni al reparto progettazione, mi imbattei in mio padre che, dopo avermi sgridato e rimproverato per aver lasciato Ridiculous to Alice non essendosi presentato a tre eventi familiari pubblici, ordino di essere licenziato e di non essere più impiegato.
Questo mi ha sconvolto, perché anche se non guadagnavo molto, mi ha aiutato a tenere aggiornate le mie spese.
Non volevo andare con i miei problemi da Ángel, quindi non gliel'ho detto, andando a cercare lavoro altrove.
Ho fatto visita a Ethel Warren, la proprietaria della galleria di Soho che in precedenza aveva venduto tre dei miei quadri, ma si è rifiutata di vedermi dopo avermelo detto
-Non lavoro con pittori plagiatori, non disturbatemi più o vi denuncerò per plagio di opere d'arte e contraffazione.
-Ma quei quadri li ho dipinti io, non ho plagiato nessuno.- le ho detto ma lei mi ha urlato infastidita
-LASCIATI ANDARE O CHIAMÒ LA POLIZIA.- dopo aver sentito quelle parole mi sono ritirato, ero sconvolto, il professor Higgins mi aveva accusato di plagio e questo non era vero; Ora come potrei provare ad avere una carriera come pittore o illustratore?
Sono uscito da lì e mi sono incamminato verso il centro senza alcuna intenzione di andare da nessuna parte in particolare.
Mi sono seduto su una panchina guardando le foto che avevo scattato durante il mio soggiorno a Zermatt, nei pochi momenti liberi che avevo; quando un uomo me lo ha chiesto
Mi scusi signorina, sta bene?
-Se ho solo bisogno di riposarmi un po', non ti preoccupare.- risposi
-Scusi, mi presento, mi chiamo Walter Mitty, lavoro alla rivista "Life".
-Piacere di conoscerti, mi chiamo Aurora Carson e sono disoccupata.
"Beh, cosa hai lì, posso vederli?", ha detto, indicando le foto nelle mie mani.
-Queste sono le foto che ho scattato durante il mio ultimo lavoro, come domestica e governante a Zermatt, in Svizzera.
-Wow, che belle foto, questa foresta innevata e queste sculture di ghiaccio sembrano fantastiche, le hai scattate?
-Sì, stavo facendo un corso di fotografia mentre studiavo all'università, ma ho avuto dei problemi e mi hanno espulso.
-Wow, potrei provare ad aiutarti se mi permetti di comprarti quelle fotografie.- disse in quel momento Walter
“Perché lo faresti?” chiesi.
-Perché mi ricordi tanto tempo fa, quando avevo bisogno di qualcuno che mi sostenesse e mi desse lavoro, vai a sorridere e vieni con me.- disse alzandosi e dandomi la mano, per aiutarmi ad alzarmi.
L'ho seguito dove voleva portarmi e quel pomeriggio non solo ho venduto diverse fotografie, ma ho anche avuto un lavoro come assistente nel reparto negativi e con questo ho riportato la mia vita sulla buona strada per una routine che ha reso la mia vita un po' più calmo e normale...
I giorni passavano, mi sentivo tranquillo e chiesi persino a Walter il permesso di prendere dall'archivio alcune vecchie immagini fotografiche con cui ispirarmi a dipingere, mi concesse sorridendo.
A poco a poco ho confidato molte cose della mia vita sia a Walter che a Edmund, l'altro assistente: il rifiuto dei miei genitori adottivi, l'atteggiamento di Alice ei miei problemi di salute, si sono presi cura di me e si sono guadagnati la mia fiducia.