Capitolo 2
Era nervosa, le sudavano le mani e lui, seduto accanto a lei, non l'aiutava: la sua stessa presenza emanava mascolinità, potere, sensualità e soprattutto dominio, sentiva che era un uomo dominante.
E lei sapeva che lo era, lo aveva dimostrato quella sera al club dove si era concessa a lui senza pensarci due volte.
Il solo ricordo le fece bagnare le mutandine, si strinse le cosce sentendosi un po' a disagio per aver pensato a quelle cose, forse per lui non erano importanti.
Lo vedeva sempre nei fine settimana al club, pochissime volte durante la settimana, ma anche così, in quei pochi giorni che lui frequentava, era stato più che sufficiente per farsi catturare dallo sguardo penetrante di quell'uomo dai capelli neri, quegli occhi grigi come una tempesta l'avevano conquistata fin dal primo giorno in cui lo aveva visto seduto al bar.
Eros osservò come stringeva le cosce e quanto fosse nervosa, non voleva metterla a disagio, ma era davvero bellissima con quel vestito rosso e aveva un buon odore, il suo profumo era morbido come l'atalcado.
Si schiarì la gola e prese una cartella che era sul tavolo.
-Ho visto il suo curriculum, signorina Ross, ha frequentato alcuni corsi ma non ha terminato la laurea in marketing. Posso sapere perché?
- Sì, beh, ho dovuto abbandonare per motivi personali, sono dovuta andare a lavorare e, beh, riprenderò da dove ho lasciato. So di non avere abbastanza esperienza lavorativa.
- Vedo che non metto in secondo piano il fatto di lavorare in quel locale. -Il suo sguardo era fisso su di lei, su ogni suo gesto e movimento.
-Sì, non mi sembrava conveniente, inoltre non credo che per fare domanda nel settore della manutenzione sia necessario avere molta esperienza.
-Manutenzione?
-Sì, ho inviato il mio curriculum a quelle aziende di manutenzione che si occupano di assegnarti un'azienda per cui lavorare.
Sì, lui sapeva benissimo di quale azienda si trattava, ma non sapeva che lei aveva fatto domanda per la manutenzione e quando ha scoperto che era rimasta senza lavoro per colpa sua, ha voluto rimediare e gli ha chiesto di informarlo quando avrebbe inviato il suo CV a qualche azienda.
E così è stato fino al giorno prima, quando il suo braccio destro gli ha inviato un curriculum di lei che diceva di essere in cerca di un lavoro, ma lui. Non le disse di più, o forse lo fece, ma con l'entusiasmo che tutto stava andando per il verso giusto non lesse nulla di più di quello che c'era scritto nella mail.
-Sì, certo, ma non lavorerai come addetto alla manutenzione.
-Signore, ecco il cappuccino e il suo tè. Qualcos'altro? - disse Alicia entrando e appoggiando il vassoio sulla scrivania, cosa che infastidì molto l'uomo.
-Sì, ricordati di bussare prima di entrare, o hai le buone maniere dove?
-Mi dispiace, signore, non volevo farlo.
Barbara vide che Alicia era nervosa e le dispiacque per la poveretta, così, come se avesse la massima fiducia nel mondo, mise una mano sulla coscia di Eros con l'intenzione di calmarlo, un gesto che non passò inosservato ad Alicia.
-Va tutto bene, non credo che lo farà di nuovo, vero Alicia? È stato... un semplice errore.
-Sì, signore, mi dispiace molto, non succederà più”, lasciò l'ufficio a passi affrettati.
La mano di lei sulla sua coscia lo fece eccitare: il semplice tocco di una donna non lo aveva mai fatto eccitare così rapidamente.
Lei si rese conto di quello che aveva fatto e voleva allontanare la mano, ma lui la fermò, la prese di nuovo e intrecciò le loro dita.
Era strano per lui averla così, era passata una settimana dall'ultima volta che era stato con lei e gli sembrava di essere stato con lei proprio quella notte.
Voleva stare di nuovo con lei, ma temeva che lei non volesse, che pensasse che lui stesse approfittando del momento, da quando l'aveva vista per la prima volta in quel locale e l'aveva vista al bar mentre preparava e serviva i drink con tanta agilità, era rimasto affascinato dalla sua bellezza.
Sembrava diversa dalle altre donne, era davvero sexy, il solo ricordo di quello che gli aveva fatto quella sera lo faceva eccitare, voleva baciarla e scoparla sulla scrivania e in tutto l'ufficio, voleva sentire il suo odore in ogni angolo, diavolo, la desiderava come un pazzo.
Ma doveva controllarsi, non voleva sembrare un sadico davanti a lei, anche se le stava dicendo molte cose.
-Mi dispiace”, sussurrò in un modo così dolce che lo eccitò ancora di più e non poté farne a meno, si avvicinò a lei, le afferrò il collo e la baciò, un bacio morbido ma possessivo, un bacio che lei ricambiò facilmente e un gemito uscì dalle sue labbra.
E questo fu più che sufficiente perché Eros Adams perdesse ogni autocontrollo.
Senza lasciare il bacio le afferrò le cosce e la tirò su sulla scrivania, Barbara gli infilò le dita nei capelli e le strattonò leggermente facendo grugnire Eros, che grazie a lei aveva scoperto che la cosa lo eccitava.
Lui le allargò le gambe e le sfilò le mutandine, lei lo lasciò fare, era troppo eccitata per accorgersi di averle strappate.
Estrasse rapidamente il suo enorme cazzo e lo avvicinò alla sua entrata bagnata.
-Ti amo e non sai quanto“, disse mentre lasciava il bacio per poter respirare, ‘da quando hai varcato quella porta ho voluto scoparti per tutto il mio ufficio, ti scopero’ cosi‘ forte che tutto l'edificio sapra’ che sei mia”.
E senza ulteriori indugi si seppellì in lei facendo uscire un gemito dalla sua bocca, ma lo coprì con la mano. Non voleva dare spettacolo, per l'amor di Dio, cosa avrebbero pensato le persone che li avrebbero sentiti?
Questo passò in secondo piano quando vide lo sguardo lussurioso dell'uomo e ancora di più quando lui disse: “Non coprirti, voglio sentirti:
-Voglio sentirti gemere il mio nome, sei mia, voglio che tu lo sappia, quindi dimmi -. La stava penetrando con una forza incredibile, era persa nel piacere, la scrivania era bagnata e ad ogni spinta si muoveva di più, così lui la sollevò per i fianchi per avere un miglior controllo delle sue spinte -. Dimmi Barbie - le disse ancora in un sussurro roco all'orecchio.
-Sono tua Eros, sono tua, non fermarti, fammi tua.
-Il tuo desiderio è il mio comando.