Il peccato della contessa di Malibrán.
Riepilogo
Nei primi anni '80, quando non esistevano né il cellulare né Internet, il sistema di comunicazione più veloce ed efficace era il telefono e la posta ordinaria era la più lenta ma la più funzionale, oltre al telegrafo, che veniva utilizzato quando il destinatario non aveva il telefono, e quando le statistiche demografiche indicavano che c'erano 7 donne per ogni uomo del mondo, si snoda questa storia ricca di miti e antiche leggende popolari, tutte dalla zona circostante lo storico porto di Veracruz in Messico, la storia finge di essere horror paranormale, ma ha un tocco di commedia, dove 3 studenti delle scuole superiori che vivevano in una pensione per giovani donne, liberano accidentalmente lo spirito malvagio della contessa di Malibrán, una delle più antiche leggende popolari di Veracruz, che , piena di furore, si sforza di portarli all'inferno da dove l'avevano svegliata, per riaddormentarsi e cessare di soffrire per il perdono che nessuno sa in cosa consiste. Ma la potente Contessa ha un punto debole, un acerrimo nemico, che non può sconfiggere e con cui non può nemmeno combattere, il Conte di Malibrán, che torna per lei ogni volta che viene chiamato ad assassinarla, come l'ha uccisa da vivo, e Fra le grida disperate di perdono della malvagia Contessa che fugge per sfuggire al suo aguzzino, e le grida di vendetta del Conte di Malibrán, si svolge questa storia che rischia di finire in un'apocalisse, ma non un'apocalisse zombie, né nucleare, né a causa della caduta di un corpo celeste, né biblica, né dovuta a una pandemia o a una guerra batteriologica, ma piuttosto a un'apocalisse causata dal peccato della contessa di Malibrán, che alla fine di tutta la storia ci mostra che tutto va bene come lo è, in perfetto equilibrio, perché se mancasse solo uno dei peccati più comuni, sarebbe la fine dell'umanità e della società così come la conosciamo.
La scommessa.
Capitolo primo.
Erano da poco passate le 11 del mattino di quell’11 febbraio 1982 quando li trovarono felicissimi e chiacchieravano, tenendosi per mano e come se fossero innamorati delle elementari, in quella mensa tradizionale, situata al centro di quel porto. .
- Te l’avevo detto che ero con lei!
Lo racconta a Romaia Montero la sua amica Érika Cienfuegos, mentre li osservavano nascosti tra alcuni cespugli.
- Ho visto abbastanza!
Romaia racconta di essere una ragazza di 17 anni che aveva appena compiuto 17 anni, studentessa delle superiori, capelli castano scuro, alta 163 centimetri e pelle bianca, che indossava quella divisa da scolaretta a scacchi che non riusciva a nascondere il suo corpo ben formato , finito con un bel viso dagli occhi chiari illuminati di cenere che andava come una bestia feroce verso la coppia che non si era accorta della sua presenza.
- Ma; Com’è possibile che tu mi abbia tradito con questo?
Il giovane sorpreso non riuscì nemmeno ad articolare un paio di parole in sua difesa quando dovette alzarsi di scatto, sopportando il caffè bollente che gli era stato versato sul viso e sulla camicia.
- E tu magro e sbiadito dannazione sapevi che era con me!
La ragazza, anche lei molto giovane e carina, ha cercato di alzarsi con l’intenzione di mettersi in salvo, quando si è sentita afferrata per i capelli e sbattuta a faccia in giù a terra, ha raccontato.
- Ma non stavamo facendo niente di male!
-Certo che non è male uscire con il ragazzo di qualcun altro, è terribile, specialmente quando il mio amico ti ha creduto!
Pamela Ballesteros, che era la ragazza aggredita, poco più alta di Romaia e con le braccia più lunghe, riuscì a sollevare un ginocchio e prendendola per le gambe la fece cadere a terra, mentre il fidanzato infedele cercava di aiutarla, ma Érika, cercando di fermarlo , fu gettato a terra per il ragazzo, che era molto alto e tarchiato, il quale, riuscendo a strappare Pamela dalla forte presa di Romaia, non poté impedirgli di strappare un paio di ciocche bionde mentre lo apriva, la ragazza li guardò , sbuffando di rabbia e stringendo i pugni. .
Érika si è rialzata furibonda subito dopo essere caduta a terra, venendo nuovamente abbattuta da Gael ma questa volta con un pugno, fatto che ha indispettito un gruppo di ragazzi che stavano assistendo alla scena da un altro tavolo, e sono intervenuti colpendola e prendendola a calci , facendolo così scappare mentre continuavano a picchiarlo, lasciando la bionda in balia dei suoi 2 nemici che la fiancheggiavano furiosamente, mentre una piccola folla cominciava a circondarli, tra cui i camerieri della mensa; Romaia si aggiustò i vestiti ei capelli, e sbuffando si avvicinò a Pamela.
- Grazie!
Le dice di stringere le mani contro quello che tutti si aspettavano, e la ragazza spettinata sorridendo mentre si preparava, ha ricevuto il saluto.
- Quello che non mi è piaciuto è che mi hai strappato i capelli! E i miei soldi?
Le dice, mentre si aggiusta i vestiti e i capelli; Romaia, che già cercava qualcosa nelle tasche della divisa, le diede un piccolo pacco di banconote e tutti e tre uscirono insieme dalla mensa.
- L’ultima volta mi hai strappato un orecchino e mi hai graffiato la faccia! –dice Romaia.
-Per quanto tempo smetteremo di scommettere sui fidanzati? –dice Érika con rabbia. – Quello stupido mi ha rotto la bocca!
-Quando troviamo il fidanzato fedele.
Risponde Romaia e così, quel gruppo di amici del liceo di Villa Rica si è allontanato, in quel porto capoluogo costiero dello stato di Veracruz in Messico, chiamato con lo stesso nome: Veracruz.
Érika Cienfuegos Espíndola, 18 anni, 170 centimetri di altezza, capelli scuri e occhi verdi, originaria di un altro porto situato a poco più di 500 chilometri da lì, conosciuta come: Tuxpan, che era arrivata a Veracruz da studente, diventando amica di Pamela Ballesteros Retana, anche lei alta 168 centimetri, capelli biondi lunghi e lisci, pelle bianca e occhi azzurri, 17 anni, originaria di Veracruz, e Romaia Montero Sobrevilla, originaria di una città situata a più di 300 chilometri da lì, chiamata: Poza Rica, che sebbene non fosse il più alto, era quello che attirava maggiormente l’attenzione dei 3 per la bellezza del suo viso e del suo corpo, che nonostante fosse in pieno sviluppo, era il più formato e sensuale, oltre al carattere più forte , essendo il capo non eletto di quel trio di studenti noto come: “I 3 moschettubriachi”, ma questa è un’altra storia.