Ultimo capitolo ( parte 02)
Davi
Fu dopo molto tempo che iniziai a uscire con altri uomini e, sarò sincera, si trattava solo di baci e abbracci, ogni volta che andavo in finale finivo per crollare e, alla fine, non succedeva nulla. E così è stato finché non mi sono arresa; quando ti ho incontrato, ho capito di aver trovato l'amore della mia vita...
"E l'hai trovato, e se mai deciderai di avere dei figli, io sarò con te", avverto, ma lei mi interrompe.
- Lo voglio e allo stesso tempo ho paura di non riuscire ad andare fino in fondo... - commenta tristemente.
- Tesoro, sarò con te in qualsiasi cosa tu decida, se non vuoi, possiamo adottare, ci sono tanti bambini senza genitori e soli, cosa ne pensi? Chiedo, dando questa soluzione a lei, che sorride.
"Sì, facciamolo quando sarà il momento giusto", dice, e io la riabbraccio, rimanendo l'uno nelle braccia dell'altra.
- Raquel... - chiamo, e lei lascia le mie braccia, la guardo e le faccio una domanda: - Tesoro, come hai fatto a scoprire chi era Leandro, sai...
"L'uomo che mi ha violentato?" È stato strano, sai, quando sono stata violentata, incrociavo degli uomini mentre tornavo a casa, o anche mentre andavo alla casa editrice, e continuavo a pensare: sei stato tu a violentarmi? Sei stato tu a mettermi incinta? C'erano così tante domande... e l'unica cosa che ricordavo era il suo profumo, perché non vedevo il suo viso; la sua voce, non la sentivo...
"Allora, quando ti ho presentato, ti sei ricordata?". Chiedo, curioso e allo stesso tempo incazzato per il fatto che la persona che consideravo un uomo d'onore fosse un maledetto stupratore.
"È stato... Mentre mi avvicinavo, ho avuto la sensazione di conoscerlo da qualche parte, solo che non me lo ricordavo. E quando si è girato e ho sentito il suo profumo, è stato come una secchiata d'acqua fredda, so che quando sono svenuto, onestamente non sapevo cosa mi sarebbe successo.
- Quando ti ho lasciato sul divano, ho chiesto a quel maledetto di guardarti senza sapere che era stato lui a farti del male... - dico, passandomi una mano tra i capelli, nervoso.
"David, non è colpa tua. Ho avuto questa sensazione, sono svenuto e poi, quando mi sono svegliato, ero nel bagagliaio...". - Gli dico.
"Avrei dovuto immaginare una cosa del genere...". Commento.
- Sinceramente? Non so se avrei potuto immaginarlo, in fondo era un tuo amico, davvero avrei potuto svenire anche solo per la sensazione, ma era il suo profumo, non avrei mai pensato di sentirne ancora la fragranza.
"Comunque, tesoro, sono uno sceriffo esperto...". Ricomincio e lei sorride tristemente.
- David, non aveva scritto in faccia che era uno stupratore! E se non fosse stato lui? In fondo il suo profumo non è così strano, ne ho avuto la conferma solo perché l'ho sentito da dentro il bagagliaio, allora ho capito che qualcosa non andava - commenta lei, scrollando le spalle.
"È un tale figlio di puttana che si è comportato come un vigliacco, portandoti via", ricordo, con la voglia di tornare lì dentro e finirlo.
"Lo so, tesoro, è solo che l'unica cosa a cui pensavo eri tu. Sai, per un momento non ho temuto quello che poteva farmi, perché tutto il male che poteva fare era già stato fatto, ho pensato solo a te", dichiara, sorridendo. "Ora, dimmi come hai fatto a localizzarmi così in fretta?".
"Grazie a Dio, quell'idiota ha dimenticato che ogni macchina deve avere un GPS, così sono riuscita ad arrivare in tempo... proprio quando...". Balbetto e lei sorride tristemente.
- Sì... In quel momento stavo parlando della gravidanza e ho finito per confessare questo segreto come un modo per distrarlo, e ha funzionato, no? lei scherza, e io sorrido vedendo che stava scherzando.
"Nella lo sa, vero?". Chiedo, riferendomi alla sua storia.
"Sì... All'inizio ho avuto un sacco di incubi, poi le ho raccontato della gravidanza e del club, il resto tu, sai..." commenta, scrollando le spalle. "David, deve essere stato uno shock, vero?".
"Sì... non nego che sono stato sotto shock, era il mio migliore amico e non sapevo perché ti avesse preso. Chi mi ha fatto nascere, mettiamola così, è stato Diogo... - esordisco.
"Mi dispiace...", dice. Non è divertente.
- Non hai nulla di cui scusarti, lui che non aveva alcun diritto di fare quello che ha fatto a te o a un'altra donna... - Dichiaro, ancora incazzata con lui.
"Pensi che l'abbia fatto anche con altre donne?", chiede lei, curiosa.
"Sì, tesoro, lo penso e sai cosa? Chiedo a lei, che mi guarda e chiede:
- Dimmi.
"Potrebbe aver usato il suo status di poliziotto e averlo fatto con altre donne e, potrei sbagliarmi, ma vedremo molte donne venire a testimoniare di essere state abusate da lui", commento.
- E verranno, sai perché? - Dice guardandomi e vedo la determinazione nella sua voce.
- Perché? Chiedo con curiosità.
- Perché domani andremo alla stazione di polizia, rilascerò una dichiarazione, metterò fine alla corsa di quel figlio di puttana e andrò sui social media, sulla stampa, racconterò la mia storia e metterò la sua foto, oltre a chiedere che tutte le donne che sono state abusate da lui rendano la loro testimonianza, in modo che quel maledetto non esca più di prigione - dice, determinata, io non resisto e la abbraccio.
"Amanda, ovunque sia, so che è orgogliosa della madre che ha...". Dico, sorridendo.
- Vorrei che mi avessi conosciuto quando ero incinta, vorrei che tu fossi suo padre... - inizia lei, e io ho un'idea, non so se riuscirò a fare quello che voglio ma ci proverò, ma non costa nulla.
"Hai ancora il suo certificato di morte?". Chiedo.
- Sì, ce l'ho, perché?" chiede lei, curiosa.
"Presto lo saprai, cara, presto! - La bacio e, in quel momento, dimentichiamo tutto e ci abbandoniamo al nostro amore.
