Capitolo 1.1
La mia faccia deve essere diventata dello stesso colore della sua elegante camicia bianca.
- Siediti! - gridò il mostro, tirando fuori da un cassetto della scrivania una bella scatola piena di sigari.
Mi sforzai di piegare le gambe di legno e di appoggiare il sedere sulla superficie morbida della sedia.
Per qualche secondo il signor Rudkowski rimase stupidamente in silenzio. Mi fissava come un pezzo di carne da cannone, straziandomi con i suoi occhi pericolosi. Fumava un sigaro e con arroganza mi soffiava in faccia anelli di fumo che mi facevano tossire.
In fondo agli occhi inquietanti del mostro c'era un falò di potere, volgarità e cattivi pensieri. Mi sembrava che Rudkowski avesse in mente qualcosa di brutto. Scommetto che mi ha già scopato con forza. Da qualche parte là fuori, nei suoi pensieri malvagi. Sognava di fare proprio così... di prendermi, buttarmi sul suo costoso tavolo, stracciarmi i vestiti e scoparmi fino alle palle come punizione per i miei errori.
Sono una ragazza di carattere. Non mi piaceva lo sguardo lascivo dei suoi occhi né il modo in cui mi parlava. La paura cominciò lentamente a svanire, lasciando il posto alla solita insolenza. Rendendomi conto che non stavo aspettando un tè e delle focaccine, ma una crudele punizione per il danno arrecato alla sua inestimabile proprietà, volevo fumare anch'io.- Posso fumare anch'io?
Le sopracciglia scure del maggiore si inarcarono, ma non ebbe il tempo di ringhiare, perché io, sfacciatamente, gli strappai rapidamente un sigaro, proprio dal suo tavolo antico, e sbuffai soddisfatto.
Doveva essere sotto shock, l'omone.
Mi fissava come se fossi oro massiccio.
A giudicare dall'espressione del suo volto e dai pugni stretti fino a diventare bianchi, pensavo che mi avrebbe dato un pugno....
Ma miracoli!
Si trattenne.
Invece di schiaffeggiarmi per una boccata rubata, il mostro continuò il suo interrogatorio.
- Quanti anni hai per fumare ed essere maleducato? - chiede più che altro per farmi incazzare, perché lo sa. Immagino che tu abbia già trovato qualche informazione, maledetto demone!
- Cosa te ne importa?Ed è qui che mi sono lasciato trasportare...
- Cosa, sei sfacciato?!
- Sì, sfacciato! E tu sei... Voglio dire, sei... Sei disgustoso, amico.
Oh, mio Dio.
Dovrei mordermi la lingua.
Cosa sto facendo?
E' esasperante!
Non riesco a smettere!Il suo volto gelido divenne scarlatto, le sue mani si strinsero a pugno e sbatterono sul tavolo, scatenando la loro rabbia:
- Senti, fottuto pollo, che cazzo credi di fare?! Volevo farlo in modo gentile... Beh, fanculo! Chiamo la polizia e ti ritrovi nelle segrete per un mese!
Mi sta prendendo in giro?
Mi sta prendendo per il culo?
Combatterò fino all'ultimo uomo.
- Oh, oh! Che diavolo è un mese? Un giorno al massimo! Non ho rubato uova Faberge, ho rubato mutandine! Ma che cazzo?! - Sputo il fumo e inizio a tossire.
Merda! È roba pesante. Deve essere importata. Non riesco nemmeno a vedere bene dopo una sola boccata...
Potrebbe essere droga?
- Non c'è niente di male! Chiudi la bocca! E tu mi stai ascoltando! - Le sue mani d'acciaio tornano a premere sul povero tavolo, e improvvisamente non sono più in vena di scherzi. - Sei nella merda fino al collo, ragazza! Lo sai quanti cazzo di soldi ti spettano? Sai quanto costa una bottiglia di alcolici, per non parlare di un secchio cinese?
- N-no... - mi tremava la voce.
- Come uno dei tuoi reni!
Oh, mamma.
- Stai scherzando. Voglio dire, quelli! Stai scherzando?
- Sembro un clown? - ringhia, gettando il mozzicone di sigaretta nel posacenere di cristallo. - Beh, se ti incollassi un naso e ti tingessi i capelli di rosso, sembreresti un giullare! Ha-ha-ha-ha!
Mi misi le mani sulla bocca e mi morsi la lingua.
"Smettila, Dee! Non..." - sussurrò la voce dentro di me, ma non riuscii a trattenermi. È stato un incidente. In mezzo ai nervi.Credo di aver fatto arrabbiare completamente il mostro.
All'improvviso, l'uomo passò letteralmente dall'altra parte del tavolo in un colpo solo e le sue mani forti si strinsero intorno al mio collo.
Oh.
Angelo custode.
Salvami e tienimi al sicuro.