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- Vuoi che ti porti in infermeria? - Lo ha interrogato.
- Per favore, Shoko. - Egli ha detto.
- Il tuo culo... - Disse, per farsi dare un pugno nello stomaco, consegnato alla ragazza. "Io..." Poi svenne.
- Vuoi che lo metta nell'armadio delle scope? - Lo ha interrogato.
- Perché dovresti farlo? – La interrogò.
- Voglio unirmi al tuo club, voglio che la tua madrina mi alleni. - Lei disse.
- Ti contatterà domani. - Egli ha detto. «A patto che non venga visto per le prossime ore. - Egli ha detto.
- Lascialo a me. - La tsundere, prese una corda, partendo con sé, verso un vicolo.
Intanto se ne andò, prese il cellulare, inviò un messaggio alla sua madrina, poi, mettendolo nello zaino, seguendo la bionda tettona e omicida, la placca prima di raggiungere la sala professori.
- Insegnante, Viktoria? – La interrogò.
- Sì, ragazzo? - Si mise in posa, guardando la massa di carte che aveva tra le mani. – Non sei riuscito a fare i compiti? - Lo ha interrogato.
- Niente affatto, sono pessimo in francese. - Egli ha detto.
- Vedo. - Lei disse. – Guardando di traverso. - Andiamo in camera mia.
Poi la seguì, era dall'altra parte del corridoio, nella direzione opposta alla sala insegnanti.
Mentre entravano, guardò il rosa ovunque, un armadio e volant sul tavolo.
- Cosa non hai capito nella mia lezione? - Lo interrogò lei, sedendosi davanti a lui al tavolo.
- Tutto, se non lo capisco, fallirò. - Egli ha detto.
La donna sospirò. – Abbiamo un'ora, prima che inizi la mia lezione, manderò un messaggio al tuo insegnante, adesso, tu hai matematica, giusto? - Lo interrogò lei prendendo il cellulare.
- Sì, insegnante, Miko. - Egli ha detto.
Poi ha preso il cellulare mandando qualche messaggio velocissimo, sembrava la velocista scarlatta.
- Andiamo alla lezione di tutoraggio. - Disse la donna bionda. – Mostrami quello che non puoi capire. - Lei disse.
A quel punto, il piano è iniziato, le ha mostrato le lezioni, avvicinandosi il più possibile, tra le sue scuse, in cui lui nel bel mezzo delle lezioni, tra mezz'ora, sentendo il suo seno, vicino al suo viso, quando lei si sedeva giù. si avvicinò per correggere liberamente la sua lezione.
In quel momento, quando lui, prima di poter fare qualsiasi altra cosa, inciampando nei suoi piedi mentre girava intorno al tavolo, la baciò, prima di tirarsi indietro, lei non reagì, né si tirò indietro, ma a lei sorpresa, approfondì il bacio, ci vollero più di dieci minuti di bacio prima che si evolvesse in uno sfregamento e qualche bacio quando lo lasciarono andare, prima che la porta sbattesse, e lui si allontanò, saltando di qualche centimetro dal tavolo.
Correndo a sedersi sulla sedia, prima che la donna si schiarisse la gola, poi disse.
- Entra... - Disse dirigendosi verso la porta.
Era l'insegnante, Jo Ye di calcolo, lei la classe successiva dopo l'insegnante di matematica.
- Volevo sapere se parteciperà alla prossima lezione. - Lei disse.
- Non hai mandato un messaggio. – Disse al tavolo.
- L'ho inviato, ma non hai risposto. - Lei disse.
- Il backup, ha detto, l'ho lasciato in silenzio. – disse Viktoria guardando il cellulare. - Scusa. - Lei disse.
- Tsuki fa caldo qui. - Ha detto l'insegnante. – Facciamo una pausa, continueremo domani. - Disse la donna.
- Va bene, insegnante. – disse alzandosi e facendosi accompagnare dalla maestra verso il corridoio.
- Camera calda, perché non chiedere un condizionatore. - disse l'altro, uscendo.
- Io chiederò. - Disse, prima che l'altra chiudesse la porta, dietro di lei, quando attraversarono il corridoio, verso la sua classe.
In quel momento riuscì a scappare senza essere catturato, oltre ad essere ricettivo con una bella dose di adrenalina, chiamò più tardi la sua madrina per parlare della ragazza Tsundere, portandola con sé nella villa della madrina.
- Allora, com'è stato? – chiese Veronika al ragazzo.
- È una stronza come dicevano tutti, dentro il circolo. Ha detto Tsuki.
- Beh, vai avanti, distogli l'attenzione, cerca di sedurla, oltre ad attirarla alla festa della malavita tre settimane fa. – Questo è il momento in cui tocca a te sedurla. - Disse la donna bionda albina.
- Va bene, lo farò. - Egli ha detto.
Quando andava a farsi la doccia, a cambiarsi, a togliersi di dosso il suo odore.
In quel momento, in un altro luogo, l'insegnante, oltre ad essere un'assassina professionista, si trovava nella sua stanza di tortura, dopo essere tornata a casa da scuola, quando iniziò a torturare il suo prigioniero, il suo compagno e assistente, ascoltando il loro resoconto sull'accaduto. adolescente focoso.
- Non farti scappare la copertura, disse la svedese dai capelli rossi, accanto a lui, era bassa.
- E' una piccola avventura, il mio obiettivo è un altro, ma nulla mi vieta di gustare la carne fresca. - Lei disse.
Quindi non fartelo scoprire, dovrai scappare per non farti arrestare. - Lei disse.
- So dove trovarlo, inoltre so come procedere, non lascerò che il mio lavoro e il mio travestimento si intromettano. - Lei disse.
Così, il piano continuò anche il giorno dopo, lui riuscì a metterla all'angolo e ad avvicinarsi tra una lezione e l'altra, tra vicoli e corridoi bui, lei non evitava, ma comandava il ritmo, nel bel mezzo di una pomiciata che era la sua classe come rinforzo, stavano più pomiciando, baciandosi che studiando.
Fu dopo quel giorno, la porta fu chiusa a chiave, mandò un messaggio ai due insegnanti dell'ultima classe, per far loro sapere che non avrebbe frequentato le lezioni per due settimane, così l'insegnante stronza inviò una richiesta di licenziamento al preside della scuola, entrambi accettati.
Tra le sue presunte lezioni, la donna gradualmente, hanno trascorso un po' di tempo a parlare, presumibilmente, lui l'ha usata come confidente, lui, con sua sorpresa, è stato invitato con la scusa di una lezione di rinforzo, cinque giorni dopo, a casa sua, per le lezioni .