Capitolo 3
Una volta arrivata dal direttore, mi fa una serie di domande sul lavoro, ma io sono stata completamente onesta con lui: è il mio primo lavoro, non ho esperienza ma sono disposta a imparare tutto quello che devo imparare e non ho paura di rimanere fino a tardi per pulire gli uffici; che questo è il turno che devo fare, il turno di notte... che brutto, ma è meglio così perché mi dà il tempo di studiare e fare i compiti. L'uomo mi dà il contratto e quando ho finito di leggerlo lo firmo.
“Iniziate oggi, ricordatevi di arrivare alle 21.00, non fate tardi”.
“È tutto a posto”.
Lo saluto e lascio il suo ufficio con un enorme sorriso stampato in faccia, quasi saltando su e giù per la felicità, mi dirigo verso l'ascensore, stringendo forte la mia borsa, non riesco ancora a credere che mi abbia assunto, questo sarà sicuramente un sollievo per la mia famiglia.
Arrivo al primo piano e mi trovo di fronte una giovane donna molto bella, la tipica ragazza da cliché, bionda, occhi chiari, bel fisico, abiti eleganti che mettono in risalto la sua figura snella, una scollatura generosa che lascia molto all'immaginazione. Lei indietreggia e quasi si scontra con me.
“Mi scusi, signorina”.
Non dice nulla e si limita a farmi un leggero cenno con la mano, dicendomi di uscire dall'ascensore; senza pensarci troppo lo faccio, mi guardo alle spalle e la vedo premere un pulsante e poi le porte si chiudono. Il suono del mio telefono che squilla mi arriva alle orecchie, lo prendo subito dalla borsa e vedo che è una chiamata della mia amica.
Esco dall'edificio e rispondo alla telefonata, lei è un po' arrabbiata, in sottofondo sento un trambusto e il tipico rumore di un camion che si ferma, Marian mi dice che sarà in ufficio tra un attimo, che è in ritardo perché sta aiutando la mamma con il bucato, si lamenta per qualche istante delle unghie rovinate e che deve andare dalla manicure appena ha i soldi.
Vedendo che le sue lamentele si protrarranno a lungo, decido di salutarla e di dirle che l'aspetterò fuori, che ho finito il colloquio e che ho riattaccato la telefonata. Sbuffo forte e guardo il cielo, è vero che non è il lavoro dei miei sogni, ma non si può dire di no a un lavoro onesto! Preferisco questo al dovermi cercare un papà suggestivo. Il pensiero di un uomo piuttosto anziano che mi tocca mi fa rabbrividire.
Poco dopo arriva la mia amica, che mi prende subito a braccetto e andiamo alla sua caffetteria preferita, dicendomi di raccontarle com'è andata quando saremo lì. Per qualche strana ragione, sembra più allegra del solito, ma decido di tenere per me le domande fino all'arrivo.
Appena la cameriera se ne va, la mia amica mi guarda con entusiasmo e un enorme sorriso sul viso, i suoi occhi color miele brillano di intensità e la luminosità del sole li rende ancora più suggestivi. Le dico che mi sono trovata bene e che il responsabile delle risorse umane mi ha detto che oggi inizio il mio lavoro, mi ha detto che, solo per questa volta, alle nove andrò a farmi spiegare come si fanno le cose e come si usano certi prodotti per la pulizia, la nostra conversazione viene interrotta dal suono del suo cellulare, mi chiede di aspettare qualche istante e fruga nella sua borsa.
La vedo tirare fuori un nuovo telefono di fascia alta, controllare i messaggi e le scappa una risatina, poi digita un testo troppo velocemente facendo quel “tick tick tick” in continuazione, poi sento la notifica che il messaggio è stato inviato, rimette il telefono nella borsa e si gira a guardarmi.
“Dove hai trovato i soldi per comprare quel nuovo telefono?”.
“Dove altro?” Sussurra dolcemente mentre si posiziona un po' davanti al tavolo, “Ho un suggeritore e mi sta dando un sacco di soldi”.
“Per essere andata a letto con lui?!” Esclamo a bassa voce, avvicinandomi anch'io a lei.
“No!” Dice con una risatina: “È una pagina in cui puoi fare videochiamate con una persona alla volta, ti chiede di fare qualcosa di specifico, naturalmente dopo aver depositato la quota”.
“Quindi... il tuo suggeritore ti chiede di fare delle cose tramite una videochiamata? È... strano”.
“Il vecchio ha problemi di salute e non ha più molta voglia di fare sesso, sua moglie è morta anni fa e non se la sente di cercare un'altra partner giovane, quindi...”. Fa spallucce: “Ho colto l'occasione”.
“Beh... sai come la penso, ma a causa della situazione in cui ci troviamo entrambi”. Mi sfrego la fronte con la punta delle dita: “Spero di non dover ricorrere a questo, voglio mantenere intatta la mia dignità, ma...”.
“Ma se la situazione lo giustifica, come nel mio caso, non abbiamo scelta”. Si accascia sulla sedia: “Se mio padre non fosse così ferito, credetemi, non lo farei, grazie ai soldi del Signore possiamo permetterci le sue medicine e abbiamo saldato il debito che mia madre ha contratto in ospedale, non mi piace vedere un vecchio che mi guarda con quegli occhi, ma devo sopportarlo se voglio aiutare la mia famiglia”.
“Ti capisco ed è terribile quello che è successo a tuo padre”.
“Sì, quegli stronzi dell'impresa edile non volevano pagare l'assicurazione, anche se l'aveva rinnovata”. Sbuffa forte: “Comunque, a mia madre non interessano i soldi, mia sorella va in una scuola migliore, mio padre fa carriera e con quello che resta lo uso per me”.
Come se si fosse accesa una lampadina, Marian fruga nella sua borsa per cercare qualcosa e poi tira fuori un pezzo di carta, su cui scrive qualcosa e poi me lo porge, io inclino la testa e guardo dal pezzo di carta a lei e da lei al pezzo di carta, lo ripeto un altro paio di volte, cercando di capire cosa significhi.