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***Alexis Dabire

23:00....

Sono passate tre ore da quando Benjamin è uscito di casa. Non è sua abitudine restare fuori fino a quest'ora. Le è successo qualcosa? E se sì, perché non farcelo sapere?

*

Sento dei passi dal soggiorno. E' lui? Mi chiedo. Probabilmente mi sta aiutando in questo momento. Ho una questione molto seria.

– Chi c’è?

Nessuno risponde.

Corro giù per le scale. Mi imbatto in una guardia di sicurezza.

Faccio un passo indietro. Non si sa mai. Siamo infedeli...

– Ciao... Mi saluta

- Come posso aiutarla? E chi ti ha portato qui?

– Mi dispiace. Sono Jérémie Kasereka, responsabile della sicurezza da ormai tre anni. Puoi vedere la mia mappa.

Si avvicina a me e lo prendo esitante.

- Va bene. E cosa ti ha riportato qui? 

– C'è un uomo di nome Benjamin Ajua

Qualcosa mi stringe subito il collo

– Cosa ha fatto?

– È impazzito... Scusa

Si passa la mano al viso

Faccio qualche passo indietro.

- CHE COSA? E' impazzito? Dio mio !

– Attualmente è nel centro psichiatrico. Adesso posso prendere posto?

– Sì... Accomodati. Sto arrivando. Puoi anche bere qualcosa, proprio dietro di te.

- GRAZIE

Salgo velocemente le scale.

Mi vesto velocemente. Poi informo gli altri. Ally non è qui. Non so se è già a casa.

Mentre sto per scendere, incontro Nervy e Rick.

– Ragazzi, la cosa è seria. Dobbiamo andare adesso. E' adesso...

– Oh Dio, perché proprio lui! esclama Nervy

Scendiamo in silenzio. Incontrano l'agente Jérémie.

– Possiamo andare?

- SÌ

Usciamo di casa in silenzio. Prendiamo la macchina di Benjamin. Fortunatamente non se n'è andato con esso. Rick sta guidando. Si inizia senza aspettare nulla.

Arriviamo al centro mezz'ora dopo. La guardia esita prima di aprire la porta.

– Ciao... Cosa fai qui a quest'ora della notte? Ci chiede una signora con delle carte in mano

– Siamo qui per vedere il nostro amico. Rick gli risponde

– Non è pazzo come pensavi. È normale. Aggiunge nervosismo

– Seguimi. Decreta bruscamente

La seguiamo senza dire nulla. Si ferma davanti a una stanza con un gran numero di figure trasandate. Sono pazzi, penso. Non dico niente. Gli altri sembrano imbarazzati.

Apre un'altra porta dove vedo Benjamin

- BENE! Urla nervoso

– Ragazzi, non sono pazzo. Sono normale. È stata questa ragazza, Carla, a farmi questo

Nel frattempo, Rick non dice nulla. Si limita a sciacquarsi i denti

– Rick, cosa c’è che non va? Un problema? gli chiedo

Non dice nulla e prende la porta di uscita.

**Rick Johnson

Mi dirigo verso il cancello. Non posso credere che quell'idiota di Benjamin andasse ancora a letto con Carla. Non ho sbagliato a dargli un pugno l'ultima volta. Non posso sopportarlo. Questa è un'umiliazione nei miei confronti. .

Mi ritrovo fuori, da solo.

Già da dieci minuti non vedo nessun taxi. È già tardi e rischio di essere fermato dalle pattuglie.

Torno dentro ancora arrabbiato. Questo ragazzo mi vedrà sulla sua strada.

Incontro una ragazza carina. Lei è di mio gusto. Non posso perderlo.

- Oh. Bel ragazzo. Mi fa i complimenti?

– Mi fa sentire bene. Sono Rick. dissi tendendomi la mano

– Io sono Binta. Lei si presenta. Ma sei così bella continua

– Mi fa piacere sentirlo. Ma sei anche bella. Possiamo conoscerci meglio?

Mi fa l'occhiolino prima di voltarmi le spalle. La seguo senza dire nulla. Mi passo la lingua sul labbro inferiore. Penso che questa ragazza si sia innamorata di me. Non ho dubbi.

Ci troviamo nel corridoio dell'altra stanza. Non c'è rumore. Nessuno parla. Lei viene verso di me e mi tiene il mento. Durante questo periodo vibro. La sua mano è così bella che stasera vorrei schiaffeggiarla.

- Ti piaccio? gli chiedo

– Certo,... disse dopo un lungo momento di esitazione

– Anche tu mi piacevi. Non posso nasconderlo

- COSÌ...

Si getta sulle mie labbra.

Esito prima di dare il massimo. La mia mano vaga per il suo inguine, lei emette un gemito. Comincio a succhiarle il seno, restando ancora in piedi. Si preme contro il muro e lascia cadere il perizoma. Inserisco due dita nella sua Jessica. Lo faccio così delicatamente che lei aumenta i suoi gemiti.

Il mio pene è già molto teso e duro. Lo prende per mano e comincia a succhiarlo con furia ed eccitazione. Non riesco a smettere di urlare

– È così bello, lo fai così bene. Oh, oh, per favore vai avanti

Lei mi fissa. I suoi occhi sono così belli. voglio venire...

- Fermare...

Eccelle

– Sto per venire... sto per venire

– Fallo nella mia bocca

Oops... sto venendo. Lei mi sorride

– Non è successo niente. E' solo un assaggio.

Indossa il perizoma e si aggiusta il vestito. La guardo andarsene senza dire una parola. Non so nemmeno da dove venga.

– Binta?

–Rick?

Si ferma

– Per favore, ritorna.

Mi fa l'occhiolino e prosegue per la sua strada. Non posso lasciarla andare così. Lo voglio già. Mi sembra interessante

Mi vesto velocemente. Cerco sul telefono ma non riesco a trovarlo. Cerco il portafoglio, non lo trovo da nessuna parte. Oh cavolo! Questo Binta mi ha rubato il telefono e il portafoglio... Maledizione! Le taglierò la faccia se la trovo.

Corro velocemente verso la porta, ma non si trova da nessuna parte. Oh Signore... Nel frattempo, la merda del mio pene continua a indurirsi, invece di calmarsi.

La mattina...

**Carla

– Carla, per favore lasciami andare. Tu ed io sappiamo che non sono pazzo. Per favore... mi implora

– Avevi detto che i tuoi amici ti avrebbero liberato?! Li sto aspettando

– Non potevano. Tu sei la mia soluzione in questo momento. Non so come implorarti, ma per favore perdonami. Non succederà la prossima volta. Posso anche pagarti quello che vuoi. Digli semplicemente di rilasciarmi

– Non lo faccio! Te ne pentirai per il resto della tua vita.

– Per favore, non dirlo. Conto su di te, Carla, per favore...

Gli volto le spalle. Mi trattiene

- Cosa vuoi? Dì solo che sono pronto a pagarti

– Un soggiorno a Dubai o niente.

– Un soggiorno a Dubai? Dubai? Carla!

Sembra in preda al panico

– Hai capito bene...

– Sono a favore. Voglio pagarti Carla. Alla fine disse

– Cosa mi rassicura che lo farai?

– Credimi, Carla. Pagherò questo viaggio per te. Fammi rilasciare da qui e andremo in banca

Chiudo gli occhi. Soldi, soldi, soldi,... vado!

**Benjamin Ajua

Lei sorrise prima di scappare. Sono sollevato. Mi chiedo perché mi sono lasciato andare con questa ragazza. Ora devo pagare una grossa somma per essere liberato. Non posso arrendermi. Questa ragazza mi pagherà caro per questo. Devo organizzare qualcosa di nascosto. Non può vincere.

Mi fermo alla finestra per salutare Alexis che arriva senza indugio.

– Cavolo, questa ragazza vuole fare un viaggio a Dubai così posso essere rilasciato. Devo andare in banca con lei adesso. 

– Verrà organizzata una rapina. Non preoccuparti, amico. Me lo promette. Tornerò. Parlo con gli altri. Questa Carla è proprio una vera puttana

Ritorna alla stessa ora

– Seguimi. Decreta prima che due uomini vengano a slegarmi

Mi alzo prima che un malato di mente mi colpisca sulla schiena. Inizio a correre. Mi sembra di essere all'inferno.

Li seguo in silenzio. Una volta sulla porta, mi chiede di uscire. Esito per un momento

– Il mio telefono, i miei vestiti, il mio portafoglio, il mio orologio,...

- Stai zitto ! grida

Rimango calmo.

Si precipita nella stanza accanto e ritorna con esso.

– Ecco, mi ha detto. Vestiti

Non dico niente. Oltretutto sono senza parole. Mi vesto con passione come un bambino. Lei e la sua amica ridono. Mi chiedo dove siano finiti quei dannati ragazzi. Sto solo pensando a cosa fare con questa ragazza. Non posso dargli tutti quei soldi così.

– Non hai ancora finito? Merda! grida

- Ho finito.

– Dove stiamo andando? mi chiede

– Devo lavarmi. Mi lavo i denti e poi ci metto qualcosa sopra. Non posso andare in banca essendo sporco.

– Adesso fai il furbo? Venga con me. Ti aiuterò a farlo. Seguimi!

Sospiro prima di seguirlo. Mi chiedo per chi mi prende. Non sono stupido. Sono un grande uomo. Questa ragazza non può manipolarmi. Mai!

Camminiamo insieme, in silenzio. Lei mi guarda e basta e ride. Non voglio parlare. So cosa farò. Se ne pentirà.

Arriviamo a casa sua. La sua casa è grande, molto bella. Fa l'occhiolino alle altre ragazze che saluto senza aspettarmi nulla. Entriamo. Mi indica la strada per la doccia, come una bambina. Ci vado senza aspettarmi nulla. Mi bastano venti minuti e sono già pronto. Mi lavo i denti. Poi mi dà qualcosa da mangiare.

– Sono sicura che non odi niente qui... Esordisce

– Tutto è bello. Adoro

Lei sorride

Ho finito di mangiare dopo pochi minuti

- Va bene. Possiamo andare lì. Me lo ha detto lei. Non puoi approfittare del mio posto quando hai il mio credito

Saliamo sulla sua macchina. Lei inizia. Sto ancora pensando. Questa tecnica andrà bene? Funzionerà? Non lo so, ma credo sempre alle mie avventure. Non ho mai sperimentato quello che sto passando con questa STREGA. Sono più esperto del mio lavoro e mi chiedo come riesca a manipolarmi. Carla, una vera strega!

Eccoci davanti alla banca. Mi sorride prima di andarsene. Mi apre la porta. Esco a testa bassa.

– Cosa stai aspettando? Mi chiede

– Faresti meglio a chiudere quella brutta bocca. Non sono tuo figlio o il tuo fratellino. Puttana!

Comincia a ridacchiare

– Ecco cosa sei! Continuo

– Sei solo un imbroglione un disastro. Un fottuto bastardo. Voglio i soldi del viaggio

– Quanti soldi ci vogliono per questo maledetto viaggio?

– 4000€. Me lo ha detto con orgoglio

- CHE COSA ? urlo. Pensi che io abbia questa somma in banca? Ma cavolo!

– Non mi interessa la tua situazione finanziaria! grida. O mi dai questi soldi o ti sparo.

Lei mi tira fuori una pistola

– Non farmi questo. Ti darò i soldi. Per favore... lo sto implorando

– Dai, vieni qui. Ha detto che la pistola era su di me

– Togli la pistola, Carla. So cosa ti devo.

- Andare avanti!

Faccio qualche passo avanti. Mi viene in mente qualcosa. Un buon piano. Mi rivolgo a lei

– Carla, vedi, sono in debito con te. Dammi qualche minuto, vedo un amico non lontano da qui. C'è qualcuno che può aiutarmi con il resto dei soldi.

Lei mi ascolta senza dire nulla. All'improvviso mi punta di nuovo la pistola

– Mi stai prendendo in giro o cosa? È tutto? grida

– No Carla. Guarda, non ho quei soldi con me. Un amico è nelle vicinanze e può aiutarmi

- Andiamo. Disse seccamente

Non ho scelta. Dopotutto, può seguirmi. So cosa farò. Se ne pentirà. Strega.

Dieci minuti dopo arrivo a casa di Rachid. 

– Amico, salvami. Ho un problema qui e devo dargli 4000€ per il suo viaggio. Non so cosa fare adesso. Le caramelle ci sono?

– Certo, sai che non può mancare. Il tuo problema è strano?

– È bellissima, te lo dico. Non so come riesca a manipolarmi

– Tornerò

Si alza e si dirige nella sua stanza. Torno alla finestra. È sconvolta. Lei saprà di cosa sono capace. Il modo in cui viene arrestata mi mostra quanto sia grande la sua rabbia. Ma non sono piccolo. Sono Benjamin Ajua, grande maestro dell'infedeltà. Devo dimostrare di cosa sono capace.

Finalmente esce

- Tizio ?

- Io sono qui. L'hai trovato?

- Ovviamente

Me li porge. Inizio a contare. Va bene. Questa Carla piangerà.

Esco di casa sorridente

– Piccola pazza?

Si gira

- Sciocco! È da quando sei entrato lì dentro. Dammi!

Ha preso da me la borsa contenente i soldi. Lei lo guarda e mi sorride.

– È enorme. ha detto

– E adesso perché hai dubitato?

– Stai zitto, pazzo!

Se ne va.

Missione compiuta!

*

**

Due settimane dopo

*Carla

Mi sto preparando per il mio viaggio. Ho dovuto defraudare questo pazzo di Benjamin di questa grossa somma. Pensava che fossi stupido. Gli ho mostrato di cosa sono capace. Quattromila euro?! Dopotutto non è una cifra da poco. Ciò dimostra che grande attrice sono nel moccioso.

Carla, sono io, l'erede dell'infedeltà!

Parcheggio davanti a questo supermercato da sogno. In effetti, lo vedo solo negli spot pubblicitari, nei film e nei video. È il supermercato più frequentato della città e riceve diversi annunci a settimana, a scapito degli altri.

Con il mio incedere seducente faccio il mio ingresso. Incontro un uomo davvero elegante. Mi sorride. Faccio l'occhiolino

– Ciao bellezza... Come stai?

– Sto molto bene, grazie. Carla è il mio nome

– Sono un sinforiano. Incantato

– Il piacere è mio

Tendiamo le mani. Gli lascio un dolce bacio sulla guancia sinistra. Incontra le mie labbra. Ne lascio un altro sopra. Si perde. Approfitto di questo piccolo momento per prendergli il portafoglio. È stupido. Poi l'ho messo nella mia piccola borsa. Poi noto una banconota da 50 dollari nel taschino della sua camicia. Lo prendo senza che lui lo sappia. E' davvero stupido. Mi chiedo se sia cresciuto nel villaggio.

Mi stacco da lui

– Sei davvero così bella. Mi fa i complimenti?

- Grazie mille.

Lascio.

Corro velocemente dentro. Prosegue per la sua strada. Mi accoglie una giovane donna. Non dico niente. Lei mi segue.

– Puoi prendere questo. È un prodotto di qualità. Aiuta a ringiovanire la pelle. Rendilo immacolato e attraente. Me l'ha detto lei

– Calmati, signorina. Non ho bisogno delle tue spiegazioni. So leggere

Ingoia una goccia di saliva

- Sono...

- Stai zitto ! urlo

Lei non si calma

– Il secondo prodotto rimuove i brufoli dal viso e lo rende liscio. Puoi quindi,

– dico zitto. Non hai orecchie? Stupida ragazza! Sono soldi miei e posso farne quello che voglio. Zitto una volta per tutte.

Lei mi fissa senza dire nulla.

Comincio a toccare altri prodotti. Uno mi interessa, ma la descrizione è in inglese

– Questo ti permette di allargare i glutei e il seno. continua.

Alla fine attira la mia attenzione

– Puoi leggere la descrizione per sapere come usarlo. Aggiunge prima di andarsene

– Ascolta, per favore ritorna... Spiegami...

– È la mia bocca e ne faccio quello che voglio. Lei mi risponde timidamente

Mi fermo un attimo. Questo idiota mi sta davvero prendendo in giro. Merda!

Continuo i miei acquisti. Questa volta non voglio ascoltare niente. Sono soldi miei e posso farne quello che voglio.

Ritorna di nuovo

– Hai finito di fare la spesa?

– Sì, merda

– Uff. Sei strano!

– Non è un tuo problema. Resta lì a chiedere alla gente uno stupido stipendio ogni fine mese.

Questa volta sembra scioccata.

Mi dirigo verso la cassa. La cassiera nota la mia espressione. Lo fa velocemente. Gli do i soldi di cui ha bisogno e poi esco con le mie borse.

Tutto è fatto. Quindi al momento sto solo aspettando il giorno del mio viaggio.

***

Tre giorni dopo

Dalla mia stanza sento il suono del campanello. Mi chiedo di cosa si tratta. La persona insiste. Merda. Mentre sto preparando le valigie per il viaggio.

Vado in soggiorno tutta furiosa. Apro la porta e trovo due ispettori di polizia.

- Buongiorno ! Li saluto

- Buongiorno. Questa è la signora Carla Boateng? mi chiede uno

– Sì... ho detto spaventato. Come posso aiutarla?

Gli altri ridacchiano

– Conosci questa donna nel video?

Guardo il video con paura. Questa sono io, quando ero al supermercato. Ma,...?

– E qual è il video? Questa sono io, mentre faccio shopping

– Ascolta,... L'altro mi interrompe. Guarda anche questo

Guardo con paura. Sono di nuovo io, quando ho comprato il biglietto per Dubai

– Non capisco, signore. Cosa ho fatto di sbagliato?

– Sei in arresto. Me lo ha detto. Sei arrestato per aver utilizzato banconote false

Qualcosa mi stringe il collo.

- CHE COSA? Me?

– Dei 4mila euro che avete utilizzato, tremiladuecento sono banconote false.

Apro gli occhi.

La mia bocca è spalancata

– Non so di cosa stai parlando... Scusami

– Signora, venga qui. Ti meriti la prigione. Cosa ti ha spinto a utilizzare banconote contraffatte?

– Non lo sapevo, signore. Qualcuno mi ha dato questi soldi qualche settimana fa. Mi dispiace

Comincio a piangere. Non vogliono ascoltarmi. I miei amici escono di casa per scoprire di cosa si tratta. L'altro ispettore glieli spiega. Estelle si mette le mani sulla bocca.

– Ehi Carla, come hai potuto?

– Caro mio, non lo sapevo. Questi sono i soldi che mi ha dato Benjamin lì... Te lo ricordi

- Dio mio...

Le lacrime sgorgano dai nostri occhi.

Finiscono per accettare le nostre suppliche. Ci seguono. Arriviamo davanti alla casa dove Benjamin è entrato l'ultima volta per prendere i soldi, ma sembra disabitata.

– Mi spiace signora, questa casa è disabitata. Nessuno resta lì. Ce lo racconta il proprietario

– Ma era qui l’ultima volta! Insisto

– Scusa, non so di chi stai parlando. La persona che affitta è in viaggio da due settimane e qualche giorno ormai.

Guardo gli ispettori. Mi guardano. Uno mi mette le manette alle braccia. Le mie lacrime scorrono allo stesso tempo. Non ne conosco la causa.

Non posso credere a quello che mi ha fatto Benjamin. Sono scioccato. Rischio di andare in prigione essendo innocente.

Provo ad esitare ma mi spingono.

- EHI! grida. Ti meriti la prigione. Andrai in prigione. Questo ti insegnerà come utilizzare le banconote contraffatte. Vuoi anche pagarci il viaggio?! Che strega sei!

Mi sono perso. Sono scioccato. Non so nemmeno come piangere. Rischio di andare in prigione.

Pensavo di essere intelligente, invece...

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