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Capitolo 4

Dopo essere stata accompagnata a casa mia da Tifanny, che insisteva perché restassi con lei quella notte, decisi di non farlo e di riposare le restanti ore a mia disposizione.

Quella notte fu così breve che appena mi misi a letto mi addormentai, tralasciando il fatto che dovevo contattare Bob per mettermi in contatto con Dominic, oltre a parlare di questo lavoro che stavo iniziando a ottenere.

La mattina dopo sentii solo il frenetico squillare del telefono. Mi tirai addosso la coperta e riuscii a raggiungere il cellulare, in modo da controllare che fosse un numero riservato. Esitando se rispondere o meno, finii per farlo.

-Ciao?

-Dove dovrebbe essere? L'hanno cercata all'aeroporto e non l'hanno trovata.

-Dominic?

-Certo che sì, dove dovrebbe essere? Hai dimenticato quello che ti ho detto ieri?

Di fronte a questa domanda e al fatto che era molto tardi, ho mentito per risparmiare tempo.

-Sono vicino, è solo che ho avuto un ritardo.

-Vicino? Quanto vicino? Ho forse dimenticato che non tollero i ritardi?

-Non succederà più e se posso devo riattaccare.

Senza aspettare che si esprimesse in merito, chiusi la telefonata e mi precipitai al guardaroba, afferrai la prima cosa che ritenevo prudente dal mio punto di vista e mi affrettai a uscire. Dato che avevo dimenticato la valigetta che mi aveva dato il giorno prima, sono tornata a prenderla. Purtroppo non sono una persona che arriva in tempo dappertutto, quindi mi resi conto che questi dettagli mi avrebbero messo in grossi guai.

Anche se mi affrettai a tal punto che il mio respiro sembrava corto, questo non mi avrebbe salvato da un eventuale rimprovero da parte sua.

-Oltre a essere in ritardo, è una bugiarda. Visto che non abbiamo tempo, è meglio che si sbrighi, dobbiamo imbarcarci su un aereo con venti minuti di ritardo.

Nel corso del volo si dedicò al sonno, tuttavia, prima di ciò, fece di nuovo riferimento al fatto che il mio vestito non era quello giusto, sottolineando con le sue parole che i pantaloncini che avevo scelto di indossare non erano adatti, tuttavia, sebbene dicesse quel rimprovero, potevo notare che ammirava ripetutamente le mie gambe, non capivo le ragioni per cui lo facesse se si supponeva che fosse una persona che non provava attrazione per l'altro sesso.

Più tardi scendemmo dall'aereo e ci recammo sul set dove si sarebbe svolta la sessione fotografica; la cosa strana fu che, nonostante il rimprovero ricevuto per il ritardo, gli scatti dovettero essere messi in pausa a causa della telefonata che Dominic stava ricevendo, non potevo sapere di cosa si trattasse, ma dal tempo che era stato al telefono sembrava che fosse qualcuno di importante.

Pochi minuti prima...

PSV: Dominic

Ero furioso per il fatto di avere un altro dipendente incompetente, tuttavia stavo cercando di calmare gli animi quando mi accorsi che sul mio telefono c'era una chiamata in arrivo, e senza rendermi conto di chi potesse essere, risposi.

-Dominic Andressen?

-Sì, chi è?", risposi seccamente.

-Tua madre, tesoro, Joanne Hinckle.

-Mamma, perché lo fai? Stavo per riattaccare.

-Era solo uno scherzo, caro, ti chiamavo per avere tue notizie e per farti sapere che sto per arrivare in America.

-Cosa? Pensavo fossi in Scozia.

Beh, no, sono venuta a conoscere la mia futura nuora, quella che spero mi piaccia e che presto sarà colei che, insieme a te, mi darà il tanto desiderato nipotino che ho sempre chiesto.

L'idea di mia madre su questo argomento era in parte dovuta a me, poiché non riuscivo a dirle che non ero il figlio eterosessuale che aveva sempre desiderato, e finii per mentirle, così le dissi più volte che avevo una fidanzata formale, cosa che era davvero falsa.

-Ma madre, se fosse stato così, mi avresti avvertito.

-Ma madre, se fosse stato così, ti avrei avvertito", disse.

-In questo caso, dovrai aspettare il mio ritorno, non sono a New York, sono in California per motivi di lavoro, ma tornerò domattina presto.

-Lo spero, e la tua ragazza, è con te?

In quel preciso momento il mio sguardo si posò su quella ragazza, proprio la stessa che odiavo per tutti i dettagli che avevamo avuto, tuttavia, in quel momento mi venne in mente un'idea e questa era forse la peggiore e la più folle di tutte, ma dovevo farlo, dovevo proporle un accordo in cui avrei potuto mentire a mia madre. L'idea a cui pensavo era che lei sarebbe stata quella compagna sentimentale che mia madre si aspetta di vedere al mio fianco...

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